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giovedì 23 dicembre 2010

Nonna e lo spirito natalizio

Visto che per ovvi motivi non potrò più allietare le vostre giornate con Mr.M., vorrà dire che ripiegherò sul mio secondo cavallo di battaglia: la nonna.
La mia adorabile nonnina, quando ha saputo che io e Lordbug avremmo trascorso la giornata di Natale a Bari dai di lui genitori, e quindi che a Milano avremmo festeggiato al nostro ritorno, il 29, ha commentato così: “Non vedo perchè, dopotutto Natale è il 25, e se loro non ci sono peggio per loro”.
Grazie nonna, questo sì che è spirito natalizio!

martedì 14 dicembre 2010

Fuggite sciocchi!

Il momento tanto agognato è infine arrivato: ho cambiato lavoro. Ora sono nell’ufficio legale di una multinazionale, col mio bel contrattino a progetto e molte speranze e dubbi per il futuro… Ma almeno lo stipendio fino a Ottobre 2011 è garantito.

Comunque nonostante la mia repentina e inattesa fuga dal luogo del delitto ho ancora un agente infiltrato nella gabbia di matti, nella fattispecie Lordbug, il mio fidanzato, quindi vi aggiornerò ancora per un po’ con succosissime novità: ad esempio, insospettabilmente, il fantastico G., che stava per diventare Direttore Generale, Gran Lup. Mann., etc., ieri ha dato le dimissioni. Tocca ammettere, a questo punto, che forse il nostro non è del tutto rincoglionito. Oppure, più probabilmente, la lungimirante moglie, a rischio di vedere dimezzate le entrate, si è precipitata a procurargli colloqui in ogni dove.

In ogni caso Mr.M. sta per perdere una risorsa veramente essenziale. Chi si occuperà ora di sparare minchiate in lungo e in largo nell’Ufficio Commerciale? Chissà, magari anche le sue funzioni verranno acquisite da un paio di avvocati di Bari…

Sottotitolo: Mr.M. e le Mille e una Notte.

Altra novità giuntami alle orecchie riguarda il Capodanno di Mr.M. Si mormora che abbia ottenuto un mutuo personale per l’ammontare di svariate centinaia di migliaia di Euro (da parte di uno zio direttore di Banca) e che, in vista dei tempi difficili che facilmente lo attendono dietro l’angolo, abbia deciso di impiegare parte di questa somma (o tutta, non so) nell’organizzazione di una mega festa di Capodanno in una nota quanto poco economica località sciistica.

Onestamente mi sono chiesta il motivo di una cosa del genere, anche perchè pure assodata la scarsa capacità di giudizio dimostrata fin’ora sento la necessità di trovare delle motivazioni plausibili a cose del genere. *Pat pat* per me, lo so. Comunque, dicevo, mi sono chiesta il perchè, e l’unica possibile risposta che ho trovato risiede nella necessità di dover risollevare la propria immagine in società… Posto che sicuramente ormai, tra un protesto e una indagine della Finanza, il suo nome deve essere ampiamente sputtanato. Chissà se troverà aiuto da qualcuno dei suoi amicici o se grazie a questa ostentazione di benessere i suddetti cercheranno di spolparlo ancora di più?

Forse lo scopriremo tramite il TG…

martedì 30 novembre 2010

Mr.M. e gli Affari Legali

Quando uno si trova a gestire un’azienda in forte difficoltà, quando non riesce a pagare gli stipendi e medita su quali figure professionali tagliare e a quali ridurre lo stipendio, qual è la mossa migliore da fare? Secondo Mr.M. è il caso di istituire un Ufficio Affari Legali interno. Ma attenzione, non assumendo, perchè sarebbe poco furbo con una situazione del genere… Bensì convocando, su consiglio del suo Avvocato penalista, tre avvocatucoli provenienti da mille km di distanza. Naturalmente spesati di viaggio e pernottamento.
Questo sì che si chiama “ottimizzare le risorse e tagliare i costi”.

giovedì 25 novembre 2010

Mr.M. e le cattive compagnie

Ora mi è chiaro cosa se ne faccia Mr.M. del Priapo della Bassa: lo usa come procacciatore di giovinette. I due infatti sono stati in giro l’altro giorno a far scorribande in centro, e tra una linea di credito e una falsa fattura Priapo confidava al nostro che non ha un posto dove trombare in santa pace con la sua amante ventunenne, visto che lei vive con delle amiche e lui con la famiglia.

Mr.M., che probabilmente condivide il problema, si è subito attivato per risolvere l’incresciosa situazione e ha brillantemente proposto al panzuto Priapo l’appartamento ora occupato da Little John, il quale, come le vostre acute e perspicaci menti avranno intuito, è ormai caduto in disgrazia a Corte.

Bisogna dire che la caduta in disgrazia aveva già dato qualche impercettibile segnale: ad esempio la nomina del Fantastico G. a nuovo Direttore Generale e il mancato pagamento delle ultime fatture dello Smilzo avrebbero dovuto quantomeno allertarlo sulla sua situazione. In ogni caso, se i segnali non fossero stati sufficienti, a mettere bene le cose in chiaro ci ha pensato il nostro Priapo, il quale non ha lasciato passare un istante dalla promessa dell’appartamento fatta da Mr. M., e si è precipitato a chiamare Little John per sapere quando avesse in programma di levarsi dalle balle e lasciare libero lo scannatoio. Ovviamente non ho potuto assistere alla telefonata, ma sono ragionevolmente certa che l’esordio sia stato simile a questo: “Alloooooora? M’han detto che lasci la caasa… Ah noo? Ma come, me l’ha detto Mr.Emme…”.

In ogni caso la dignità dell’Inappetente non è evidentemente pari al suo peso, visto che è ancora qui, e si ripromette di tirare la fine del mese per poter fatturare soldi che quasi certamente non vedrà mai.

Personaggi ed interpreti:

Priapo della Bassa: ormai lo conoscete, quello che però non sapete è che ha fornito a Mr.M. i numeri di telefono sia della propria amante che della giovane cugina, nella speranza forse di saziarne gli appetiti. Peccato che la giovane cugina sia un riciclo, essendo già stata piazzata al CrèditMènager. Ma questa storia meriterebbe un post a parte.

