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mercoledì 29 giugno 2011

L'anti-Disney Masako

Il signor Disney ci ha sempre raccontato che di norma la principessa di turno è molto triste e depressa, almeno fino a quando il suo principe non arriva a salvarla e finalmente possono trascorrere la vita insieme.
Vuoi per colpa delle sorellastre, vuoi per via della strega cattiva, della matrigna, della coda da sirena, dei sette nani... Insomma, ste disgraziate ne hanno sempre una, e non se ne esce se non con un principe, possibilmente azzurro, che le levi dai guai e se le sposi.
Questo vale per la nostra generazione però, se ci fate caso i cartoni animati degli ultimi anni hanno proprio cambiato trend, e di norma il principe azzurro è un idiota palestrato e mascelluto, mentre la principessa se occorre si salva da sola oppure scappa con l'orco. Insomma, ci stiamo avvicinando un po' di più alla realtà delle cose.
Ma sto divagando. Stamattina ho scoperto la storia della Principessa triste. Io pensavo che la principessa triste per antonomasia fosse Lady D., ma mi sbagliavo clamorosamente! Ce n'è una rispetto alla quale Lady D. era l'incarnazione della gioia incontenibile e della fortuna sfacciata, del matrimonio felice e della soddisfazione personale: la principessa giapponese Masako.
Sta donna si è laureata in economia a Oxford, parla 5 lingue, aveva intrapreso con successo la carriera diplomatica, è figlia di un giudice della Corte internazionale dell'Aja, poi si è innamorata del principe ereditario nipponico, si sono sposati e lei ha dovuto mollare tutto per stare rinchiusa a corte, con la suocera appollaiata sulla spalla, a cercare di sfornare un figlio maschio (che comunque non le è venuto, ha avuto una femmina). Ha perso il cognome, il diritto di voto e non può nemmeno guidare o usare il telefono per chiamare la mamma, se non espressamente autorizzata.
In più il popolo giappo non la ama, perchè non è di sangue blu, si è rifatta il naso e ha un matrimonio alle spalle.
Di conseguenza soffre di depressione, e l'hanno soprannominata la Principessa Triste.
E vorrei anche vedere! Una che era abituata a girare il mondo, ad essere indipendente e attiva l'hanno presa e chiusa tra quattro mura dorate a sfornar figli con la suocera, nientemeno che Imperatrice, sul groppone. Non oso immaginare cosa succederebbe in caso di divorzio... Poco ma sicuro che le figlie non le vedrebbe più manco in cartolina.
Esattamente il contrario di una favola Disney insomma.
Masako, ma che diavolo ti è venuto in mente?! Te lo dovevi proprio sposare sto benedetto principe? Eppure lo sapevi che avresti dovuto mollare tutto. Non potevi limitarti a fare al massimo l'amante mantenuta per un po'?!
Tutto ciò ci insegna una cosa: le favole sono favole, e se per caso nella vita reale troviamo qualcosa che ci somigli, poco ma sicuro da qualche parte c'è la fregatura (che qui comunque cara Masako era pure abbastanza evidente eh).

Meditate ragazze, meditate.

martedì 28 giugno 2011

Tante care cose

Oppure: di nuovo, arrivederci, salve, buongiorno, ecc.ecc.
No, tranquilli non vado da nessuna parte... Anche se il mio neurone in effetti gradirebbe una vacanza al fresco.
Solo che prima in ascensore con me è salito un tizio, bruttarello, sulla quarantina, che è sceso qualche piano prima di me e mi ha salutato dicendo "di nuovo".
Ora, devo ammettere che è una locuzione che ho sentito usare spesso  solo dalla Regina Madre, anche se lei lo accompagna con "tante cose", credo che rimanga sottinteso "belle" visto che non è carino augurare tante brutture, morte e pestilenza. Però la nostra Regina Madre lascia il dubbio, e se avete iniziato a conoscerla tramite questo blog saprete che la mano sul fuoco è meglio non mettercela.
Lei usa questo saluto con quelle conoscenze di vecchia data con le quali nonostante anni e anni, anzi decadi di frequentazione e telefonate iperformali, non c'è ancora abbastanza confidenza da darsi del tu. Capite bene che dopo 60 anni di conoscenza è prematuro. Quindi si rimane su un formale "lei", ma si aggiunge intimità al rapporto chiamandosi per nome. In particolare la Regina Madre utilizza questa tecnica con una sua vecchia conoscenza, tale Cleta (qui non potevo cambiare il nome e privarvi di questa gioia): io sospetto che il nome intero sia Anacleta, ma non ho prove. In famiglia è semplicemente LA (non dimenticate che siamo milanesi) Cleta.
La-Cleta era moglie del fu-Guastolfo (sì, questo è inventato, però Anacleta e Guastolfo non suonano bene??!), amico d'infanza della Regina Madre e passato a miglior vita qualche anno fa. Per l'occasione, la Regina Madre inviò dei fiori e la-Cleta, allestita la camera ardente in casa, per manifestare la propria gratitudine pensò bene di piazzare il mazzo tra le braccia del caro estinto ed immortalare (e direi che mai termine fu più azzeccato) la scena in una fotografia che poi la Regina Madre ricevette come ringraziamento pochi giorni dopo. Lei cercò di spacciarcela come una cosa "carina", ma senza troppa convinzione... E ad oggi la foto risulta dispersa.
Ma la-Cleta è nota anche per la sua terribile claustrofobia, oltre che per l'hobby fotografico e gli occhi a palla (ha sempre quello sguardo da blefaroplastica fatta male, come se tenesse gli occhi perennemente sbarrati. Inquietantissima). Dicevo, la claustrofobia. Una volta accompagnò la Regina Madre dal medico. Il medico stava se non erro al 6° piano o su di lì, ma la-Cleta, da buona claustrofobica, preferì fare le scale piuttosto che correre il rischio di rimanere chiusa in un ascensore, quindi caricò RM nell'angusta scatoletta e intraprese la scalata. Praticamente al suo arrivo la visita era finita ed era tempo di ridiscendere. Il caso volle che il portone del palazzo del medico fosse doppio (per capirci: portone di legno che dà su strada e porta a vetri pochi metri prima), dunque passata la porta a vetri, prima di poter uscire in strada occorreva aprire il portone. Ma (suspance) la porta a vetri si chiuse alle loro spalle, gettando la-Cleta nel panico più totale: la povera donna si fiondò sul portone, spingendolo con tutte le sue forze, e meno riusciva ad aprirlo e più il panico la assaliva e più prendeva a spallate il portone che non si muoveva di una virgola. Il tutto sotto lo sguardo attonito della Regina Madre, sempre composta ma anche un po' spaventata dalle urla dell'amica. Fino a quando l'arrivo di una eroica abitante del palazzo risolse brillantemente la questione, portando in salvo le vecchie e svelando l'arcano: il portone andava tirato e non spinto.

