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venerdì 30 dicembre 2011

Perchè a me il capodanno MI sta sulle balle

A parte che non riconosco proprio la ricorrenza... Quindi non è che mi possa stare sulle balle come giorno in sè. Sarebbe come dire che malsopporto il 22 febbraio. Perchè poverino? Cosa ci ha fatto? Niente.
Il fatto è che alle feste di capodanno ci si deve divertire per forza, se no passerai un anno di cacca. Ma dove sta scritto scusate?!
E quindi tutti a spendere cifre inaudite per una cena che in una serata qualsiasi, tipo il 22 febbraio, costerebbe tipo un quarto.
Poi non mi piacciono gli strass. La roba che sberluccica. La detesto.
I botti mi fanno paura.
Lo spumante non mi piace.
La biancheria rossa, la trovo orrida. Ma d'altronde una mutanda rossa ce l'ho, quindi la metto una volta e poi torna dritta nel cassetto fino all'anno successivo.

E poi tutta sta menata dei "buoni propositi" per l'anno nuovo. MA QUALI BUONI PROPOSITI???! Ditemi la verità: avete mai, e dico anche una sola volta nella vita, rispettato uno solo dei buoni propositi? Vi siete messe a dieta per più di una settimana, senza guardare con rimpianto i cioccolatini portati dalla befana, solo perchè avevate fatto il proposito?
Siete mai andate in palestra tutto l'anno? (no, l'iscrizione fatta il 7 gennaio in preda ai rimorsi non vale). Siete state davvero più buone/stronze/sicure di voi etc/etc a seconda della necessità? Avete mandato in culo lo stronzo che vi ha fatto vedere i sorci verdi? Oppure al primo messaggino di auguri datato 20 gennaio (perchè lo stronzo si deve sempre distinguere dalla massa) e mandato evidentemente a catena a tutta la rubrica, vi siete sciolte come neve ai tropici e avete ricominciato con i sorci verdi?

Bene. In tutto ciò voi direte "E quindi? Domani sera che succederà in casa Bugs?"
Niente.
Perchè saremo a casa di amici. Credo otto adulti e 5 pargoli circa.
Una cenetta leggera eh, niente di che. Vi dico solo che la padrona di casa non cucina, ed è in effetti molto meglio così, quindi ha distribuito i compiti. Noi dobbiamo portare: panettone, cotechino, possibilmente già cotto (vi lascio immaginare le gioie del trasporto) e peperoni. Chissà se non fosse leggera.
Volevo fare un dolce, ma ci hanno chiesto il panettone e quindi ok.
Volevo fare i peperoni in agrodolce, ma LordBug ieri sera ha sottolineato che gli hanno chiesto i suoi, non i miei. Molto bene. Quindi mentre lui cucina, io gioco a Final Fantasy. Fanculo.

LordBug poi è già preoccupato che quel cuor di leone di Sebastian muoia di infarto per paura dei botti. O peggio, decida per l'ennesima volta di rinunciare alla lettiera in favore del divano. Ma non credo... Penso si limiterà a chiudersi nel cassetto del bagno come fa sempre quando qualcosa lo preoccupa. Adesso che ci penso alle volte vorrei farlo anche io, di chiudermi nel cassetto del bagno a mo' di rifugio dal mondo...
Comunque, in casa in realtà gli unici che dovrebbero fare dei buoni propositi per l'anno nuovo sono i gatti: Ginger dieta e palestra e Sebastian cacca e pipì al posto giusto. E speriamo che la fatina del 2012 li ascolti!

mercoledì 28 dicembre 2011

Nerd Ladybug e il famigerato vestito rosso

Ore 22 di un martedì sera qualsiasi in casa Bugs:
Ladybug ha finito di pulire la cucina, le lettiere dei gatti, ha spalancato la finestra di sopra per cambiare l'aria, si è docciata e impigiamata e ora sta in vestaglia davanti alla TV col joypad in mano a menare le guardie di Final Fantasy XIII (che è un gioco fighissimo e la cui protagonista è qui accanto raffigurata: notare la spada).
"Amore, ho un po' freddo... Potresti chiudere la finestra di sopra?"
"Sì, certo. Vuoi anche la tisana?"
"Sì! Per favore!!!"
"Ok".
LordBug si alza. Poi mi guarda. Poi alza gli occhi al cielo, sospira e fa:
"Ma chi me lo doveva dire a me, che sarei finito a chiuder finestre e fare tisane mentre la mia donna picchia i mostri".
Bahahahahah! Ancora rido.
Però non vi preoccupate, poi l'ho lasciato giocare con Zelda. Cinque minuti. Poi spegni, che si fa tardi. Riesco a essere nerd e stracciapalle contemporaneamente, a volte non ci credo manco io.