Il Fantastico G.: anche lui vi è già stato presentato. Col trascorrere dei giorni sono sempre più convinta che sia piuttosto scemo e simpatico a tratti. Sul “piuttosto scemo” evidentemente Mr.M. concorda con me, visto che ha deciso di intortarlo e di farlo DG: posto che è evidente a tutti, compresa la ragazza delle pulizie, che l’intento sia quello di avere una marionetta per le mani, e, come da manuale, l’unico a non accorgersene è proprio lui. Il che prova che in effetti la scelta è perfettamente azzeccata.

Little John: anche lui è ormai noto, e nonostante ormai abbia i minuti contati qui dentro, continua a ripetere quanto è stato bravo a creare questo clima di affetto e cooperazione in ufficio. Naturalmente è convinto che tutti lo piangeremo amaramente, e non considera minimamente il fatto che probabilmente il 90% di noi lo seguirà a ruota nel giro di pochi mesi.

Mr.M.: c’è poco da aggiungere su di lui, se non che dà maggiori segni di squilibrio ogni giorno, sentendosi sgretolare l’impero sotto i piedi. Come biasimarlo se cerca consolazione nelle ragazzine? Dopotutto si limita a seguire l’illustre esempio del suo mentore spirituale, il Premier!

giovedì 11 novembre 2010

WOOF! WOOF!

Dovete sapere, cari affezionati lettori, che Mr.M. prima di aprire una società ad Hong Kong, si appoggiava ad una società locale per il supporto nelle spedizioni e nei rapporti con i fornitori. Naturalmente anche questa società ha smesso di essere pagata, e anche da tempo immemore, e ad oggi avanza ancora diversi milioni di dollari. Mr.M. in origine firmò per questa società svariati assegni a copertura dell’intera cifra, riconoscendo di fatto il suo debito, e poi le ha tentate tutte per non pagare questo signore, che chiameremo Toro Seduto, stante la sua origine (chi ha orecchie per intendere…): dalla sostituzione con assegni scritti in modo che secondo lui fossero illeggibili e dunque non incassabili (incassati tutti), alla denuncia per estorsione, passando per numerosissimi pianti di miseria anche quando magari i soldi ci sarebbero stati. Alla fine però a nulla sono valsi i suoi innumerevoli sforzi e costui ha continuato imperterrito ad incassare assegni. Fino a ieri.

Ieri ha mandato all’incasso l’ennesimo SuperAssegno, naturalmente a questo punto abbondantemente scoperto, e Mr.M. ha pensato che la mossa migliore per metterci una pezza fosse minacciare l’Avvocato di Toro Seduto scrivendogli una bella e-mail densa di improbabili accuse come “LEI FA GLI INTERESSI DEL SUO CLIENTE CONTRO DI MEEEEH!!! COME SI PERMETTE!!! SE NON RITIRATE L’ASSEGNO IO LA RITERRO’ RESPONSABILE PER TUTTI I DANNI CHE NE VERRANNO ALLA MIA AZIENDAH! IO LA DENUNCIO PER ESTORSIONEH!”, nonostante il parere avverso della sua AP e del tanto denigrato AD, che sono anche stati accusati di mancanza di attributi mista a fifoneria.

Inspiegabilmente in seguito a ciò Toro Seduto e il suo avvocato si sono rifiutati di ritirare l’assegno, il quale quindi stava andando dritto dritto dal notaio per il protesto.
Compresa la gravità della situazione in uno degli ormai sempre più rari guizzi neuronali, Mr.M. ha quindi deciso di far chiamare il suddetto Avvocato per porgere le sue scuse per interposta persona. L’Avvocato chiaramente si è ben guardato dal rispondere tanto a lui quanto a chi per lui, e l’assegno ha inesorabilmente proseguito la sua corsa verso un lussuoso studio notarile.

Personaggi ed interpreti:

Toro Seduto: è uno dei maggiori creditori di Mr.M., letteralmente calunniato e accusato delle più varie nefandezze.

La AP: altrimenti detta Assistente personale di Mr.M. L’unica in grado di sopportare la nube tossica che lo avvolge, anche se non senza qualche cedimento.

AD: è l’Amministratore Delegato di una delle società del Gruppo. Non particolarmente dotato di attributi e per questo piuttosto scarsamente considerato, è però una persona per bene.

mercoledì 10 novembre 2010

Little John e l’indigenza

Il povero Little John, che non è un dipendente vero e proprio della felice società di Mr. M., ma emette fattura a fine mese, a settembre ha preso solo il 40% dell’onorario. Mentre noi grassi dipendenti lo stipendio di settembre l’abbiamo preso tutto!!! Il 15 di ottobre, ma tutto. Una vergogna, noi pagati per intero e lui povera stella solo il 40%. D’altra parte aveva appena raddoppiato la fattura perchè giustamente è stato promosso Direttore Generale, e nessun Direttore Generale che si rispetti prende meno di 10.000 euro al mese no? Così nonostante le evidenti difficoltà economiche della società ha ritenuto opportuno un adeguamento che va ben oltre questa cifra. Purtroppo però le sue aspettative sono state subito disattese, ed è stato pagato al 40%, dunque all’incirca quello che prendeva prima. Amaramente deluso, è un mese ormai che non fa altro che ripetere che lui poverino non è stato pagato e che domani non viene e che lascia la casa. Sì, perchè oltre alle fatture, agli adeguamenti, etc., il suo affitto è pagato dalla società.

Little John: “Ladybug, dovresti caricare la chiavetta dell’Ufficio invece che usarla e basta (30 cent. per una bottiglietta d’acqua. N.d.A.)! Almeno tu lo stipendio l’hai preso tutto, mentre io solo il 40%!”.

Ladybug: “Capisco, ma scommetterei che il suo 40% sia comunque nettamente superiore al mio 100%”.

Little John: “Beh, ma io ci pago le tasse eh!”.

Ladybug: “…”

Si accettano scommesse su cosa succederà con gli stipendi di ottobre, di cui naturalmente siamo tutti ancora in attesa, sia per intero che al 40%.

E Dio disse “sia la luce!”

Si è fulminata la lampadina nel bagno delle Signore, evento che porta con sè tre grossi problemi:

1. Ci saranno le lampadine per cambiarla?

2. E la scala?

3. E chi ci sale sulla scala a cambiare la lampadina?

Nel frattempo, visto che il bagno è cieco, o fai pipì con la porta aperta, oppure la fai al buio. Fortuna che non è successo nel bagno degli uomini…

martedì 9 novembre 2010

Pronto? PRONTO???!!!

*Driiiiin Driiiiiin*

“Pronto?”

“Sì, mi scusi, volevo il numero dell’assistenza per favore”

“Certo! 02/XXXXYYXYX oppure XXY”

“Eh, ma è lungo…”

“Scusi?”