Strano a dirsi, la Regina Madre non si è più fatta accompagnare da la-Cleta da nessuna parte: al massimo la riceve in casa, ma raramente e per brevi attimi.

Di nuovo eh! Tante cose!

Le chiavi di ricerca (interiore)

Oggi ci facciamo 4 risate scoprendo chi è passato da queste parti e soprattutto cosa stava cercando. Vi anticipo subito che comunque non l'ha trovato, qualunque cosa fosse.
1. La chiave di ricerca più gettonata è "che va al bagno presumibilmente". Vorrei dare qualche consiglio a voi amici che avete messo su google questa frase: fossi in voi cercherei di essere più specifico nella ricerca, perchè come concetto è un po' vago. Cioè, chiunque sia l'oggetto del vostro interesse, beh, sì, presumibilmente va anche al bagno, di tanto in tanto. Bisognerà farsene una ragione.
2. "Bagno femminile": anche qui, il merito è del mio post sullo spazzolino elettrico e le tizie al bagno, lo so. Ma mi risulta che di solito il bagno maschile e quello femminile siano più o meno uguali. O forse stavate cercando "bagno" inteso nel senso di "farsi un bagno"? Mah.
3. "Curcuma alismatifolia": ah, la maledetta Curcuma. Se la stavate cercando per sapere se è normale che non abbia più dato segni di sè dall'inverno scorso, sappiate che vi resta un ultimo tentativo da fare: annegatela d'acqua facendole credere che si tratti di piogge abbondanti e torrenziali. Probabilmente così capirà che è ora di metter fuori un paio di foglie, in caso contrario accompagnatela senza rimorsi verso la pattumiera.
4. "Gestire lo stress al lavoro": a voi che cercate su google consigli sulla gestione dello stress al lavoro, e che non avrete trovato nulla nemmeno qui, suggerirei training autogeno, camomilla, e una bella vacanza. Ma soprattutto, imparate a fregarvene.
5. "Algida lato tenero frasi": qui c'è qualcuno che vuole conquistare la biondona di turno intortandola con 4 cazzate senza doversi per forza trasformare in orso, che fa anche caldo. Allora suggerisco il sito http://www.frasibaci.amore-amore.it/ e vi faccio tanti auguri.
6. "Abbiamo la classe politica che ci meritiamo": e qui mi limiterò ad un rassegnato sospiro di comprensione e solidarietà.

Ogni tanto piacerebbe anche a me che google fosse davvero onnisciente e per tanto in grado di dare risposte a ogni domanda... Un po' come l'Oracolo di Delfi, possibilmente un po' meno criptico e senza dover ogni volta sacrificare agli dei tonnellate di incensi, focacce al miele e animali di vario genere. Epperò, purtroppo, non funziona così.

lunedì 27 giugno 2011

LA NEBBIA!

Sabato pomeriggio, complice la splendida giornata, abbiamo caricato a bordo Mamma e Regina delle Nevi e abbiamo fatto una bella gita in provincia di Alessandria, a visitare una possibile lochèscion per il matrimonio. Vero è che sarà in stagione invernale, e quindi abbiamo valutato con maggiore attenzione gli ambienti interni, le strade da percorrere per arrivare etc., però ci siamo anche goduti le verdi colline piemontesi e i relativi deliziosi borghi medievali. Il posto ci è proprio piaciuto, ha il grossissimo vantaggio di comprendere in un unico luogo tutto l'iter, dalla celebrazione del rito civile al pernotto per i parenti e i testimoni che arrivano da fuori, passando per deliziose sale dove intrattenersi per aperitivo e pranzo, il tutto senza uscire all'aperto e in una cornice veramente carina. Insomma, siamo stati via tutto il pomeriggio e siamo tornati veramente contenti e soddisfatti, ripromettendoci di tornare per un sopralluogo invernale quando il clima sarà più rigido.
Al ritorno siamo stati accolti da una Regina Madre particolarmente in forma: noi tutti entusiasti le abbiamo fatto vedere le foto, la brochure, le abbiamo raccontato di quanto è stata carina la signora che ci ha accolti, di quanto è bello il posto e comodo da raggiungere anche da Milano etc.etc.
"Eh, ma la Gianantonia (sua nipote nonchè cugina di mia madre, nome di fantasia) non guida!" - Si noti che lei dice Gianantonia ma pensa a se stessa, ovvio.
"Non preoccuparti, organizzeremo tutto in modo che chi non guida vada in macchina con qualcuno".
"Mh. Comunque non è semplice, e poi bisogna stare attenti... Alla NEBBIA!"
"Sì, certo, non preoccuparti..."
"Eh, ma la NEBBIA..."
"Poi pensa, la signora è organizzatissima. Se vogliamo ci procura anche una baby sitter, e visto che ci saranno tanti bambini la prenderemo in considerazione..."
"Eh, i bambini! Bisogna stare MOLTO attenti, con i bambini! Poi se sono piccoli non va bene fargli fare un viaggio del genere! (stiamo parlando di circa 100 km-un'ora di macchina) Non per fare l'uccello del malaugurio* (sì certo, come no), però la figlia di una cara amica della mia mamma (la mia bisnonna, se fosse viva avrebbe circa 120 anni) affrontò un viaggio del genere (Milano-Torino) con il bambino piccolo... Così buono e tranquillo per tutto il viaggio, quando sono arrivati si sono accorti che il bambino... Beh, non c'era più!"
"Come non c'era più, e dove l'hanno lasciato?"
"Nono, nel senso che era MORTO! Il medico ha detto che era stata colpa del cambiamento d'aria! Bisogna stare attenti! Soprattutto alla NEBBIA!".
Ora, posto che ci siamo scompisciati dal ridere, e che LA NEBBIA KILLER è ormai il nostro nuovo tormentone, vorrei fare con voi alcune considerazioni sparse:
1. Ti stiamo raccontando una cosa bellissima, un posto meraviglioso, parliamo di matrimonio, di menu di nozze, di castelli medievali etc. E quello che ti viene in mente per associazione di idee è un bambino morto durante un viaggio Milano-Torino approssimativamente nel 1940. Hai un problema. O meglio, NOI abbiamo un problema.
2. Per la Regina Madre 100 km di autostrada sono UN VIAGGIO, di quelli che sai se parti e non sai se torni, nella NEBBIA. Lordbug ne fa 70 al giorno per andare e tornare dall'ufficio, e inspiegabilmente sta benone. Un po' incazzato ogni tanto, ok. Lo ammetto.
3. Il cambiamento dell'aria (e da Milano a Torino cambia sostanzialmente) sotto l'anno di vita può essere fatale. Scommetto che il medico in questione è stato subito candidato al nobel per la ricerca.
4. E' praticamente certo che siamo una manica di infanticidi, che pensano al matrimonio ma in realtà vogliono decimare le famiglie degli invitati sottoponendoli ad un viaggio stremante per fargli fuori i figli.
Sto pensando di inserire negli inviti, al posto di "RSVP" una formula tipo "I.N.G." (Infanti Non Graditi) e quando le mamme allibite mi chiederanno il motivo le farò parlare con la Regina Madre. Alla fine non sapranno come ringraziarmi per aver salvato la vita ai rispettivi pupi. E per le sconsiderate che vorranno sfidare la sorte troverò una baby sitter con una specializzazione in pediatria, che non si sa mai.
Gesù.