Comunque, cambiando argomento di botto: alla Regina Madre il mio futuro vestito da sposa rosso (che comunque per ora è solo un progetto astratto) torna su come la cipolla. E fin qui niente di strano. All'inizio andava tutto bene, perchè pensava che scherzassi. Adesso invece ha capito che sono seria e sta iniziando a preoccuparsi. Ne parla come se parlasse di uno straccetto da quattro soldi voluto per capriccio e per distrarsi si concentra sul vestito di LordBug.
Vorrebbe che lui se lo facesse fare dal GenoveffoTurlìn, il quale col suo Philip ha aperto una sartoria... Peccato che si tratti di una sartoria di superlusso, in pieno centro a Milano, e che difficilmente, pure essendo parenti, si potrebbe avere un abito da cerimonia a meno di 2000 euro. Stando bassi. Anzi, forse essendo parenti ci potrebbe stare un rialzo del prezzo, così, per dare una mano in tempo di crisi. E peccato (anzi, per fortuna) anche che LordBug non li stia proprio prendendo in considerazione.
"Ah, il vestito di LordBug costerà TANTISSIMO! Più di quello di Ladybug di sicuro!"
"Ma scusa, che ne sai?"
"Sìsì, per forza. E poi lei lo vuole rosso... Rosso costa poco. Mica come quelli bianchi".
In pratica: LordBug è uomo fine e di classe, e avrà un vestito meraviglioso. Mica come me!
Anzi, quasi quasi sul vestito rosso ci faccio applicare qualche pallino nero, così divento Ladybug fino in fondo...

martedì 27 dicembre 2011

Perchè questo non è un cooking-blog

In cucina non me la cavo male. Cucinare mi piace e spesso riesco a fare anche delle cose buone e gustose. Ma se mi chiedete se sappia cucinare non mi sentirete mai rispondere con entusiasmo "Sì!", ma sempre "me la cavo", oppure "Ma sì, dai, abbastanza". Il perchè è questo: a volte le cose mi riescono, altre no.
Ad esempio, avevo promesso ai colleghi che oggi avrei portato in ufficio le meringhe, ma ieri non ci son stati santi di far montare la chiara d'uovo con lo zucchero. Niente. Manco con l'aria compressa.
Eppure il 24 la torta con le meringhe sono riuscita a farla, ed è venuta pure uno spettacolo, ma ieri no. Mi son trovata mezzo chilo di chiara d'uovo e zucchero allo stato liquido, ma buttarlo mi spiaceva, e allora ho aggiunto farina e mandorle, e ci ho fatto dei dolcetti. Ecco. Era meglio se buttavo via tutto subito.
Una delle sacre regole della cucina è la seguente: "O ti viene bene subito, oppure lascia perdere: i tentativi di recupero peggiorano sempre le cose".
Poi c'è stata la volta che ho fatto i biscotti al cacao, col cacao amaro, e mi son dimenticata lo zucchero. "Mi pareva di essermi dimenticata qualcosa....". Letteralmente immangiabili.
Poi c'è la volta che fai la besciamella, o la crema pasticcera, e ti viene un grumo unico. Una specie di palla gommosa in mezzo all'impasto, che ti fa ciaociao con la manina.

Però io so cucinare eh, davvero. Solo che gli incidenti in cucina capitano. E' così.
Anche Lordbug è un cuoco eccellente, ma ad esempio il 24 il pane non gli è lievitato. Chissà perchè?! Nessuno. Semplicemente ci sono le giornate così. E il 24 per Lordbug è stata una giornataccia, anche perchè mentre il pane non lievitava ha aperto il pensile della cucina, da cui sono precipitate delle buste di zucchero a velo, che sono cadute su una ciotolina di acqua e zucchero (residuo della mostarda di cipolle che ho fatto io la sera del 23), la quale si è rovesciata spargendo acqua zuccherata in ogni angolo della cucina. Avete presente quando succedono queste cose? E indovinate chi ha pulito? Ah le gioie dello stare in coppia: una giornata difficile per uno si trasforma in inc*lata per entrambi.