“Eh, sono 9 cifre…”

“…”

Ladybug e le leggi della fisica

In natura nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.

Ecco perchè la mia cucitrice si è trasferita dalla mia scrivania al cassetto di Arterio, e sopra le è apparso il suo nome scritto col pennarello indelebile.

Indovinate di chi era il pennarello.

Ah le comodità dei conti correnti online… Puoi fare tutto dal tuo pc, senza muoverti. Senza uscire a prendere freddo, pioggia, neve. Senza perdite di tempo. Puoi addirittura cambiare la password, per maggiore sicurezza dei movimenti.

Alice: “Ma perchè l’accesso al conto è bloccato? Ah, sì, è vero, ho cambiato la passuòrd! E adesso qual era quella nuova?! Accidenti, l’ho dimenticata…”

“….”

mercoledì 3 novembre 2010

Pronto? Zoo comunale?

Stamattina all’arrivo in azienda sono stata accolta da un profondo cambiamento strutturale: la nostra centralinista sabato è stata dal parrucchiere. O meglio, come suggeriva Cammèèèèla, probabilmente è stata al “Paradiso del cucciolo”, visto che ora somiglia in modo inquietante ad un cocker: infatti le hanno fatto una bella frangia mossa fin sugli occhi che unita ai capelli lunghi laterali, sempre mossi, e alla tinta biondo fulvo, la fa somigliare incredibilmente ad uno dei migliori amici dell’uomo. Questo fatto, unito alla presenza costante del pappagallo in reception, direi che dà un ottimo quadro aziendale a chi per la prima volta entri in contatto con noi.

giovedì 28 ottobre 2010

E Dio disse “Call center”

E call center fu.

La novità dell’anno è stata la centralizzazione del servizio di assistenza post vendita. Da centri assistenza sparsi su tutto il territorio, oggi se un prodotto in garanzia si guasta lo sventurato acquirente dovrà prima di tutto chiamare il call center, dove verranno presi i suoi dati, gli verrà spedito un bollettino postale da applicare sul pacco, lui lo spedirà in sede e il prodotto verrà riparato nel nostro laboratorio e rispedito al proprietario nel giro di 48 ore.

Questo naturalmente è quello che dovrebbe accadere se tutto funzionasse.

Di fatto parlando di call center uno si immagina la classica signorina sorridente con la cuffietta, il tailleur, il pc ultimo modello su una scrivania bianco latte e l’alito che sa di menta.

Il nostro call center si trova in un angolo del magazzino, ed è composto da due linee telefoniche, le quali suonano su due tavoli da lavoro ed alle quali rispondono due ragazzi che appena terminano di ricevere le telefonate si mettono a riparare i guasti. Sono dotati di telefono, senza cuffietta, e un computer a manovella, per il quale è pressochè impossibile gestire contemporaneamente l’anagrafica del cliente e il sito delle poste tramite il quale devono indirizzare lo sventurato all’ufficio postale più vicino. In queste condizioni l’operazione “Mi dia i suoi dati – Bene, quando riceve il bollettino deve recarsi all’ufficio postale di XY” richiede mediamente 20 minuti. Potete immaginare quante chiamate al giorno ricevono, posto che l’assistenza dovrebbe coprire tutta Italia, e in quanti dialetti.

C’è gente che telefona per giorni e non riesce a parlare con l’operatore, allora chiama il centralino e insulta la centralinista, la quale naturalmente ben poco può fare. Al massimo proverà a passare la chiamata all’interno dell’assistenza e lo troverà occupato.

Quando invece va tutto bene e lo sventurato acquirente riesce a dare i suoi dati al tecnico possono accadere altre cose:

a) i bollettini prepagati da spedire sono finiti, le poste li hanno esauriti oppure non ci sono i soldi per comprarli, nel qual caso si attende pazientemente che qualche evento esterno sblocchi la situazione;

b) il bollettino parte per l’indirizzo dello sventurato e viene smarrito dalle poste, oppure l’indirizzo è inesistente, oppure lo sventurato è sconosciuto oppure vive in una strada impraticabile (ci stiamo ancora domandando cosa significhi). Nel primo caso lo sventurato tenterà di ricontattare l’assistenza e verrà di colpo rispedito al punto di partenza; negli altri casi il bollettino torna al mittente, cioè al mio collega Esaurito, che cerca di capire come farlo pervenire allo sventurato di cui sopra;

c) poniamo il caso che lo sventurato riceva il bollettino, dovrà ora applicarlo sul pacco e recarsi all’ufficio postale più vicino per procedere alla spedizione. Qui può accadere che l’ufficio postale si rifiuti di prendere il pacco perchè eccedente i limiti di dimensione e/o di peso, in barba alla convenzione con noi stipulata. A questo punto lo sventurato troverà il modo di mettersi in contatto con Esaurito, che chiamerà l’ufficio postale e ululerà loro di leggere la circolare n.xyz che prevede la possibilità per la nostra evoluta società di spedire anche pacchi enormi. Poi Esaurito ricontatterà lo sventurato e lo farà tornare in posta per ritentare la sorte;

d) a questo punto il pacco parte per qui. Naturalmente può essere smarrito dalle poste durante il tragitto, oppure può essere smarrito da noi una volta arrivato. In ogni caso i tempi di riparazione medi sono qualcosa di imbarazzante. Ma ripensate ai ragazzi nell’angolo del magazzino, senza riscaldamento, col telefono e il pc a manovella, e capirete il motivo;

e) nella remotissima ipotesi in cui nulla di tutto ciò si verifichi, avrete il vostro prodotto riparato e perfettamente funzionante nel giro di poche ore.

Pensateci: invece di insultare una centralinista date direttamente la pratica in mano all’avvocato dell’associazione consumatori.

Personaggi ed interpreti:

Esaurito: è il mio collega che si occupa di coordinare l’assistenza, dei rapporti con Poste Italiane, delle spedizioni dei pacchi di chi acquista i decoder per telefono, di capire perchè un pacco rientra/un indirizzo era sconosciuto/una signora non ha più notizie del suo televisore spedito in assistenza nel 1915/varie ed eventuali. Capirete che il soprannome calza.