*Uccello del malaugurio è il soprannome dato alla Regina Madre dal rispettivo fratello minore, il quale le ha anche detto di non chiamarlo più visto che ogni volta che lo fa è per annunciare un lutto. Ora, dategli torto...
PS. I timorigani stanno benone, anche quello limonato, si stanno godendo il nuovo impianto di irrigazione, hanno un sacco di foglioline nuove e vi salutano.

venerdì 24 giugno 2011

Voglio la mamma

Oggi non lo so nemmeno io di cosa voglio parlare. Sono giornate un po' fiacche dal punto di vista dell'umore e un po' più vispe del solito dal punto di vista lavorativo. Ieri addirittura appena sono arrivata in ufficio ho trovato ad aspettarmi una mail iper-urgente, per cui mi sono chiusa subito un'ora e mezza in riunione con la mia collega. Quando alla fine sono riemersa ho trovato n. 4 chiamate senza risposta di Lordbug, che all'arrivo su Gmail mi ha accolto con un placido "TU VUOI FARMI MORIRE!". In pratica per la prima volta non ho dato notizie di me appena giunta in ufficio, perchè non ho fatto materialmente in tempo, e lui sapendomi in giro in bici in mezzo ai pericoli urbani stava già per chiamare ospedali, polizia e protezione civile. Non necessariamente in quest'ordine. E dire che l'ansiosa della coppia pensavo di essere io.
Poooooi, niente... Ai primi di ottobre mi scade il contratto, e non si sa se me lo rinnoveranno o meno. Quindi nel dubbio mi tocca ricominciare tutta la trafila del "aggiorno il curriculum" - "cerco gli annunci che mi interessano" - "mando il curriculum a cani e porci". Due palle. Poi qualcuno mi chiamerà, con calma, e allora ci sarà la trafila del "vado al colloquio" - "cerco di apparire simpaticacarinacompetentemodestaeconomica-ma-senza-svendersi" - "grazie-le-faremo-sapere" etc. Mi metterei a piangere. Che poi se ad un colloquio si crea un minimo di feeling la cosa si capisce nel giro di pochi minuti, e alcuni rischiano anche di essere delle chiacchierate piuttosto gradevoli. Di norma però si trovano dei matti suonati che pretendono di farti dei contratti mensili (ma mi aspetto di trovarne anche settimanali, a breve), pagati una miseria, e però devi conoscere (l'inglese è ovvio, quindi manco lo dico) lo spagnolo e/o il tedesco, ma in alcuni casi anche il russo o il cinese, avere una pluriennale esperienza nell'ambito del diritto sanitario (che se poi qualcuno mi spiega di cosa si tratta magari me lo studio anche) con un'infarinatura di diritto ambientale, e possibilmente una buona conoscenza del diritto del Lussemburgo e dell'Isola di Pasqua (ok, mi sono presa una licenza poetica, ma Isola di Pasqua esclusa il resto è tutto vero). Naturalmente laurea a pieni voti, esperienza pluriennale e capacità di gestire lo stress (che poi non ho ancora capito cosa significa fino in fondo: vuol dire che se il capo mi cazzia non devo piangere? O non devo picchiarlo? O non devo impanicarmi se mi si rovescia il caffè o se mi si scarica la biro?) completano il profilo. Per uno stage, ovvio, o al massimo per una sostituzione maternità da 1000 euro al mese.
Vabbè, abbiate pazienza, prometto che da lunedì tornerò ad essere più fiduciosa ed energica. Intanto vado a fare una novena per il rinnovo del contratto in questi lidi, chissà, magari anche a tempo indeterminato...

mercoledì 22 giugno 2011

Il lavoro che vorrei

Ci sono due lavori che ultimamente mi provocano un'invidia pazzesca, e non parlo nè del politico nè dell'igienista m-entale (per quanto le sue foto a formentera mi abbiano indispettito non poco): trattasi del deejay famoso e del controller edenviaggi.
Ormai lo sapete che ascolto radio deejay, ma immagino che pure le altre radio commerciali più o meno siano organizzate allo stesso modo. Prima di tutto a partire da giugno alcuni trasmettono da Riccione. Non che sia una località turistica per la quale stravedo, anzi... Però intanto stanno al mare. La trasmissione media, quando dura tanto dura 2 ore. Poi ok c'è tutto il back office, le riunioni operative, le idee per i singoli programmi... Sìsì. Mezza giornata al mare però intanto te la fai. Se poi sei anche un po' famoso ci campi serenamente. L'unica cosa che per me sarebbe un grosso sacrificio, non amando particolarmente locali e folle urlanti, sono le serate in discoteca. C'è anche da dire che con certi cachet ogni tanto potrebbe pure venirmi voglia, mica bisogna per forza farlo tutte le sere.
Ma veniamo al controller edenviaggi. Questa figura mitologica del fancazzismo retribuito. Io sento sempre la pubblicità alla radio, non so se l'avete presente: il controller Edenviaggi si presenta con questa voce da superfigo pazzesco (avete presente? quelle voci calde, profonde, sicure di sè... Quelle che poi se non ci trovi dietro George Clooney ci rimani male) e ci racconta che lui di mestiere va a fare sopralluoghi nei villaggi convenzionati per verificare che sia tutto a posto. Che le spiagge non siano state sbiancate con candeggina e photoshop, che le cucine non siano come quelle che vede Ramsey tutti i giorni, che i bambini siano veramente bambini e non pigmei appositamente retribuiti, e così via. Povero controller. Pensate che lavoro di cacca: ore e ore di volo e poi mi arriva nel villaggio ai caraibi e magari, dopo aver assaggiato i piatti tipici, provato le amache, testato sauna e piscina, e sperimentato suite e servizio in camera, scopre che è tutto a posto. Pensate che delusione.
Più che altro ho il sospetto che, con i tempi che corrono, la Edenviaggi riceva più curricula che prenotazioni!