Poi gli ho chiesto aiuto per il patè di prosciutto, e abbiamo scoperto che il fanta-frullatore regalo dei suoi ex colleghi serve solo a far centrifughe: se gli metti da frullare qualcosa di più consistente di una carota, si blocca e fa PUAH.
Ovviamente l'abbiamo scoperto quando l'impasto da frullare si è bello bello infilato negli anfratti, otturando tutto l'aggeggio. Un catafalco di 8 kg alto un metro, che occupa da due anni un intero ripiano del mobile delle stoviglie, assolutamente inutile.

In più il minipimer si è fuso. Sì, è ancora in garanzia, ma lo scontrino voi ce l'avete? Perchè noi no. Il minipimer è una merda. In famiglia ne abbiamo seppelliti uno all'anno circa, fino alla felice decisione di sostituirlo con altro attrezzo. Poi ho conosciuto Lordbug, un vero fan del minipimer, e quindi me lo son sorbito per un altro anno... (Il minipimer, non Lordbug). Ma ecco che il magico attrezzo non si è smentito e ha fatto la fine dei suoi predecessori. Inutile dire che ho preso in mano la situazione, e mi sono ordinata su amazon un bel robot da cucina come dico io. Mr. Braun non ci avrai più.

Ecco, questo è quanto. Non sono la cuoca perfetta che traspare da ogni cooking blog che si rispetti. Ma mi chiedo: alle cuoche perfette la panna non impazzisce mai?

Natale con la Regina Madre

Vi garantisco che non è come dirlo... Anche se quest'anno è stata meno insopportabile del solito. A-ha.
Sera della vigilia, tutti a cena dalla zia: alla fine degli antipasti, scatenata non so da cosa, parte con una filippica pazzesca sul fatto che "i matrimoni finiscono perchè le donne hanno troppa libertà. E basta con sta moda dell'uscire con le amiche! Basta con questa indipendenza ostentata! E basta soprattutto con gli amici uomini, e con il darsi tutti del tu!
E poi non dimentichiamoci del matrimonio finito della cugina Pannocarta! Anche lei ha le sue responsabilità eh! Mi ricordo benissimo che aveva l'appuntamento settimanale fisso con le amiche! Venivano anche a mangiare qui vicino!!!" (Fa niente che lui sclerasse perchè lei guadagnava di più e che a volte fosse anche minaccioso e violento, no, no).
E poi ovviamente, da qui al fatto che mio fratello non si sia ancora sistemato il passo è breve: "Io non ci sarò più eh, però se vedrò qualcosa che non mi piace SAPPI CHE IO TORNO!".
E qui la tavolata ha iniziato ad urlare di paura, sappiatelo. Ma sappiate anche che lei era seria.

Ieri invece è stata la volta della visita natalizia del Genoveffo Turlìn, sì che ve lo ricordate: il nipote che sta con Philip e che RM nega l'evidenza, cioè che sia gay. Ieri sono venuti per il tè, dopo debita telefonata della di lui genitrice per tastare il terreno con mia madre sul fatto se fosse opportuno portare anche Philip "perchè sai, la Regina Madre...". Cioè, vengono a Santo Stefano per gli auguri, e vengono: Genoveffo, Madre di Genoveffo e Philip. Ora ditemi se ci sono ancora dubbi sulla natura del rapporto. Ma lei comunque continua a negare.

Buone Feste a tutti, ma un abbraccio particolare a chi oggi è in ufficio come me... ^^

martedì 20 dicembre 2011

Il buonismo natalizio

Come ho già avuto modo di raccontarvi, a me il Natale piace. L'atmosfera, le luci colorate, gli addobbi... Il giro dai parenti, i regalini, cucinare i piatti natalizi. Tutto il pacchetto insomma. O quasi. Quello che non tollero, anzi, che mi urta proprio, è il buonismo natalizio. Che poi è quello che porta le associazioni benefiche ad intascare un sacco di soldi, facendo leva sul senso di colpa rispetto a chi "non ha niente".
Attenzione, mica ce l'ho con la beneficienza eh, assolutamente encomiabile. Mi irrita però il far leva sugli argomenti strappalacrime per portarti a fare la donazione del caso: e sotto natale queste cose si sprecano.