La Centralinista: è stata per un breve pugno di mesi di stanza all’ufficio commerciale, ma il tentativo di una progressione carrieristica è miseramente naufragato davanti alla sua inattività. Little John sosteneva che la sola sua vista gli facesse venire il latte alle ginocchia, così ad un certo punto è stata malamente rispedita di sotto alla reception, dove deve occuparsi di smistare le telefonate e ricevere la posta: “Ladybug, c’è in linea una persona per te” - “Ah, ok, e chi è?” – “Eh, non mi ricordo”. Non crediate che la ricezione della posta vada meglio: “Ah, c’è da firmare? Aspetti che chiamo qualcuno”. Perchè abbia il terrore di firmare qualsiasi cosa per ricevuta, è ignoto. Ma forse vista la situazione non ha nemmeno tutti i torti…

mercoledì 27 ottobre 2010

Messaggi dall’etere

Ieri pomeriggio, ore 14.00, ricevo una mail dal buon GT (che non sta per Gran Turismo) con allegato l’estratto conto delle fatture da noi non pagate ad un certo fornitore. Mi sorge spontanea la domanda “E che ci devo fare con sta roba?” e tempestivamente formulo la risposta al nostro GT: “?”.

GT altrettanto tempestivamente mi risponde che me l’ha mandata su richiesta di Cammèèèèla (da leggersi con spiccato accento siculo).

Chiedo quindi a Cammèèèèla il perchè, per capire che ci devo fare con questa informazione, e mi viene risposto che la richiesta era partita da Little John.

Allora vado da Little John a chiedere lumi. Lui mi guarda come se mi vedesse per la prima volta, e mi dice che non ne sa nulla.

E vissero felici e contenti.

Personaggi ed interpreti:

GT: è uno dei ragazzi dell’Amministrazione, il maggiore esperto in temporeggiamento e latitanza telefonica di tutta l’azienda.

Cammèèèèla: è uno dei ragazzi della logistica. Il nomignolo non è dovuto ad un repentino cambio di sesso, ma al fatto che il suo interno era precedentemente quello di una certa Carmela, che da tempo non lavora più qui, tuttavia il nome che compare sul display quando lui telefona a qualcuno in azienda è ancora quello.

lunedì 25 ottobre 2010

Mr.M. e il Feng shui

“Il Feng Shui vi guida alla scoperta dell’antica arte d’arredare in armonia con l’energia dell’universo”.

Forse Mr. M. pensava a questo quanto stamattina è piombato nell’Ufficio Commerciale e al grido di “è tutto in disordine” ha fatto spostare mobili e postazioni a metà dei componenti. Il tutto accompagnato da controlli negli armadietti dei documenti e riorganizzazione degli archivi. Naturalmente se un armadietto contiene una calcolatrice in disuso noi siamo accusati di nasconderla, d’altronde vista la precarietà degli stipendi è sempre bene portarsi avanti. La mia scrivania miracolosamente è rimasta indenne.
Chissà fino a quando.

Il risultato del delirio riarredativo è stata la creazione del vuoto cosmico esattamente nel centro dell’ufficio in questione, che prima era occupato da due scrivanie una usata da Arterio quando è in transito e l’altra utilizzata come piano di appoggiovarieedeventuali. Bene, nulla di tutto ciò esiste più: uniche vestigia del passato arredo sono la colonnina con le prese di corrente esattamente al centro della stanza, e un tavolino della misura di un banco di scuola con relativa sedia.

Forse la speranza è che l’energia vitale ricircoli nell’ambiente, portanto un boom di vendite che comunque non avremmo abbastanza merce per soddisfare, oppure più probabilmente è solo un altro dei tanti sintomi di cedimento psicofisico del Nostro.

In ogni caso potremmo organizzare serate di lap dance, almeno la colonnina non resterà inutilizzata a lungo… E per certo gli spettacoli a luci rosse rendono più degli elettrodomestici!

venerdì 22 ottobre 2010

Alice e la tana del Bianconiglio

“Vuoi installare un programma che renderà il tuo computer velocissimo, bellissimo, lucidissimo, e che guarisce alitosi e calvizie?”

*Sì* *No*

“MA CERTO CHE SI’! MA CHE FIGATA!” *CLICK*

….

Alice: “Ehm, ma perchè il mio pc fa delle cose strane come mandare mail a raffica, prendere iniziative autonome sulla gestione dei file e non fa quello che gli dico io?”

“Eh Alice, hai preso un virus… Anzi, non uno, almeno 3 o 4… La prossima volta magari non clikkare indiscriminatamente OK a tutte le cazzate che ti arrivano!”

Alice: “Aaaaah… Ma scusa sei proprio tu che mi dici sempre che su internet si trova tutto…”.

“….”

Personaggi ed interpreti:

Alice nel Paese delle Meraviglie: niente popòdimenochè il Capo Contabile. Dovrebbe essere ben consapevole della situazione in cui versa l’azienda, posto che vede numeri tutti i giorni, ma solo pochi giorni fa chiedeva con stupore ai suoi colleghi se davvero fosse il caso di mettersi a cercare altrove. Sorge il dubbio che il virus non abbia colpito solo il pc.

giovedì 21 ottobre 2010

Chi ha paura del lupo cattivo?

La nostra permanenza tra queste 4 mura si tinge di giallo: stamattina arrivo tardi, trovo il cancello chiuso e penso “occazzo, li hanno portati via tutti”, ero solo in dubbio tra le forze dell’ordine e il 118… Chi sarà arrivato prima? Invece suono il citofono, entro, e scopro che ieri sera alle 18.30 circa qualcuno si è introdotto negli uffici, ancora aperti e perlopiù popolati, ed è andato diretto all’ufficio della Consorte asportando il di lei computer portatile.

I più acuti hanno pensato che la cosa fosse premeditata, visto che dalle registrazioni delle telecamere si vede un distinto signore entrare negli uffici con una borsa da pc sotto braccio ed entrare diretto e a botta sicura nell’ufficio della signora. Come da manuale, nel suo percorso ingresso-ufficio-ingresso non ha incontrato nessuno, poichè tutti erano esattamente dietro l’angolo a bere il caffè.

Ora, le ipotesi sul movente si sprecano: si va dalla ritorsione di un fornitore non pagato, passando per il gesto intimidatorio di un qualche non meglio identificato nemico di Mr.M., che comunque ne ha plausibilmente svariati, fino all’azzardata ipotesi di un bliz della Guardia di Finanza (mi auguro che le nostre forze dell’ordine non siano messe così male); i più ottimisti, quasi equiparabili ai sostenitori della Finanza, pensano addirittura che il delinquente fosse alla ricerca di importanti dati aziendali, come se potessero trovarsi nel pc della Consorte dati più compromettenti di qualche foto del mare o del numero della manicure. Poi ci sono i catastrofisti, che ipotizzano l’imminente arrivo di una squadra di rapinatori a volto coperto a portar via ste quattro cianfrusaglie.