lunedì 20 giugno 2011

Di liste nere ed abiti bordeaux

Non sono mai appartenuta alla categoria donne-che-sognano-le-nozze fin da bambine, e non ho mai avuto le idee chiare in proposito salvo per due particolari: l'abito rosso, non rosso-gabibbo eh, rosso scuroscuro, quasi bordeaux, e il rito civile. Insomma una specie di manifesto del comunismo. Non voglio ritrovarmi a convincere nessun parroco che sposarsi in bianco a 30 anni suonati e dopo un paio (di anni) di convivenza non ha molto senso, e non intendo confessarmi per averlo fatto. Per non parlare di corsi prematrimoniali e compagnia bella. Lui per fortuna su questo concorda: niente crisi di coppia per matrimonio civile vs matrimonio religioso.
Però io sarei ancora più estremista: 10 invitati. Ovvero: familiari stretti e testimoni. Ma su questo Lui non ci sente... Ci sono amici con cui vuole condividere il gran giorno. Ok, lo capisco. "E poi non possiamo invitare Armanda e Gandolfo (nomi di fantasia, ovvio!), dopotutto ci hanno fatto conoscere loro!"
 + 2.
"E poi ci sono questi amici, non li vedo mai, ma siamo legatissimissimi!"
+ 5 (sì, hanno tre figli)
E così via.
C'è da dire che essendo lui pugliese mi va già bene che non abbia riesumato 5465412 parenti imprescindibili.
Ho impostato una bozza di lista, siamo a quota 52 + 14 pargoli. Già mi sento male. Dovevate vedermi mentre salvavo il file: "salva con nome" - "Lista Invit... no, no."
"Lista Matr... ARGH! Peggio che andar di notte". "Regina delle nevi (nonchè mia futura testimone di nozze), dammi una mano, come la chiamo sta benedetta lista?!"
"Lista nera, è ovvio".
"Ah, grazie, menomalecheciseitu".
Visti da fuori siamo comici: io faccio la parte dello sposo insofferente alla "ma quanto mi costi", lui se ne esce con due invitati nuovi al giorno al grido di "ma tanto non verranno".
Il punto più problematico dell'organizzazione è che dovunque decideremo di celebrarlo dovremo piazzare una quindicina di persone a dormire, avendo lui famiglia e testimoni in arrivo dalla puglia, io famiglia milanese e testimoni da roma e cuneo, e amici assortiti da tutta italia o quasi (a dire il vero anche qualcuno da oltreoceano)... Quindi ci stiamo iniziando a muovere (con larghissimo anticipo eh!) per farci un'idea di costi e organizzazioni varie. Venerdì il primo sopralluogo nel monferrato.
Io comunque ho già il trip dell'abito. Anche se più che trip lo definirei paranoia. Diciamo che il mio metroesessanta mi sembra meno del solito, al confronto di quelle spilungone sottopeso che di solito indossano gli abiti da sposa sui cataloghi. In pratica ho una sorta di sindrome di Napoleone al femminile. Cercherò di camuffare sotto l'abito lungo delle zeppone rinforzate alte minimo 15 centimetri, per le foto mi metterò sui gradini e farò "Cucù" alla Merkel sbucando da un alber... No, meglio di no. 
Mi limiterò a non prendere in considerazione tutti quei modelli che potrebbero farmi somigliare ad una meringa diversamente lievitata, niente pizzi, tulle, veli e strascichi, insomma. Oltretutto detesto le boutique in generale, non sopporto la commessa che si appollaia sulla spalla e pigola come mi stanno bene questo e quell'altro.
Non esistono grandi magazzini di abiti da sposa?!

venerdì 17 giugno 2011

Di biciclette, SUV e bambini grassi

E' vero che ogni volta che prendo la macchina la cosa mi comporta una serie infinita di travasi di bile, cosa che probabilmente è inevitabile a Milano, ed è vero che in bici mi rilasso molto di più... Però bisogna dire che pedalare per le strade della città nei giorni feriali non è propriamente esente da pericoli, sia fisici sia biliari.
Prima di tutto mancano spazi dedicati: ormai lo sanno anche i muri che nel mio percorso casa-ufficio (4 km) c'è una pista ciclabile, se così vogliamo chiamare una pitturata gialla sull'asfalto del ponte della circonvallazione, che inizia all'inizio del ponte e termina alla fine. E pure sopra sono un po' affari tuoi, se ti ci avventuri.
Come il povero ciclista debba arrivare all'inizio della pista ciclabile, e cosa debba poi fare alla fine, non si sa. Io personalmente suggerisco un rosario di pietra: i più fedeli si affideranno con le loro preghiere al Signore, gli altri potranno usarlo come corpo contundente per difendersi da automobilisti e pedoni.
Sì, perchè non sono solo auto, moto, tram e autobus a mettere in pericolo il povero ciclista, ma il nostro si trova spesso e volentieri anche a interagire con pedoni pericolosissimi. E' vero che il ciclista non dovrebbe avventurarsi sul marciapiede, ma ci sono effettivamente dei viali, soprattutto parlo della circonvallazione, sui quali l'incolumità è a rischio. E io non ho tanta voglia di finire sotto un autobus. Quindi di tanto in tanto tocca invadere il territorio pedonale, ma la buona educazione mi impone di farlo sempre con discrezione: velocità moderata, precedenza alla vecchietta con il carrellino della spesa, etc. Peccato che ogni tanto la vecchina in questione si riveli uno scaricatore di porto sotto mentite spoglie, che vedendoti fermo su una bicicletta SUL MARCIAPIEDE mentre aspetti che lei si levi dalle ball.... Ehm, che passi oltre, coglie l'occasione per coprirti di insulti e farti anche un po' la paternale sul fatto che le bici devono stare in strada. Di solito rispondo "E' vero, signora, ma io vorrei arrivare almeno alla sua età". Poi ci sono quelli che portano il cane col guinzaglio estensibile: il cane si lancia di lato e tu in bici rischi di finire in un gomitolo di bici-padrone-cane. Poi ci sono quelli che hanno 2 o 3 bambini, e occupano tutto il marciapiede in larghezza... Questi non si riescono a superare nemmeno a piedi. Dite che non è vero! Poi ci sono i lavori in corso, le auto parcheggiate in doppia fila, e le persone maleducate.
A questo proposito, ieri mentre tornavo a casa mi è successo questo: circonvallazione, macchina in doppia fila. Mi fermo un attimo perchè non riesco a passare. Mentre sono ferma mi sorpassa un SUV* nero, dal finestrino del passeggero si affaccia un bambino con pistola ad acqua che mi prende in piena faccia. Primo: menomale che ero ferma, se no probabilmente mi sarei spalmata da qualche parte, con l'acqua nell'occhio.
Secondo: non vi posso nemmeno elencare il numero di insulti che mi è passato per la testa. Sono riuscita a verbalizzarne solo un paio, visto che ormai erano lontani.
Terzo: è evidente che al volante ci fosse un individuo maggiorenne. Probabilmente la mamma, ma è possibile anche il papà. Vogliamo parlare un attimo dei metodi educativi di costoro? Non so voi, io in macchina con i miei giocavo agli indovinelli, non stavo seduta davanti, avevo la cintura e soprattutto non rompevo i coglioni al prossimo. A bordo del SUV invece ci sarà stata una signora al telefono con l'amica, o un tizio al telefono per lavoro. Io sinceramente li avrei abbattuti tutti. Ah, e il bambino era grasso. E io odio i bambini grassi.