Venerdì scorso siamo andati fuori Milano, ad un concerto di Natale a cui seguiva buffet (ah ah ah). Arriviamo in loco, tirava un vento gelido, io tutta acchittata con taccodieci e vestitino. La destinazione stava in zona pedonale-centro storico. Tutto acciottolato. Con i trampoli ai piedi. Ad un certo punto l'unico sentierino di pietra su cui riuscivo a camminare si è trasformato in grata... Mancavano solo i coccodrilli. In più avevo una fame epica, e quindi per definizione stavo incazzata nera.
Complice anche lo sciopero dei mezzi, con conseguente traffico impazzito, arriviamo intorno alle 22, il concerto in teoria era quasi finito, aspettavo con ansia il buffet. Ci accomodiamo in sala mentre la cantante gorgheggia felice canzoni di natale di vario genere. Poi ecco, presenta il coro, e fa salire un bambino sul palco il quale introduce la canzone successiva leggendo alcune frasi da un foglio A4. Roba tipo "pensate al futuro dei vostri figli e a quello delle generazioni future, il mondo, la natura, dio e l'universo". Applausi scroscianti. Io sempre più furibonda. Poi la cantante con la voce rotta dalla commozione cerebrale ci dice che appena fuori dalla sala sta avendo luogo la raccolta fondi per la costruzione di pozzi in Africa. Benissimo, ma non c'è mica bisogno di piangere! Si raccomanda di andare a dare il proprio contributo "perchè è Natale". Dopo averci ammorbato pure col bambino, che ancora non lo sa, ma è appena stato sfruttato per finalità economiche.
Queste sono le cose che mi irritano.

Finalmente si fa l'ora del buffet. Ho una voragine nello stomaco. Da lontano intravedo un piccolo tavolo. Un-piccolo-tavolo. Male, molto male. Ci avviciniamo, ma il tavolo non diventa più grande. Sopra ci sono quattro tipi di dolci diversi, due tartine e due panini: uno di segale col cetriolo (bleah) e uno di bretzel col cotto. Ne mangio 4 del secondo tipo più svariate tartine, sono un po' meno incazzata ma lungi dall'essere soddisfatta. Lordbug fa un veloce giro di saluti e ce ne torniamo a casa, non prima di aver riattraversato il centro storico con acciottolato, griglie e coccodrilli.

Diciamo che abbiamo decisamente visto venerdì sera migliori...

Destinazione Firenze

Ieri insieme alla collega Audrey sono partita per la mia prima missione fuori ufficio se non contiamo il weekend all'IFA di Berlino dell'anno scorso, quando passai due giorni a tradurre in inglese le porcate del mio ex capo vergognandomi a morte, nonchè a dirgli che no, non sarei andata a fargli un massaggio in stanza, nemmeno se aveva la schiena a pezzi.
Dicevo, il primo viaggetto fuori porta per lavoro. Sveglia alle 5.50. Argh. Destinazione Firenze, dove ci attendevano per una riunione e relativo giro dello stabilimento Forrester in loco. In pratica ho visto tutto il processo di creazione di una borsa: dallo schizzo dello stilista al prodotto finito: una cosa m-e-r-a-v-i-g-l-i-o-s-a. Da ieri guardo le mie borse con occhi diversi, giuro.

Ma soprattutto, la Forrester ci ha sì fatto fare una levataccia... Ma per spedirci in prima classe sul freccia rossa. In prima classe passa un signore in livrea con i guantini bianchi a distribuire il giornale, e poi servono bevande e biscotti (normali o al cioccolato) e cioccolatino, e salvietta per le mani. Diciamo che è tutta aria fritta, nel senso che 4 biscotti, un caffè bruciato e un quotidiano non valgono certo la differenza di costo tra prima e seconda classe, ma vuoi mettere la scena?!
Insomma, al ritorno mi son trovata a bere caffè in prima classe, discorrendo della prossima sfilata in programma... Mi son guardata un attimo da fuori e mi son detta: "Ma che davero?!". No, ma son sempre io poi, quella che lava la cacca dal divano un giorno sì e uno no.
Ah, e ho visto una pelle di coccodrillo a forma di coccodrillo, e non di borsa o di scarpa. No, non in treno. :P

