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giovedì 8 agosto 2013

Chie Mihara - ovvero: stavo meglio prima

In periodo di ricerca forsennata dell'abito nuziale, è inevitabile porsi il problema di cosa metterci sotto... E parlo delle scarpe.

Non so se avete presente la media delle scarpe da sposa: oscillano tra il terrificante e il disgustoso, passando per l'orrido. Dalla punta acutissima, forse pensata per dare calci negli stinchi allo sposo in caso di uscite inopportune, a improbabili decorazioni con strass, fiori, fiocchi, fenicotteri, varie ed eventuali. Ma soprattutto sono tutte drammaticamente, inesorabilmente e immancabilmente BIANCHE.

L'unica scarpa bianca che posso tollerare è la superga, ma quando si inizia a sporcare, non certo nuova.
Anni di discussioni con la Regina Madre: io che non vedevo l'ora che la superga mi prendesse quell'ombra di bianco sporco un po' vissuto, e lei che si armava di VIM in polvere per farle ritornare bianche splendenti. Un incubo.

In ogni caso, una cosa è certa: le mie scarpe di nozze non saranno bianche. Quindi in realtà mi serve un bel paio di scarpe, non necessariamente nella categoria "scarpe da sposa"... In più dovranno essere scarpe invernali, essendo il matrimonio in gennaio.
Insomma, mi sono messa ieri sera a ravanare in rete in cerca delle mie future scarpe, e chi ti trovo?
Chie Mihara.
Una che fino a ieri non avevo mai nemmeno sentito nominare, e che ora scopro che fa scarpe fighissime. E costosissime. Però dai, per il matrimonio un investimento si potrà fare no?
Solo che in Italia praticamente le vende qualche sporadico negozio, mentre il meglio è online. Non che io abbia problemi ad acquistare online eh... Ma insomma, che ne so di come mi stanno? Come mi ci posso sentire dentro? Come mi vestono?

Per farla breve, stamattina ho preso Babybug e mi sono avventurata in una deserta Rinascente in cerca di un paio di Chie Mihara da provare.
NIENTE.
E per di più erano anni che non entravo alla Rinascente, e mi sono resa conto facendoci un giretto che non c'è come avventurarsi in mezzo alle nuove collezioni delle varie griffe per sentirsi pezzenti che più pezzenti non si può.
Davanti ad un completino Armani Baby da 230 € ho dissimulato un malore e mi sono avviata rapidamente all'uscita, sentendomi poverissima.
Che tristezza.

Mi avvio quindi per Corso Vittorio Emanuele, sbircio vetrine a più non posso e finalmente avvisto numero TRE paia di Chie Mihara in una vetrina: nessuna del colore che mi interessa, ma fa nulla... Almeno posso scoprire come mi stanno. Entro.
"Buongiorno! Ho visto in vetrina... Blablabla... Chie Mihara... Blabla"
"Ah sì, certo, la nuova collezione! Però devo farla accomodare di sotto".
Guardo la scala, stretta e ripidissima. Guardo il passeggino. Guardo la faccia della commessa che diceva a chiare lettere "CAZZI TUOI". Sorrido. Saluto caramente.

Ciao Chie. Prima o poi ti avrò.

giovedì 1 agosto 2013

Mr. Barilla ai fornelli

Mr. Barilla è convinto di essere un cuoco eccelso.
Ma non in senso assoluto, a onor del vero; in effetti lui stesso ammette di avere un unico "cavallo di battaglia"... Il piatto che è certo di cucinare divinamente, che nemmeno Gordon Ramsey seguendo alla lettera una ricetta di Bruno Barbieri sarebbe in grado di fare così bene, e che prepara nelle grandi occasioni, quando c'è da celebrare qualcosa insomma, è il risotto al nero di seppia.

Quando lo prepara, Mr. Barilla impugna il mestolo come se fosse uno scettro, impartisce ordini a destra e a manca col cipiglio del vero cuoco che ha in pugno la sala e il parere dei critici, e non si smuove di un millimetro dalla sua postazione ai fornelli, dove sta ben piantato a gambe larghe e dalla quale riesce anche ad intrattenere gli ospiti e a spiegare contestualmente alla moglie come si prepara una torta salata precotta e surgelata.

Di recente i Barilla, dopo lunga odissea tra costruttori falliti e furti di cucine, sono finalmente riusciti a cambiare casa. Ci provavano da almeno due anni.
Quale occasione migliore di una cena inaugurale nella nuova casa IN PIENA ESTATE per propinare agli ospiti il risotto al nero?

Ora, io posso anche fare i migliori pizzoccheri della valtellina della storia del mondo, ma magari non ve li preparo per un ferragosto cittadino con 35° all'ombra e senza un filo d'aria... No? O forse sì, se sto pensando di uccidervi tutti con un coccolone al fegato.

In ogni caso questa è una divagazione inutile, perchè si dà il caso che il risotto di Mr. Barilla sia scotto e insipido. 
In una parola: una porcheria.
Ma devo riconoscere che nel tempo è andato peggiorando: qualche anno fa, forse quando scoprì che gli veniva così bene, fece probabilmente l'investimento di comprare un barattolino di nero di seppia e in effetti il primo risotto non era nemmeno male... C'era anche qualche pezzetto di seppia qua e là a testimonianza della fattura artigianale del prodotto.

Solo che poi sono passati gli anni, e probabilmente il barattolino di nero di seppia dev'essere rimasto lo stesso. O forse è passato all'inchiostro bic, chissà. E ovviamente della seppia si son perse le tracce.
Sta di fatto che sto benedetto riso non sa di nulla, se non di burro, e per di più è scotto. Insomma, sarebbe perfetto per tener su una carta da parati un po' scura.

Due settimane dopo avercelo rifilato, anzi, averMElo rifilato, dato che Lordbug aveva appena iniziato una stringentissima dieta, per cui si è dovuto portare le verdure da casa (mai ho invidiato tanto un piatto di verdure a qualcuno), i coniugi Barilla hanno pensato bene di invitare a casa Topo Gigio e futura consorte e di estendere nuovamente l'invito anche a noi.
Ecco com'è andata:
Ladybug: "Ma se invece veniste voi a Milano e facessimo una pizza da noi? Perchè Babybug blablabla... E Lordbug blablabla"
Mr. Barilla: "MA COME?!?!? Topo Gigio ci ha dato un sacco di consigli utilissimi per le vicende della casa, quindi volevo fargli il mio FANTASTICO risotto al nero. Sai, SE L'E' PROPRIO MERITATO!".
Ladybug: "Ah. Eh certo, capisco. Beh dai, allora facciamo per un'altra volta eh... Sai com'è...".

Sabato scorso nuova reunion con coniugi Barilla e futuri coniugi Gigio (ma qui da noi questa volta): si parlava di stoviglie, servizi di piatti, bicchieri etc... E Topo Gigio diceva che tutto sommato lui potrebbe anche campare mangiando in piatti di plastica e chissene.
"MA COME?!", salta su scandalizzato Mr. Barilla, "mica vorrai mettere il mio MERAVIGLIOSO risotto al nero in un piatto di plastica?!".
L'espressione di Topo Gigio era indicativa del fatto che sì, vorremmo. Per poi accomodare il tutto nel bidone dell'indifferenziata.
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