*Ho un'idea molto precisa su coloro che guidano SUV in città, idea che posso facilmente riassumere così: @#àòò°*+è##@, *£/%$$£°ç, çèàòè°à°#@[. Che si può tradurre all'incirca come "persone dal basso quoziente intellettivo, elettori di destra, puzzoni prepotenti e maleducati" ma in origine è un po' più colorito.

mercoledì 15 giugno 2011

Bree's wedding. Maybe.

Vi ricordate il mio amico Bree? Ebbene, l'anno prossimo dovrebbe sposarsi. Lei la chiameremo Astolfa, per una questione di anonimato. Lui Bree e lei Astolfa. Ok? Ok.
La loro storia ha avuto origine un paio d'anni fa: lei lo tampinava ai limiti dello stalking, e lui cadeva dal pero "Ma ieri sera Astolfa mi ha messo la lingua nell'orecchio, dici che mi trova simpatico?". Una cosa così. Alla fine Astolfa si fa più esplicita, e Bree cede al corteggiamento.
Lui, romano, figlio di un alto ufficiale e di una ereditiera, lei, pugliese di provincia, figlia di un'infermiera e un insegnante. Lui caciarone come solo un romano può essere, allegro, sdrammatizza qualsiasi cosa. Lei timida ai limiti del patologico (non so come questo vada a conciliarsi con lo stalking di cui sopra, saranno i primi sintomi di sociopatia), parla con un filo di voce e se la guardi diventa viola. Almeno in presenza di estranei, tipo me.
Si conoscono a Roma, dove lei si è trasferita per studiare e dove vive con due coinquiline. Alle prime ipotesi di convivenza si capisce già chi avrà la maggiore voce in capitolo nella coppia: la mamma di lei. Assolutamente contraria alla convivenza prematrimoniale! Chissà altrimenti al paese cosa pensano... Questa assoluta convinzione si riversa sulla figlia, che non mette minimamente in dubbio i dettami della madre.
Niente convivenza.
Per Bree è un duro colpo, lui ci tiene a convivere prima del grande passo... Essendo un convinto sostenitore del "matrimonio per sempre" vuole almeno essere sicuro di non sposarsi al buio. Come dargli torto.
Comunque il destino gli viene incontro nelle vesti della padrona di casa di Astolfa, che decide di aumentare repentinamente l'affitto. Questo per la Astolfa's mother (chiamiamola Astolfona va') è un duro colpo... E dopotutto Bree ha una casa di proprietà, e poi al paese mica lo devono per forza sapere che la piccola Astolfa vive nel peccato. Quindi ecco d'un tratto la sua benedizione per la convivenza. Questo avveniva circa un anno fa.
In un anno di convivenza Bree ha dovuto spiegare ad Astolfa che se lui fa tardi in ufficio non è carino cenare e non lasciargli nemmeno un piatto di minestra caldo per quando arriva. Queste sono cose che si fanno con i conquilini, ma non tra conviventi. Ok, Astolfa debitamente istruita si adegua.
Ma ora si parla di matrimonio. E il matrimonio bisogna celebrarlo nella chiesa di lei, quindi al paese. Quindi con tutti i parenti, anche i cugini di ottantaseiesimo grado con cui non parli da 15 anni. E soprattutto sul territorio di Astolfona, che si sta già informando per accendere finanziamenti faraonici per le nozze da favola della sua bambina. Bree però è irremovibile sul non fare debiti per il matrimonio, mentre Astolfa urla e strepita che 25.000 euro non le bastano. E i cigni? E i fuochi d'artificio? E? E? E?
"Ok, andiamo a trattare al ristorante per abbassare la cifra. Però ci portiamo i miei e i tuoi".
Seeee, così siamo sicuri che salta tutto.
"Vabbè, ma almeno portiamoci un adulto".
UN ADULTO.
Dal che si evince che non solo non considera adulta se stessa, all'alba dei 26 anni, una laurea e un lavoro... Ma che non considera adulto nemmeno il suo futuro sposo!
Lui dice che non ci vuole pensare, io penso che invece dovrebbe pensarci molto bene. E a comprarmi il vestito comunque aspetto!