In ogni caso l’infausto evento non ha tolto il sorriso alla Consorte: paresi naturale o botulinica?

Ai posteri l’ardua sentenza…

mercoledì 20 ottobre 2010

Il fax, questo sconosciuto

Il fax dell’ufficio commerciale non funziona. Cioè, è finita la cartuccia e in cassa non ci sono soldi per andare a comprarla. In compenso il Priapo della Bassa sostiene di avere disponibilità sul conto della “sua” società, e quindi ha ben pensato di chiedere un finanziamento per la macchina. Posto che tutti gli altri con auto aziendale stanno per rimanere a piedi e che siamo al freddo, non mi pare un’ideona.
Eppure Mr.M. gli ha detto di chiedere pure il preventivo.




martedì 19 ottobre 2010

Little John e i pagamenti possibili

Little John: “Ladybug, guarda che verrà su il responsabile della logistica per farti inserire un ordine di bancali, procedi pure”.

Io: “Ma scusi, sto ancora aspettando l’ok per pagare alla consegna il nastro adesivo e facciamo un altro ordine?”.

Little John: “Eh ma questi forse riusciamo a non pagarli alla consegna”.

Io: “….”

Little John: “Ma tu lo sai, io sono una persona onesta. Però come si fa a non andare avanti? Voglio almeno dire di averci provato”.

Io: “…”

Sono stanca, datemi un lavoro vero.

Personaggi ed interpreti:

Little John aka Lo Smilzo o L'Inappetente: così soprannominato a causa del prominente strato di adipe che lo avvolge, divide ovviamente l’ufficio con Robin Hood, ed è il mio capo, nonchè Direttore Generale, Direttore Commerciale, Gran Lup. Mann. Figl. di Putt. Detto così fa scena, ma non è altro che uno degli “Yes man” di Mr.M.

Ladybug: la sottoscritta, che è qui da gennaio e ancora non smette di stupirsi.

Scusi, di cosa si occupa la sua azienda?

Per la serie: “fiducia nei nostri prodotti”, ma soprattutto “non voglio morire assiderata prima dei 35 anni” mi son fatta portare una delle nostre stufette in ufficio perchè si muore di freddo.

Fabio: “Ma non è che prende fuoco?”

Io: “Ma nooooooh! L’ha riparata Aldo!”.

Fabio: “Speriamo”.

Personaggi ed interpreti:

Fabietto: è il piccolo dell’ufficio, le nostre postazioni sono una di fronte all’altra, quindi sporgendoci dai rispettivi monitor ci vediamo in faccia e possiamo capirci con uno sguardo. Sempre griffatissimo e in cerca di giovani fanciulle da circuire.

Aldo: è il Mc Giver della nostra azienda. Lavora in un ufficio adiacente al magazzino, dove ripara ogni genere di elettrodomestico e televisore con mezzi di fortuna. E non scherzo.

lunedì 18 ottobre 2010

Il Fantastico G. e Arterio

Lasciate che oggi vi presenti il Fantastico G.

Arriva da un’altra società di cui non farò il nome, e dalla quale è stato gentilmente accompagnato alla porta perchè a quanto pare faceva un po’ di confusione sui beni aziendali e quelli personali. D’altronde, con la spiccata brillantezza e l’acume che lo contraddistinguono, non è riuscito a passare inosservato. Naturalmente Mr. M non poteva farsi mancare un collaboratore di tal fatta, e quindi si è affrettato ad offrirgli il posto di Amministratore di una delle società, prima del Priapo de’noartri di cui vi ho già parlato. Poi è caduto in disgrazia e si è preso un bel contratto a tempo determinato e ora si occupa di recupero crediti. “Sto ancora aspettando che mi mandino il LEGEND, sono giorni che sollecito e non arriva nulla!”

- “Ehm, Fantastico G., si chiama Ageing”
- “Eh, e io che ho detto, LEGEND”.
- “….”

Volete sapere come ha fatto a cadere in disgrazia? Ebbene, è inciampato nel pappagallo asportandogli una bella manciata di penne della coda e provocando le ire di Mr. M.

In ogni caso, il Fantastico G. è oggi più o meno in pianta stabile qui all’ufficio commerciale, dove si trova ad interagire con il celeberrimo Arterio.

Arterio ha oltre 70 anni, è un agente della Lombardia e siamo tutti unanimi nel concordare sul fatto che venda prendendo i clienti per sfinimento. Ha un alito pestilenziale, è leggermente sordo, e quando non è in ufficio tempesta di telefonate me e il mio collega per sapere se i suoi ordini sono partiti.

Di seguito uno stralcio di conversazione tra i due:

Arterio: “Scusa, ma com’è che ti chiami?”

Fantastico G.: “CALOGGERO! HAHAHAHAHAHAHA!”

Arterio: “Ah, allora mi sa che continuo a chiamarti per cognome…”

Fantastico G.: “Ma no, guarda che scherzavo… D’altronde ho uno spiccato senso dell’umorismo! Mi chiamo Maurizio!!!”

Arterio: “Ah, bene… E cosa volevo dirti?”

Fantastico G.: “Eh, cosa ne so… Mi hai chiesto Come ti chiami…”

Arterio: “Guido”!

*Applausi*Sipario*

sabato 16 ottobre 2010

New entries: Priapo e la giovane Amante

Da leggersi con voce nasale e accento della bassa: “Allooora? Com’è andata la cena ieri sera? Trombatoooo?”.

Questo è l’esordio, nonchè il tema principale di qualsiasi genere di conversazione provenga dal Priapo de’ noartri, l’uomo più infoiato dell’ufficio: e ce ne vuole, visti gli altri… Ma lui, ultimo arrivato, è subito balzato in vetta alla classifica portando tanto di prove della sua vigoria sessuale, nella persona della giovane amante ventenne che viene a trovarlo un pomeriggio sì e l’altro pure. Chissà quale evento si verificherà prima: chiuderemo o li troveremo a copulare alle macchinette del caffè?

Lei naturalmente è straniera e potrebbe essere sua figlia (o forse è anche più giovane della figlia), lui è in piena crisi di mezz’età: pantalone viola e chioma fluente. Di recente ha chiesto ad un altro collega di procurargli un paio di ragazze per una “seratina”, dal momento che moglie, figlia e amante erano via: cocaina, viagra, naturale superpotenzasessualedellabassa, o spara solo un sacco di balle?

