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giovedì 5 dicembre 2013

Palanchette da gommista

Stamattina sono stata in uno dei posti a maggiore densità di testosterone sulla faccia della terra. 
No, non lo stadio.
 E nemmeno uno strip club.

Sono stata dal gommista.

Ho deciso di prendere le gomme invernali per Esther.
Che sarebbe la mia macchina.
Sì, in famiglia abbiamo questa tradizione di dare il nome alle automobili, a cominciare dalla vecchia Mimì, che era la 500 rossa con cui mia madre ci portava a scuola da piccoli, poi c'è stata Lulù, una Citroen, altra auto della mia infanzia/adolescenza. 
La mia prima auto è stata una punto e si chiamava Gippippa, finita malamente tamponata da un autobus di linea quasi quattro anni fa. Poi è stata la volta di Eddie, e ora è arrivata Esther che con le sue 5 porte mi permette di piazzare comodamente Babybug sul sedile posteriore senza rimanere incastrata.

Appena ho scelto di chiamarla Esther, Lordbug ha decretato che fosse un nome da stronza. Poi l'ha vista, e ha confermato la sua impressione iniziale. 
Sta di fatto che si tratta di una Aygo, non di una Ferrari. Le hanno solo fatto una mascherina un po' aggressiva ecco.

Insomma, visto il matrimonio imminente e fuori Milano, visto che c'è serio pericolo che nevichi, visto che vorrei arrivare a destinazione sana e salva con tutti i passeggeri, e visto che le catene non mi parevano molto risolutive in caso di neve in autostrada, mi sono decisa e ho preso appuntamento dal gommista.
Stamattina arrivo alle 8: unica donna in tutta l'officina, e in quanto tale, MENTECATTA a prescindere.
E' così ragazze, possiamo anche essere stragnocche cresciute in mezzo a marmitte e fusibili (sul genere di Megan Fox in Transformers... Seh, magari), che non è comunque il mio caso, e quando mettiamo piede in un'officina veniamo comunque guardate come delle mentecatte. Proprio sulla fiducia.
In ogni caso mi sono molto stupita nel NON trovare alle pareti calendari di donne seminude. Sono ormai passati di moda pure nelle officine... Penso che ormai rimangano in auge solo in parlamento.

Ma passiamo oltre, lasciamoci alle spalle questa sterile polemica a sfondo politico.

"Buongiorno, ho portato Es...EHM, la mia Aygo per mettere le gomme invernali"
"Ah ok. Ma le ha nel bagagliaio quelle da mettere?"
Sto parlando di una Aygo... Nel bagagliaio ci posso giusto mettere le gomme della 500 di Barbie, se ci stanno. Ho pensato.
"No. Le devo comprare nuove".
"Ah. E le abbiamo?"
Speriamo... Ho preso appuntamento, mi avete detto di portare qui la macchina stamattina... Mi auguro che le gomme ci siano. Ho pensato.
"Penso di sì, ho preso appuntamento..."
"Ah. Allora le avremo... Mi dia la carta di circolazione, che inserisco i dati nel computer"
"Tenga"
"L A D Y ... B U G..."
Miiiii, qui famo notte. Questo sarà anche un superesperto di gomme, ma la tastiera del computer non è sua amica. Ho pensato.
"V I A ..."
"N U M E R O ..."
"Mi dà anche la mail? L A D Y . B U G C H I O C C I O L A G M A I L P U N T O C O M".
Oh Signore.
Dopo 15 minuti buoni di compilazione del foglio elettronico con i miei dati, ho potuto finalmente consegnare il mio portachiavi a mappamondo e andarmene. Chissà poi perchè stasera al ritiro nessuno ha avuto il minimo dubbio che quel portachiavi fosse proprio il mio.

Stasera al ritiro ho portato con me Babybug. 
Estasiato.
Un bambino felice.
Hai voglia a non dargli etichette, a lasciare che si interessi a tutto, a farlo giocare, se vuole, anche con le bambole o con i peluche. 
Stava in officina che manco nella casa di Babbo Natale.
Forse quelle manine non sono palanchette da fabbro, come ho sempre sostenuto... Mi sa che sono palanchette da gommista.


 
 
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