martedì 14 giugno 2011

Il mio lato tenero*

Ieri sera meditavo su quei gran geni dei pubblicitari della Algida. Avete presente la pubblicità del cornetto? Quella con i due in spiaggia, lui un chiaro esemplare di "homo bastardus", lei una riconoscibilissima esponente del genere "bionda-mononeuronale" (non ricordo se sia effettivamente bionda anche fuori, forse no, ma di sicuro lo è dentro). Insomma, stanno al bar della spiaggia, e lei un po' piagnucolosa gli dice "Chissà se vedrò mai il tuo lato tenero". Già questa frase dice tutto di lui, di lei e della loro relazione:
1. Trattasi di frequentazione estiva, perchè lei non sa se durerà abbastanza a lungo da vedere il suo lato tenero.
2. Lei è certa che un lato tenero ci sia, da qualche parte, in quello che la chiama solo quando ha voglia di trom... ehm, ci siamo capiti, e solo se non è riuscito a rimediare di meglio in disco. E questo ci dice molto anche sulla sua (di lei) mononeuronalità.
3. Lui indossa quel sorrisetto che sottintende "col piffero che mi ti lascio appiccicare tipo cozza, non vedi che c'ho da tromb... Ehm, da socializzare con il resto della spiaggia, e poi la cozza appiccicosa già ce l'ho e l'ho già lasciata a casa apposta-per-venire-a-riccione-con-i-miei-amici", e che lo identifica immediatamente come "homo bastardus".
MA, D'UN TRATTO, ECCO IL MIRACOLO.
Lui mangia, macchè... Sfiora sì e no per 2 secondi, il cornetto. E di colpo si trasforma in un gigante orso coccoloso e peluscioso, alto due metri e tutto lovvoso, che si appiccica alla bionda mononeuronale a mo' di cozza.
Insomma, il cornetto mi converte ISTANTANEAMENTE l'homo bastardus in homo vinavil.
Io personalmente prima della trasformazione il cornetto gliel'avrei spalmato sul naso, e dopo la trasformazione gli avrei dato fuoco... Che quel pelo sintetico secondo me si presta anche.
La bionda invece a questo punto è in totale visibilio! E' riuscita a convertire l'homo bastardus in homo vinavil, e questo la renderà felice per un paio di giorni, fino a quando troverà un nuovo homo bastardus che però repelle il cornetto. E lì per la nostra bionda son cazzi acidi. Come dicono a Parigi.
Nel frattempo però si gode questi due metri di palla di pelo sintetico che la avvolge in un caldo abbraccio in spiaggia ad agosto. Ed è contenta. Ora dite, se avete il coraggio, che ha più di un neurone.

*Per la stesura di questo post non è stato fatto alcun male nè ad animali, nè a bionde, genere quest'ultimo a cui l'autrice stessa appartiene, anche se si ostina a spacciarsi per castana-ramata.

lunedì 13 giugno 2011

Sì! Sì! Sì! Sì!

Ora che il Quorum è stato raggiunto ve lo posso dire: mettendo la mia bella X sul Sì nella scheda verde ho provato un brivido di piacere. Un po' come se li avessi condannati definitivamente alla pena detentiva solo con quel tratto di matita. Lui e quelli come lui.
Penso sia stato il segno più calcato di tutte le mie 9 schede milanesi. *CRRRRR-CRRRRRR*.
"Signora non sovrapponga le schede eh, che sono in carta copiativa!" - "Nono, non si preoccupi, buonuomo!". *CRRRRRR-CRRRRRRRR*.
Che bello poi quando il presidente del seggio mi ha restituito documento e tessera elettorale e ha detto "LADYBUG ha votato". OH YEAH! Puoi dirlo forte che ho votato, ciccio! *CRRRRR-CRRRRR*.
Ieri sera mi sono addormentata felice al ricordo del rumore della matita sulla carta: *CRRRRR-CRRRRR*. Immaginate come si sentirebbe la Boccassini se un giorno ci riuscisse davvero, a farlo condannare. Per me è la volta che si smaltisce tutte le ferie arretrate accumulate dal '94 in poi. Il che più o meno dovrebbe permetterle di arrivare alla pensione senza ulteriori giorni lavorativi.

Vebbè, questo è un non-post... Anche l'etichetta è sbagliata, quella giusta sarebbe "Conforto e attualità". Vedremo se sarà opportuno rinominarla in un prossimo futuro!

E voi? Avete goduto come ricci a mettere quella X? :D

"Lei può andare, in compenso darò 5 anni al suo avvocato"

L'8 febbraio 2010 sono stata tamponata da un autobus ATM. Ero ferma ad un semaforo rosso, ma evidentemente il conducente della 57 lo riteneva verde e mi sfondava macchina e collo.
Con l'occasione scoprivo che i mezzi pubblici non sottoscrivono constatazioni amichevoli e ricevevo una specie di francobollo con sopra i dati dell'autobus e il numero dell'ufficio del comune da contattare. Provvedevo prontamente a chiamare il detto numero, e mi rispondeva un call center di Pizzocalabro che mi diceva di mandare un fax con le mie richieste (?) ad un altro numero. Dolorante e impanicata, mi viene in mente che poco più avanti nella mia via c'è un ufficio che si occupa di sinistri stradali. Ci sono passata davanti un trilione di volte chiedendomi di cosa si occupassero esattamente. Raccatto il francobollo e la documentazione del pronto soccorso e mi presento a quello che scoprirò chiamarsi Fabrizio, il quale mi vede entrare munita di collare ortopedico e mi dice: "Buongiorno! Tamponata??" (e qui l'occhio clinico di chi è un professionista del settore è stato evidente). "Sì, ammetto, da un autobus". "Azz... Vediamo, i sinistri con l'ATM sono sempre rognosissimi" (E figurati se no...). E qui scopro che è tale il numero annuale di sinistri dei mezzi pubblici, che coloro che ne sono vittima devono essere risarciti dalla PROPRIA assicurazione, la quale riceve un forfait annuale da quella dell'Atm, e quindi cerca di scucire il meno possibile per fare la cresta sui rimborsi. 
Chissà perchè questo fatto la mia assicuratrice me l'ha taciuto. Si sarà dimenticata di avvisarmi, quando le ho portato il francobollo e la documentazione medica.
Comunque con questa rivelazione Fabrizio guadagna la mia totale e assoluta fiducia, nonchè il malloppetto della mia documentazione. E devo dire che ad oggi sono convinta che quella di dare a lui la gestione della pratica sia stata l'idea migliore degli ultimi anni, anche perchè nel giro di pochi mesi sono riuscita ad avere il risarcimento del danno per il colpo di frusta e quello materiale alla macchina. Ora manca solo il rimborso delle spese mediche che ho sostenuto, osteopata, antidolorifici, ecc. Sì, perchè la mia assicurazione dopo aver riconosciuto il danno biologico e materiale, e avermi risarcito, ora nega di dovermi rimborsare le spese mediche. Perchè? Chissà.
La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che l'avvocato che collaborava con Fabrizio si sia rubato le pratiche. Sìsì, avete letto bene. L'avvocato che aveva in mano la mia pratica e che doveva depositare l'atto di citazione contro la mia ex assicurazione, oltre ad un'altra sessantina di pratiche di altri sfigati come me, visto che stava facendo molto poco e che Fabrizio iniziava a stargli addosso e a smettere di pagarlo perchè non faceva il suo lavoro, ha pensato bene di introdursi in studio nottetempo e portare via i fascicoli. Quindi al momento non so se il mio atto di citazione sia mai stato depositato, ho potuto solo revocargli il mandato e ora aspetto che Fabrizio lo deferisca all'Ordine e recuperi tutte le pratiche, compresa la mia.
Il povero Fabrizio era terribilmente in imbarazzo e non sapeva come dirmelo, ma è più che evidente che l'unica sua responsabilità sia stata quella di fidarsi di codesto farabutto.
Io d'altronde conosco così bene gli avvocati da aver deciso di non diventarlo mai, nonostante la laurea in giurisprudenza e il lavoro in un ufficio legale d'azienda. Questo per dire perchè mi incazzo quando mi dicono: "Che lavoro fai?". "Legale d'azienda". "Ah, beh... Avvocato!!!". "No".