Personaggi ed interpreti:

- PriapodellaBassa: Come dicevo è l’ultimo acquisto dell’ufficio, amministratore di una delle società del gruppo, si esprime “cazzo-figa style, trombo di qua trombo di là”.

- La giovane Amante: ventenne universitaria di provenienza nordafricana, prima aveva un negozio, poi ci lavorava e basta, poi ha deciso di andarsene e infine l’hanno mandata via. Morale, passa qui i suoi pomeriggi, a volte anche con un paio di amiche, con somma irritazione della sottoscritta che invece vorrebbe lavorare in un ambiente “professiona…le”.

venerdì 15 ottobre 2010

Centralini possibili

A volte capita che la centralinista prenda delle ferie o dei permessi. E quando succedeva ai bei tempi subito la cooperativa mandava una sostituta. Ora la cooperativa non viene pagata da mesi, e dunque la sottoscritta e altre due colleghe devono smazzarsi il turno in reception.

Il turno suddetto comporta diverse cose:

1. Ricevere innumerevoli telefonate di protesta, lamentela e simili;

2. Inseguire i colleghi dell’amministrazione che si negano al telefono, non rispondono, etc.

3. Sedare il pappagallo. Sì, il pappagallo è stato regalato a Mr. M. per il suo compleanno e una bella mattina ce lo siamo visto recapitare con tanto di gabbia e trespolo. Originariamente era stato messo nell’ufficio presidenziale, dove ha resistito circa una settimana. Poi visto che caga come un leone e urla come un’aquila è stato portato di sotto. Ha imparato a dire “pronto” e, cosa più inquietante, a ridere come un essere umano.

4. Smistare personaggi improbabili in giro per i vari uffici: quello che avanza del catrame e si propone per asfaltare gratis il vialetto, quello che deve prendere le misure per un trasloco ordinato non si sa da chi, quello che è stato mandato a questo indirizzo, ma non sa da chi e per fare cosa.

Inquietanti.

Il Delfino e gli Stipendi

“Allora bisogna pagare gli stipendi” disse il Grande Capitano d’Industria, detto anche Delfino di Francia, nonchè Resuscitatore del Morto, messo di fronte all’alternativa “pagare gli stipendi” vs “dichiarare bancarotta fraudolenta”.
Un vero lungimirante, niente da dire.

D’altronde le ipotesi plausibili erano già state tutte vagliate con attenzione, partendo da “diamo 1000 euro per ciascuno” (che è quasi il 100% del mio stipendio, quindi sarei anche stata d’accordo) al “paghiamo solo chi se lo merita”. Ma purtroppo le idee geniali sono naufragate miseramente davanti all’insormontabile problema dato dal fatto che tra “chi se lo merita” non sarebbero rientrati nemmeno con la fantasia Mr. M e Consorte.

Ma lasciate che vi spieghi di cosa si tratta: lavoro qui da gennaio, e ogni giorno mi meraviglio che la baracca sia ancora in piedi. Sono mesi che incombono controlli della Finanza, creditori che producono decreti ingiuntivi come piovesse, fornitori non pagati che minacciano di interrompere i servizi… Eppure siamo sempre qui. E fino ad agosto lo stipendio, non si sa come, era anche arrivato più o meno con regolarità. Ora non verrà nessuno ad accendere i riscaldamenti, ma poco male. Dopo tutto, tra le altre cose, vediamo stufette. Ci stringeremo e via. Quante storie, cosa volete che sia l’autunno/inverno in un capannone di lamiera nel milanese?

Attori ed interpreti (altri ovviamente seguiranno):
- Mr. M. : è il “capo della melonera”, colui che si è fatto da solo, ha creato l’azienda dal nulla e nel nulla la sta facendo tornare.
- La Consorte: una delle donne più rifatte del pianeta. Per avere uno splendido sorriso ha sacrificato una parte di un osso del cranio. Effetto collaterale: amnesia fotocopiale. Non riesce a ricordare come si fanno le fotocopie.
- Il Delfino di Francia, aka Grande Capitano d’Industria: è il fratello minore del nostro Mr. M., nonchè suo reggente mentre il principale è in Cina a rendersi ridicolo con i fornitori. Abbiamo già avuto modo di conoscerlo nel post di oggi, ma sono certa che ci riserverà nuove sorprese. Ha fatto il suo ingresso in azienda martedì, al grido di “Sono qui per resuscitare il morto”. *Applausi*.

giovedì 14 ottobre 2010

Traslochi improbabili e possibili

"Tranquilli! Il trasloco non si fa più!"

*Sospiri di sollievo*

*Pereppeppè pereppeppè*

"Pronto?"

"Ci sono i signori per le misure per il trasloco"

"Ma non era tutto bloccato?!"

"Eh sìììì, peròòòòò ci hanno chiesto un preventivooooo..."

"............"

Morale, due individui si sono aggirati per tutto il pomeriggio per gli uffici con il centimetro in mano.

domenica 7 marzo 2010

Ladybug e i funerali

Ci sono due tipi di funerali: quelli a cui non si vorrebbe mai partecipare perchè sono di qualcuno cui siamo molto legati e ci è molto caro, dolorosi e pesanti. E poi ci sono quelli "grigi", perchè ovviamente un funerale non è mai allegro, ma se il caro estinto non era un nostro stretto conoscente, oppure anche lo era, ma di età e condizioni tali da essere un bene che sia dipartito, evidentemente la situazione si affronta con spirito diverso.

Ecco, ieri ho partecipato ad un funerale del secondo tipo, protagonista la mia nonna paterna di anni 95, non più lucuda da 5 e immobile a letto da 1. Capite bene che la sua dipartita è stata pressochè una formalità.
Dicevo dunque che quando si partecipa ad un funerale a mente lucida, si notano anche particolari piuttosto divertenti, che invece giustamente quando si è sconvolti sfuggono.
Bene, prima dell'inizio della cerimonia, fuori dalla chiesa con fratello e cugino a chiacchierare, vediamo appropinquarsi una vecchina tutta storta e barcollante, che portava in mano una bottiglia di vino aperta e vuota per metà: si avvicina al libro, firma, e poi si rivolge a noi e fa: "Il morto è dentro?".
Sguardi di sconcerto tra noi, che dopo aver annuito all'unisono, appena lei entra in chiesa, scoppiamo in una risata molto poco consona alla situazione.

Altra nota di colore il chierichetto quarantenne, che non ne poteva più di star lì, sbadigliava coprendosi malamente la bocca con le mani giunte in preghiera, e guardava l'orologio in continuazione nella vana speranza che i minuti passassero più veloci.