Poi sono tornata a casa, ho chiamato il veterinario e gli ho raccontato delle turbe intestinali di Sebastian, che forse ha un'infezione... E alè, altri 5 giorni di antibiotico, povero patato.

venerdì 16 dicembre 2011

Il puttantour

Ieri sera c'è stato l'aperitivo di Natale con i colleghi. Mi son detta: sei l'ultima arrivata, è doveroso andare, se no pari quella che se la tira. Anche se poi mi pesava un po' il culo, ma faniente.
Arriviamo al posto prescelto, prenotato all'ultimo momento perchè non ci si decideva, e la scelta è stata obbligata, perchè erano tutti pieni. Dunque siamo andati nell'unico che avesse posto. Poi abbiamo capito il perchè, cioè perchè avesse posto: in Biafra ci sono buffet più ricchi. Posso affermarlo ad occhi chiusi.
Il locale pareva la sala d'attesa di una Asl di periferia, luce al neon compresa. Ci siamo dati all'alcol. Era l'unica soluzione praticabile.
Poi, ovvio, i discorsi sono degenerati. Indovinate su cosa? Il puttantour. Ovvero quell'attività tardo-adolescenziale in cui l'amico con la macchina scarrozza tutti gli altri a rimirare le amiche di Mr. B. Quelle che non è riuscito a salvare dalla strada, almeno.
In pratica una delle mie colleghe sosteneva, devo dire biascicando un po', che fosse normale a 18 anni fare sto benedetto puttantour con gli amici, mentre un altro collega ribatteva che le donne non avrebbero dovuto partecipare, in base a questa argomentazione: "se ho una donna mi ci infratto, mica la porto a fare il puttantour". Logicamente ineccepibile in effetti.
Non vi dico quanto ho riso quando la suddetta collega ha coinvolto nel discorso il settantenne capo mondiale-globale, il quale in effetti ha ammesso che in gioventù gli fosse pratica nota. E quando l'altra collega ha esclamato che non ci trovava nulla di strano, visto che lei ci andava con suo fratello.

Comunque a me non è mai capitato di partecipare ad un puttantour, epperò una volta mi è stato proposto. Avevo tipo 15 anni e andò più o meno così:
Brufoloso coetaneo: "Sabato usciamo?"
Io: "Boh, che proponi?" (C'avevo già lo scazzo all'epoca)
Brufoloso coetaneo: "Il mio amico Neopatentato ha la macchina! Andiamo a fare un puttantour! Vieni anche tu!"
Io: "Scusa?"
Brufoloso coetaneo: "Sìsì, un puttantour con me e i miei amici! Dai che ci divertiamo!"
Click.

E voi, avete mai fatto un puttantour?

giovedì 15 dicembre 2011

Lo sapevo che devo imparare il tedesco!

Questa volta l'immagine non la riduco, perchè è necessario che si veda bene. Ebbene sì: Bossi ha trovato la soluzione ai nostri problemi. Ci si annette alla Germania. Ma mica tutti eh! Solo la Padania. Quindi voi sotto al Po vi arrangiate. Liguri compresi. Non vi vogliamo. Noi ci si annette alla Germania. Che poi non so mica se la Merkel ha voglia di annettersi un'altra regione così a sud eh... Bossi, ma ci hai pensato che se ci annettono diventiamo i terroni di cruccolandia? Non so mica se è un affarone eh. O forse vuoi fare proprio uno spostamento geografico e travasare la Padania al posto chessò della Sassonia? Così mandiamo la Sassonia giù al nostro posto e magari nessuno si accorge della differenza! Certo, il clima sarà un po' più rigido... Ma vuoi mettere confinare con Turingia e Bavaria anzichè con Toscana e Liguria? Che poi non ho capito che male ti ha fatto la Svizzera! Almeno con quelli ci confiniamo davvero. Lasciamo l'euro e ci prendiamo il franco, che è sempre un prender bene, e usciamo da tutta sta diatriba di spread, crisi dell'euro, europa unita e cazzi vari. Diventiamo neutrali anche noi.  Oppure la Svezia! O l'Inghilterra, perchè no? Almeno bene o male l'inglese lo si parla tutti... E poi la Regina non mi dispiace, con quei suoi cappottini color pastello, col cappellino coordinato.