venerdì 10 giugno 2011

Le gioie dell'orto 2 - la Curcuma

Già vedo gli sguardi preoccupati. Non temete, il Timorigano sta benone! Non ho più cercato di ucciderlo e vi saluta tutti. Ma oggi vi parlo della Curcuma.
A dire la verità mi sento un po' come il TG1 a star qui a raccontarvi della mia curcuma mentre tutti gli altri parlano del referendum... Seguirà un interessantissimo servizio sulla preoccupante diminuzione dei muschi nella tundra, e per finire la rubrica di ricette a base di cavallucci marini delle azzorre.
No, nulla di tutto ciò, però andate a votare, mi raccomando.
Dicevo, la Curcuma.
Torniamo ad una delle innumerevoli incursioni all'Ikea dello scorso settembre, per capirci una delle incursioni in cui si parte con un'idea chiarissima in testa: "compro gli appendiabiti", e poi si arriva alla cassa con, nell'ordine: una scarpiera Billy, due mensole per la camera da letto, un mobile porta cd-sempre-Billy, due tappeti a forma di mucca, uno maculato e uno tint'unita (che non ho mai capito se sono veri o finti ma mi affascinano un botto), scolapasta, snocciolafunghi automatico  e una quantità imprecisata di tovaglioli colorati-tovagliette-nuove-candele-portacandele-fiori-veri-e-no. Ovviamente gli appendiabiti vengono dimenticati e la settimana dopo tocca tornare. Ecco, in uno di questi giri ho trovato questa meravigliosa pianta e me la son portata a casina. Mi ha dato un sacco di soddisfazioni, fiori meravigliosi e tutto. Poi è arrivato l'inverno. Io col freddo me la sono religiosamente portata in casa, ma lei imperterrita ha continuato a perdere tutte le foglie. Essendo un bulbo, ho smesso di annaffiarla e me la sono scordata in un angolo. A marzo i bulbi dei tulipani sono sbocciati, i tulipani sono fioriti, la natura si è risvegliata, i passerotti cinguettavano, le rondini sono tornate, e la curcuma taceva. Non così il mio Uomo che già mi accusava di planticidio. Ho provato ad annaffiarla. Niente. Ad aprile ho dissotterrato il bulbo, per verificare che non fosse marcito. Niente. Apparentemente stava benone, ma non aveva nessuna intenzione di dare segni di sè. L'ho rimesso fuori-al-sole-all'-ombra-in-penombra. Niente. L'ho annaffiato. Niente. L'ho lasciato asciugare. Niente. Alla fine circa un mese fa le ho rubato il vaso, che mi serviva giusto giusto di quella misura per un'edera, e l'ho sbattuta in un vasetto minuscolo, dimenticandomelo nel vaso del fico.
Ieri sera, di ritorno dall'ufficio, ho fatto un giro di perlustrazione sul balcone... Giusto per svuotare i sottovasi dopo le grandi piogge di questi giorni... E indovinate cos'ho visto?! Quella gran zocc... Ehm, la mia AMATISSIMA curcuma sta timidamente buttando fuori due foglioline! Per la serie "YAAAAAWN-eccomi-ma-che-fretta-hai-è-solo-giugno". Ma me lo potevi pure dire che volevi essere inondata d'acqua! Avrei provveduto senza timori da subito!
Comunque, grande festa. Chiamo Lordbug: "Amore! La Curcuma! E' VIVA! Non sono una planticida!". Appena arrivato a casa lo spedisco sul balcone a salutare la rediviva, dopodichè inzia a passare in rassegna anche tutte le altre, come un generale che ispeziona i cadetti: "E la menta? Dov'è?". "Lì, dietro al ficus". "Ah, ok". Pausa. "Ci manca solo la maggiorana a questo punto!". "No, amore, la maggiorana è lì sopra, accanto al timorigano". "Ah. Ecco". "Adesso chiedi scusa alla maggiorana per non averla riconosciuta". "Scusa Maggiorana...".
Due dementi, lo so.