Qualche angosciosa riflessione sulla vecchiaia, qualche abbraccio ai parenti, e poi tutti a casa.

Amen.

domenica 7 febbraio 2010

Il signor Vito

Come avevo anticipato nel post sulle risate di qualche tempo fa, è giunto il momento di parlare del famigerato SignorVito (tutto attaccato perchè viene pronunciato da sempre come fosse una parola sola).

Il SignorVito è l'uomo di fatica della Regina Madre. Colui al quale vengono rifilati i lavori che "nessuno fa più" (Cit. RM), tipo pulire le fughe delle piastrelle del bagno, staccare i feltrini delle sedie, lavarli e riappiccicarli, lucidare il lato posteriore della madia e se avanza tempo anche smacchiare un paio di leopardi.

Considerate che RM ha la veneranda età di 87 anni, va per gli 88. Il Vito ne avrà a dir poco 75, e frequenta casa da almeno 40 anni. E' pugliese, e quando parla lo capisce solo RM, che lo segue per tutta la casa, indicandogli gli angoli più improbabili da ripulire e riempiendolo di complimenti, perchè "il Vito è bravo, ma va seguito eh!".
Alle 11 il SignorVito prende il tè. O meglio, la Regina Madre ha stabilito che alle 11 il SignorVito prende il tè. Mi chiedo se lui abbia mai avuto voce in capitolo, ma preferisco non rispondermi.

Con mia madre e mio fratello abbiamo stabilito che Regina Madre e Sig.Vito siano legati indissolubilmente da un rapporto sadomaso, sublimato nello svolgimento delle pulizie: lei ovviamente fa la mistress, lo cazzia quando non pulisce a dovere, e lo premia col tè quando invece è meticoloso. Lui è il perfetto sottomesso, si incunea sotto qualsiasi mobile alla minima alzata di sopracciglio della padrona, ed è sempre disponibile ed ossequioso.

Quando ero piccola, il SignorVito svolgeva anche mansioni da autista: su una scassatissima Alfa sud rossa caricava Regina Madre, me e mio fratello, e ci portava in visita alla nonnona (cioè la madre di RM) che stava all'ospizio ed è campata fino alla veneranda età di 106 anni. Lei stava a Carugate, quindi c'era anche un po' di tangenziale da fare... Roba che solo ora mi rendo conto dei rischi che abbiamo corso.
Naturalmente la strada scelta dal SignorVito non andava mai bene, e La Regina Madre stava aggrappata alla maniglia sopra al finestrino e berciava "SignorVito, RALLENTI! NON TROVO I MIEI PUNTI DI RIFERIMENTO!". Come se l'alfa sud

Il signor Vito potesse raggiungere chissà quali velocità supersoniche... Se sfioravamo i 55 km/h prima della disintegrazione era già tanto.

Ovviamente il SignorVito va prenotato, perchè ha delle terre in Puglia nelle quali ciclicamente nel corso dell'anno deve dedicarsi all'orto, alla vendemmia e altre amenità simili, e la Regina Madre custodisce gelosamente il suo numero di telefono, rifiutandosi categoricamente di condividerlo con chicchessia, compresa mia madre.
La prova dell'esistenza di queste vigne ci arriva una volta all'anno, più o meno in gennaio, quando il SignorVito viene a trovare la Regina Madre e le porta un paio di bottiglie del suo vino: una porcheria color giallo-piscio-di-nefritico, il cui sapore è una via di mezzo tra un passito acido e un moscato al petrolio.
Naturalmente RM va in sollucchero quando arriva il vino del SignorVito, e inizia ad elencarne il gusto delizioso e le doti terapeutiche. Mia madre sottolinea che invece è una porcheria, dando la stura ad una serie di commenti tipo "Tu-sei-sempre-contro-di-me, mi-metti-contro-i-miei-nipoti", etc etc.
L'unico indizio del fatto che RM sia in realtà consapevole dello schifo ma non voglia ammetterlo, sta nel fatto che cerca di offrirlo a chiunque.
Lei non offre mai, è risaputo. Compra dosi da 1 e le nasconde in frigo. Se le avanza qualcosa, lo offre quando ormai è vecchio e lei non lo mangia più. Quando la mortadella è verde e puzza di morto, lei la offre a noi. Per capirci.

venerdì 15 gennaio 2010

Si può vivere senza ridere?

E' una domanda retorica, ovviamente. E la risposta è sì. Lo so bene perchè vivo con la 87enne prova vivente, quindi a quanto pare si vive pure a lungo. Alla faccia delle cazzate sul fatto che il senso dell'umorismo allunga la vita e le risate abbassano la pressione. Lei per la pressione prende la pillola, e siamo pari.
Voi non ci crederete, ma io in tutta la vita l'ho vista ridere una volta sola, in montagna... Correva l'anno millenovecento(e già la dico lunga)novantatre.
Ovviamente non parlo di quelle composte risatine di cortesia, che rifila spesso e volentieri al parentado per telefono e dal vivo in visita, quelle che si fanno con la bocca a culo di gallina e la manina davanti a coprire una tale manifestazione di ilarità e scmpostezza, ma di una bella risata di gusto, di quelle che non riesci a fermarti e ti lacrimano gli occhi.
No, lei non ride, non conosce umorismo, ironia, sarcasmo. Le risate la infastidiscono, non sono decorose... Ridere "non sta bene".

Ecco, questo soggetto ricco di colore e simpatia oggi pomeriggio mi ha chiuso sul terrazzo. La scena è stata più o meno questa: ore 15, dopo aver bevuto il caffè con Paolo (che sarebbe un caro amico che viene qui a studiare con me di pomeriggio) io e lui usciamo sul terrazzo della cucina a fumare una sigaretta. Naturalmente la porta la accostiamo dietro di noi per non far entrare fumo e freddo in casa. E fin qui tutto normale.
Lei si appropinqua al di là del vetro verso di noi, saluta Paolo con la solita bocca a culo di gallina, riservata agli ospiti più graditi (Paolo è uno dei pochi miei amici che sia a lei gradito, ma è solo questione di tempo), e mi dice che se suonano alla porta devo aprire io perchè lei va in bagno, ma sta aspettando il Signor Vito (il Vito merita un post a parte, arriverà), dopodichè senza che io me ne accorga dà un mezzo giro alla maniglia della porta finestra e se ne va.
Noi ovviamente finiamo di fumare e proviamo a spingere la finestra per rientrare, ma niente. Bloccata.
...
La vecchia ci ha chiuso di nuovo fuori.
Di nuovo, perchè ovviamente non è la prima volta. Alla prima ho riso, alla seconda ho abbozzato, dalla terza in poi urlo. Magari se lo ricorda meglio.
Ma ovviamente sono io che me la prendo troppo, che ho un brutto carattere, etc etc. Quindi oltre a star fuori con i pinguini ad aspettare che Madame finisca di cagare, poi mi prendo pure il cazziatone perchè mi girano.