Però Bossi lo sai vero che chiunque ci annetta, il governo poi è quello eh, gli stipendi e la democrazia pure! Non ti metteranno di sicuro il parlamento a Legnano. Sei sicurosicurosicuro? Non so mica se il Trota te lo fanno tenere a spese dello Stato! Ti toccherà tenerti degli amici a Roma e piazzarlo in qualche ministero italiano, perchè in Germania proprio non ce lo vedo. Oppure lo buttiamo nel lago e fine della questione. Un bel laghetto ghiacciato nella foresta nera eh? Sìsìsì, ok. Allora io ci sto. Facciamo un bel referendum e autoannettiamoci, e poi se i crucchi non sono d'accordo pazienza... Sapessi su quante cose non sono d'accordo io eppure non ho voce in capitolo!

Comunque a ben pensarci è più facile che ci annettano in blocco al centrafrica, sempre che anche lì ci vogliano, il che non è proprio garantito. Diciamo che la mano sul fuoco non ce la metto, ecco. Ma è evidente che siamo in Europa solo per una questione geografica: manca poco che facciano brillare le Alpi e ci facciano salpare giù per il Mediterraneo verso il nostro destino. Secondo me i ricercatori in Germania stanno valutando la cosa...

mercoledì 14 dicembre 2011

Pillole di Anarchia

Quando sono stata assunta qui alla Forrester praticamente una delle prime cose che mi hanno detto il primo giorno (mi pare di avervelo già accennato) è stata che non è gradito abbigliamento griffato della concorrenza. E mi pare anche giusto. Insomma, se lavori per la Forrester non è carino arrivare in ufficio vestita Jackie M, per rimanere in tema di metafora Beautifulesca. E fino qui tutto ok. Fino a quando, qualche giorno fa, è comparsa una superpromozione su un sito low cost di intimo Calvin Klein. Le mie colleghe ci si sono buttate a mani basse.
Vero è che la Forrester non ha una linea di intimo, quindi non è un vero e proprio acquisto alla concorrenza... Però vi giuro, l'idea di essere circondata da persone tutte vestite con il loro bel logo Forrester che però sotto hanno le mutande CK mi ha fatto cappottare dal ridere. Adoro.

Un po' come lavorare alla Galbani, ricevere in omaggio kili di galbanino e nascondersi nel toast del pranzo in ufficio le sottilette Kraft. Come lavorare in Fiat e parcheggiare la Toyota un isolato più in là per non essere visti. Come lavorare in fastweb e avere in tasca il cellulare col logo vodafone. Bellissimo. Mi dà proprio quell'idea di rigetto del conformismo, dell'antiomologazione, che piace a me. Fantastico.

Ah, a Zurigo ho preso il regalo di Natale per la Regina Madre, anche se regolarmente, qualsiasi cosa riceva, la guarda perplessa, ringrazia, e poi dopo due giorni la restituisce perchè a lei non serve, oppure non le piace, oppure entrambe le cose. Le ho preso un tappo per la vasca verde, con sopra una paperella che fa da impugnatura. Così se me lo rende almeno poi lo uso io. Tiè.

lunedì 12 dicembre 2011

Zurigo by Christmas

Come i miei lettori più attenti sapranno (fa molto scrittrice vera sta frase, o no?) mio fratello si è trasferito a Zurigo da qualche mese. Prima stava fuori città, a pensione da una vecchia bacucca che gli faceva gli agguati in bagno e gli rubava le pentole; poi finalmente si è trovato un appartamento in affitto e si è trasferito.
Con l'occasione del ponte dell'Immacolata, io e mammà siamo andate a trovarlo e a sincerarci che fosse ben sistemato e non accampato alla stazione centrale. Che dire: è ben sistemato! La città è molto carina, pulita, e l'aria è meravigliosa. Dopo quasi un mese di superamento delle soglie di smog a Milano, è stata veramente una parentesi gradita.
Ma veniamo al sodo: la stazione centrale di Zurigo ospita il mercatino natalizio coperto più grande d'Europa.
Forte di questa certezza, quando l'ho visto ammetto di esserci rimasta male: pensavo fosse molto più grande. Poi in effetti ho realizzato che le bancarelle (che poi sono delle casette di legno col tetto spiovente) sono piccole e molto vicine l'una all'altra, dunque sono circa 160. E non è poco!
Nel mezzo delle bancarelle svetta un enorme abete sponsorizzato da Swarowski:



E ora un po' di bancarelle colorate: questa è piena di oggetti in ferro battuto


Una giostra, sempre al coperto, per intrattenere i bimbi:


Bigiotteria e decorazioni luminose


Candele:


Lampade di sale e ancora candele e decorazioni da appendere:


Qui c'è di tutto: dall'abbigliamento per bimbetti a presepi, specchi ecc. ecc.


