Ci sono una serie di buoni, anzi ottimi, motivi per non chiedere MAI ad una donna se è incinta, soprattutto se è reduce da un pranzo di Pasqua, cenone della Vigilia, pranzo di Natale o simili. Vi rendete conto da soli del motivo. Se non ve ne rendete conto mettetevi in un angolino a riflettere, in silenzio.
Gli scenari possibili:
1. Non lo è, e manco ci sta pensando. E voi avete appena fatto una colossale gaffe, dalla quale uscirete balbettando qualcosa. Lei invece non ne uscirà se non dopo almeno sei mesi di terapia psichiatrica e dieta ferrea.
2. Non lo è, ma ci sta provando da secoli e il suo ovulo non ne vuol sapere di fare amicizia con lo spermatozoo della situazione. Anche qui la gaffe è colossale, e lei ne uscirà solo quando finalmente troverà il modo di favorire questo difficile incontro tra cellule.
3. Lo è, ma:
a) non lo voleva, e quindi sta meditando su cosa fare;
b) non è ancora arrivata al terzo mese, è a rischio e sta osservando un ferreo e superstiziosissimo silenzio per scongiurare le gufate delle zie;
c) passa intere giornate abbracciata alla tazza, non ha più autonomia dal bagno oltre i 10 minuti, e non può mangiare assolutamente nulla di quello che adorava prima, perchè solo il pensiero riduce ulteriormente la già scarsa autonomia di cui sopra. Dunque non ha voglia di parlarne;
d) non ha voglia di parlarne e basta.
In ogni caso sappiate questo: se una donna è incinta e ha voglia di affrontare l'argomento, probabilmente lo farà da sè. Non credo ci siano studi sulla correlazione tra presenza di ciclo mestruale e capacità di introdurre autonomamente discorsi. In caso contrario non sono affari vostri.
Grazie zia, ora mi aspettano sei mesi di psicoterapia e dieta ferrea... Visto che da domenica rientro ufficialmente nella prima categoria.
Ah! Ti vedevo troppo accanita contro coloro che porgono domande a donne (pseudo)incinte... l'ultima frase spiega tutto :D.
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