E voi l'ultima risata quando ve la siete fatta?

domenica 10 gennaio 2010

L'autocritica, questa sconosciuta

Voi fate autocritica? Scommetto che siete convinti di sì. Non ho mai sentito nessuno ammettere di partire dal presupposto di avere ragione. Eppure se vi guardate un attimo intorno scoprirete che quello che la maggior parte delle persone definisce "autocritica" in realtà si chiama "elenco dei perchè ho ragione io".

Scusate, ma l'autocritica non è questo. Chi la fa seriamente prima o poi arriva anche a riconoscere di aver torto, almeno in qualche caso. E chi pensa di avere torto, di norma si scusa.
Certo, poi subentrano i problemi di orgoglio, ma ammetterlo a se stessi è il passo più difficile, poi se si tiene davvero a qualcuno l'ammetterlo anche con lui dovrebbe essere più semplice. Dovrebbe.

Quand'è stata l'ultima volta che avete chiesto scusa a qualcuno? Io non molto, anche se non ricordo il motivo... Doveva essere una stupidaggine.
L'ultima volta in cui invece mi sono chiesta se avrei dovuto è stata nei confronti della mia "ex" migliore amica. Dall' "ex" capirete che alla fine non l'ho fatto. D'altronde nei litigi di fine rapporto è logico che ognuna delle parti sia convinta di avere ragione da vendere senza possibilità di negoziazione, altrimenti sarebbero solo discussioni o litigi intermedi.
Nel nostro caso la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la sua disapprovazione su come io trascorro il tempo libero, e di tempo libero ne ho a pacchi, dal momento che con mia somma frustrazione non riesco a trovare lavoro, per cui tendo a vegetare al pc più del dovuto, ad inventarmi hobbies improbabili come lo scrapbooking e ad affinare le mie doti di cuoca provetta.
Naturalmente, visto che non ci sentivamo già da qualche tempo per mia overdose sopravvenuta, tutto quello che lei poteva percepire erano le ore al pc, e quindi ha pensato che fosse una buona idea quella di ironizzare sul fatto che dovessi uscire di più.

Ora, che la mia migliore amica si preoccupi delle mie muffe sarebbe anche una cosa gradita... Purchè manifestasse preoccupazione e suggerimenti costruttivi, non critica e ironia su una cosa che evidentemente per me costituisce un problema.
Mi pare ovvio che preferirei avere un lavoro, potermi permettere di uscire di casa e costruire la mia vita, ma più che mandare il CV ai quattro angoli del globo e attendere fiduciosa non posso fare.
Invece che prendermi per il culo avrebbe potuto, non so, suggerirmi di mandare il curriculum a suo padre, il secondo uomo più ammanicato del mondo, tanto per dirne una. Invece no.
Quindi ho deciso che basta. Le ho fatto da fonte di energia per un anno quasi, ha attinto da me a piene mani senza nulla in cambio. E ora al posto della comprensione minima sindacale richiesta dall'amicizia devo essere pure cazziata e criticata.

Mi dispiace, ma anche no. E il 2010 sarà l'anno del "fanculizza le sanguisughe energetiche imparando a dire no".

mercoledì 6 gennaio 2010

Oddio lo sapevo. Sapevo che sarebbe successo. Per questo sono mesi che medito di aprire un blog e rimando in continuazione. Il blocco del blogger.
Una volta era detto "blocco dello scrittore", ma ormai chi scrive più? Qui si digita. Il "blocco del digitatore" però non suona granchè... Blocco del blogger invece ha una sua piacevole sonorità.
Così dopo una piacevole chiacchierata telefonica con un carissimo amico alla fine mi sono decisa a farmi suggerire da google un sito e a scrivere qualcosa che somigli ad un post di apertura.
No, l'argomento della conversazione non erano nè internet nè i blog, bensì quelle storie di famiglia che è un peccato lasciar cadere nel dimenticatoio; quelle che si perdono nelle menate quotidiane ma che invece sono delle chicche, dei gioielli di rapporto interpersonale, delle perle di interazione sociale.
Io per esempio ho scoperto stasera che un ramo della mia famiglia ha per bis-bis nonno un conte tedesco che, persa una scommessa a carte, dovette sposare la più brutta sguattera della casa, rendendola così nobildonna e madre di due figli. Sottolineo "madre di due figli" per dire che onorò in pieno la scommessa trombandosela pure almeno un paio di volte, il che non è poco.

Immagino che ognuno di noi abbia storie di famiglia perse nella memoria di qualche nonno troppo stronzo/antipatico/svogliato/rancoroso verso il passato (beh, non l'avrò mica solo io una nonna così), oppure banalmente con l'alzheimer, che ha portato o porterà con sè nell'aldilà strane storie di un'altra epoca.
Pensate al patrimonio che va perso, a quella fonte inesauribile di commozione e di risate che può essere una saga familiare, e capirete cosa mi spinge stasera alla scrittura di questo blog.

Oltre al fatto che mi tocca convivere con uno di questi "pezzi di storia": una nonna di 87 anni in tutta la sua forma, in tutto il suo rancore e cattiveria. Immaginate il negativo di nonna papera, che al posto di profumate torte sforna pastine in brodo scotte e solcate da isole galleggianti di burro; che al posto del pollice verde ha quello giallo dell'inaridimento, e che non apre "per principio" una scatoletta al gatto "perchè poi si abitua".
Eh sì, una creatura che "si abitua" a mangiare è veramente disdicevole.

Grazie al cielo la mia famiglia non è tutta qui, ma ci tenevo almeno ad accennare alla punta di diamante del nostro focolare domestico: quella che a detta di tutti gli estranei è indiscutibilmente una adorabile vecchina incompresa e che invece si svela, tra le mura domestiche, al riparo da occhi indiscreti, come un incrocio tra Scrooge prima della visita dei fantasmi del Natale e la strega di Biancaneve.

Grazie Signore per averla messa sulla mia strada: ora so come NON voglio invecchiare.
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