Borse e campane a vento:



Ammetto che la quantità di gente era tale per cui è stato difficile riuscire a scattare delle foto decenti, senza teste, braccia, spalle etc.
Oltre a questo insieme di ammennicoli coloratissimi, un sacco di banchetti di frittelle e vino caldo, ma soprattutto di raklette. Un incubo. Odore di formaggio fuso a tutte le ore del giorno. L'insieme comunque è molto suggestivo.

Blacklands di Belinda Bauer

Vi ricordate l'iniziativa della Marsilio Editori di cui vi avevo parlato qui?
Ebbene, avevo scelto per l'appunto di leggere Blacklands, ed eccomi dunque qui per la recensione!
Allora, il protagonista ha 12 anni, e si chiama Steven Lamb. E' un ragazzino che vive in un villaggio nella brughiera, insieme al fratellino, alla mamma e alla nonna. Padre non pervenuto. La mamma ha una spiccata preferenza per il fratellino, mentre la nonna passa le sue giornate alla finestra, ad aspettare il ritorno del figlio (zio di Steven) scomparso 18 anni prima, la cui scomparsa si fa risalire ad un serial killer, ma il cui corpo non è mai stato ritrovato.
E' convinto che se ritrovasse il corpo, la nonna ritroverebbe la pace e la sua diventerebbe finalmente una vera famiglia, così decide di scrivere all'assassino in carcere e di chiedere direttamente a lui dove sia sepolto lo zio.
Sulla trama mi fermo qui, per non svelarvi altro.

L'ho letto in due giorni, è estremamente scorrevole e gradevole, nonostante l'argomento sia piuttosto delicato. Diciamo che per un pubblico di amanti del genere thriller può risultare un po' troppo "semplice": l'idea della corrispondenza epistolare tra bambino e assassino secondo me è ottima, l'autrice poteva forse sfruttarla un po' meglio protraendola anche di più nel tempo, e aumentare la tensione. Inoltre il finale rimane un po' nebuloso, manca una ricostruzione completa degli eventi.
Un secondo libro della stessa autrice comunque lo leggerei, penso che possa migliorare con la pratica. ;) 

lunedì 5 dicembre 2011

Midnight in Sebastian's mind

Sabato sera ce ne siamo andati al cinemino a vedere Midnight in Paris, l’ultimo di Woody Allen. Che io ami Woody Allen non è un segreto… Diciamo che tra tutti i suoi film che ho visto (purtroppo non posso dire di averli visti tutti, ma ho in programma di rimediare) alcuni mi sono piaciuti moltissimo, altri molto, alcuni così così. Ma mai nessuno “per niente”.
Di questo ho apprezzato moltissimo l’originalità della trama, un vero omaggio alla città di Parigi, e beh Owen Wilson! Avete presente? Il biondo col naso storto che ha fatto un sacco di film con Ben Stiller? Ecco, lui. Beh, non mi aspettavo che fosse così bravo anche in un ruolo tipicamente “alleniano”. Insomma, se vi capita andate a vederlo: merita proprio.
Appena usciti dal cinema ho anche mandato un sms a Regina delle Nevi, perché… Beh, diamine, un whisky con i Surrealisti, o un bicchierino d’assenzio con Toulouse Lautrec sono certa che se li berrebbe volentieri. E qui mi fermo che non voglio rovinarvi la sorpresa.

Cambiando poi radicalmente discorso, sono molto molto preoccupata per la mia salute mentale e per quella fisica del mio divano: Sebastian ha stabilito che è molto più figo della lettiera e quindi al mattino dopo mangiato ci si dirige senza esitazione per fare i suoi bisogni. Sono disperata. Stamattina ci stava riprovando, ma visto che io ero seduta proprio lì a fare colazione, forse ha pensato che non fosse il caso e dopo qualche giro a vuoto si è rassegnato alla sabbietta.
Ieri in preda alla disperazione ho comprato su internet il kit per insegnare al gatto a farla nel wc. Non so se possa funzionare, ma visto che Sebastian è così schizzinoso che anche se la lettiera è pulita cerca di toccarla il meno possibile, forse potrebbe salutare la novità con gioia, e lasciar perdere il divano. Che comunque ho ampiamente spruzzato di “anti-gatto”, ma quello lo spray antigatto se lo mangia secondo me.
Poi nel caso gli metto anche i guantini e gli insegno a pulire il bagno, che se fosse umano secondo me sarebbe un maniaco della pulizia.
Oppure ho fatto una cazzata e buttato via 50 €. Bah, c’è di peggio.
Tipo quella volta che... Boh, non mi viene in mente nessuna volta che, ma figuriamoci se non ho mai buttato via dei soldi. C’è di buono che ho rimosso, altrimenti mi ri-incazzerei.

Ora va che mentre sono in ufficio sto in ansia di trovare il divano sporco al ritorno, che ok che c’è il copri divano, ma non è mica come dirlo, e se va male devo pure sfoderarlo. E passare la serata a pulir cacca dalla stoffa non è proprio il massimo della vita direi. Così questo weekend ho lavato il divano e son rimasta indietro con le mie calze e mutande. Porcaccia miseria.
Se avete consigli parlate subito. Grazie.

giovedì 1 dicembre 2011

L'Instabile

Ieri sera, non saprei dire per quale strana associazione di idee, ho avuto un flashback dell'Instabile.
L'Instabile è colui che è stato il compagno di mia madre, e dunque per la proprietà transitiva anche genitore acquisito mio e di mio fratello, visto che vivevamo sotto lo stesso tetto, per 9 lunghi anni: per darvi un'idea dai miei 12 ai miei 21. Tutta l'adolescenza. Una vita. Ora che ci penso quest'anno è stato il decennale della liberazione e non abbiamo nemmeno festeggiato.
Ma dicevo, mi è venuta in mente ieri sera la scena del frigorifero. Una scena penosa che si ripeteva all'incirca con frequenza settimanale, in giornate variabili, ore pasti: l'Instabile per qualche banale motivo apriva il frigorifero, non so, per prendere una bottiglia d'acqua, o un pezzo di formaggio, e casualmente gli cadeva l'occhio su un alimento qualsiasi in frigo da troppo tempo e magari scaduto. Apriti cielo. A quel punto iniziava un'invettiva da psicotico, estraendo dal frigo tutto il suo contenuto, facendo il check delle cose scadute e urlando come un pazzo che lui ci manteneva tutti, quelli erano soldi buttati, non potevamo far scadere le cose in questa maniera, etc.etc. Un isterico. Soprattutto perchè mi sembra doveroso sottolineare che la spesa la facevano lui e mia madre insieme, il sabato mattina mentre noi eravamo a scuola, ma quello dall'acquisto compulsivo vi dico subito che era lui.
Quindi il sabato andava a comprare, chessò, il "formaggio fermentato di lama andino" tutto esaltato perchè era in offerta, riempiva il frigorifero, e poi due settimane dopo sclerava perchè nessuno l'aveva mangiato e lui buttava via i soldi.
Capite che qualche problema ce l'aveva.
Peraltro, come dicevo, sono passati 10 anni dalla fine della difficile convivenza... Quindi ammetto che i miei ricordi possono essere un po' annebbiati. Comunque vi garantisco che, rimosso lui, non abbiamo mai lasciato scadere chissà che cosa in frigo, se non quelle poche cose che "fisiologicamente" rimangono dimenticate in un angolo. Mi viene il dubbio che nemmeno all'epoca la situazione fosse così grave, solo che l'Instabile era molto melodrammatico nelle sue esternazioni... E poi appunto, era compulsivo negli acquisti.
Pazzesco: sono passati 10 anni, abbastanza per permettermi di ripensare all'intera faccenda con un'alzata di spalle e di sopracciglio, e nemmeno se mi concentro mi viene in mente un aneddoto vagamente piacevole che lo veda protagonista. Niente. Un isterico rompicoglioni.
Inutile dirvi cosa ne pensasse la Regina Madre, vero? 
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