giovedì 9 giugno 2011

Agenzia Matrimoniale - Regina Madre

Oggi vi racconto i soggetti con cui la Regina Madre ha tentato di accasarmi negli anni. Siete pronti? No, non si è mai pronti. Comunque procedo.
Come tutte le donne, anche la Regina Madre ha iniziato quando io ero molto piccola a pensare in grande. D'altronde, in qualità di Unica Nipote Femmina della Regina Madre mica potevo meritare qualcosa di meno di un Principe! E quindi nel corso dell'adolescenza iniziò a ventilarmi l'ipotesi di trovare qualcuno come IL Principe per eccellenza *suspance*: EMANUELE FILIBERTO. Che di tutti i Principi che ci sono sulla piazza non è esattamente nella Top ten di quelli che sceglierei. Stranamente, dopo che il di lui padre è stato espulso dai circoli della caccia di mezza europa per aver truffato una "massaggiatrice" (ve lo ricordate?) e lui ha deciso di cercare di sanare i debiti di famiglia dandosi prima al ballo, poi al canto e minacciando di entrare in politica, non so perchè ma ha smesso di propinarmelo come un esempio di uomo da sposare.
Allora ha deciso di buttarsi sull'intellettuale, sempre a livello di ideali ovviamente, optando per un ancora celibe (forse, all'epoca) Alberto Angela.  Davanti alla mia perplessità giurava che in caso di mia manifestazione di interesse, anche tiepida, avrebbe mosso mari e monti pur di farmelo conoscere. Lei lo adorava. Io non sono più riuscita a guardare una sua trasmissione stando seria dopo aver visto la sua imitazione di Neri Marcorè che simulava scavi archeologici ai giardini pubblici e scambiava i bambini per un popolo nano della Papuasia.
Nel frattempo sono cresciuta, e allora è giunto il momento di propinarmi qualcuno "in carne ed ossa". Nella fattispecie trattavasi del fantastico Dottor Effe. Dovete sapere che il Dottor Effe è praticamente una pietra miliare: figlio di una sua vicina di casa, la rendeva partecipe della preparazione dei suoi esami universitari e andava a chiederle consiglio e conforto prima di ognuno, laureandosi poi brillantemente in medicina. Quando io ho iniziato l'università lui si era appena laureato e RM mi ha fatto presente che il nostro studiava di notte, quindi sarebbe stato opportuno che anche io mi adeguassi. Ma anche no. E' stato un vero tormentone sotto tutti i punti di vista: "Ho sentito il Dottor Effe, si sta specializzando in cardiologia. Ho sentito il Dottor Effe, ma com'è bravo-bello-intelligente-brillante-spiritoso-M-E-R-A-V-I-G-L-I-O-S-O. Non capisco come mai non trovi una brava ragazza... Si vede che le ragazze moderne non vanno bene per lui!".
Poi l'ho conosciuto.
Stavamo traslocando, e lui si era aggiudicato un armadio da mettere non so dove. Quindi si è presentato con un amico per smontare il mobile e portarselo via.
Suonano.
Vado ad aprire.
Mi trovo davanti un biondone alto due metri, spalle larghe, muscoli ovunque.
Penso "Orpo!". 
Il biondone si sposta, e compare un nano da giardino con braccia sproporzionatamente lunghe, attaccatura dei capelli altezza sopracciglia, decisamente ipertricotico e con sguardo vacuo. Una sorta di orango meno arancione.
Indovinate qual era dei due.
Esatto.
Ovviamente si era portato l'amico grosso per lo smontaggio.
Oltretutto ha la verve vitale di un ghiro in letargo depresso, e la simpatia non è mai pervenuta.
Quando abbiamo fatto notare alla Regina Madre che c'era effettivamente poco da stupirsi nel fatto che lui fosse single, anche se zitello sarebbe più appropriato come termine, e che non erano le ragazze "moderne" le poco di buono responsabili di tuttociò, si è offesa. Le ultime notizie lo danno ultraquarantenne, sempre single, sempre in casa con mammà e molto depresso. L'unico viaggio degli ultimi anni l'ha fatto alla ricerca di un cimitero spagnolo dove ha sognato che sarebbe stato sepolto: una volta trovatolo ha mandato cartolina cimiteriale di riferimento ovviamente alla sua unica confidente: la Regina Madre. In visibilio.
Traiamo le nostre conclusioni sul genere di uomo che piace a RM: castano, decisamente ipetricotico, laureato e con la passione per l'arte, possibilmente funeraria. In mancanza di laurea e di passione per l'arte si può sopperire con un titolo nobiliare.

martedì 7 giugno 2011

Lettera aperta a Woody Allen

Caro Woody,
Prima di tutto lascia che ti faccia i complimenti, perchè sei uno dei miei registi preferiti all'incirca da quando ho scoperto l'esistenza del senso dell'umorismo.
Ti scrivo spinta dalla lettura di questo articolo. A quanto pare la Rubacuori internazionale, logorata dal Bunga Bunga (e che il bunga bunga logori, lo posso anche capire... Certe infiammazioni...) ha deciso di colonizzare hollywood e spera nel tuo aiuto. Ma mica a caso, poverina! Sei stato tu ad esprimere un primo apprezzamento! E quella figurati se non si lancia a pesce. Anzi a zocc... Ehm. Beh, sempre di animali si tratta. La nostra Rubacuori infatti si è subito premurata di sottolineare che l'unico antidoto al logorio da Bunga bunga per lei è la tua arte, che le dà "sollievo, positività e gioia di vivere". Woody, fidati di me, quella avrà visto sì e no uno dei tuoi film, con sguardo vacuo, nelle pause pubblicitarie del Grande Fratello, e solo perchè l'Isola dei Famosi era già finita. Non farti abbindolare! Hai lavorato con Diane Keaton perdiana!
Oltretutto non vorrai mica dar retta ad una che sostiene di ispirarsi a Carla Bruni, dicendo: "Cosa ho io meno della prima dama di Francia? Lei è una donna solo più fortunata di me. È nata ricca e magra. Io ho dovuto lottare per conquistare tutto". Certo! Come no! Stesso stile, stessa classe! E poi tralascerei di addentrarmi nel tipo di lotta intrapreso... D'altronde ci ha ampiamente dimostrato che le sceme che si alzano al mattino per andare in ufficio, lottare con superiori, contratti precari, spese, multe, parcheggi e far quadrare i conti siamo noi.
C'è anche da dire una cosa: IO personalmente preferisco l'incertezza del domani, se l'alternativa è fare le cosacce con il tizio basso e ricoperto di cerone e capelli sintetici.
Chiariamo subito una cosa, caro Woody: se il tuo prossimo film, si dovesse chiamare "La dea del bunga bunga", oppure "Provaci ancora Silvio", sappi che io al cinema a vederlo non ci vengo. Invece vedrei volentieri "Misterioso omicidio ad Arcore". Vedi cosa puoi fare.
Mi raccomando, non deludermi.
Tua, Ladybug

lunedì 6 giugno 2011

Appuntamento al buio.

Venerdì sera, di ritorno da una rapida ed indolore cenetta fuori, è capitato di fare zapping. Il caso ha voluto che ci si imbattesse in una trasmissione che ha inevitabilmente catturato la nostra attenzione: Appuntamento al buio. Ma proprio al buio pesto. Una sorta di grande fratello estremo. Funziona più o meno così: vengono selezionati numero 3 manzi e numero 3 galline. I manzi devono essere palestratissimi, single, e possibilmente con un ego smisurato. Dei tre che ho avuto occasione di visionare, due avevano come "segno particolare" (cito testualmente dalla scheda descrittiva) il primo "arroganza e vanità" (intervistato sosteneva di non poter vivere senza specchi) e il secondo "egocentrismo". Il terzo non ricordo, ma era leggermente più simpatico. Ovviamente è imprescindibile una pregressa esperienza come spogliarellista/ragazzo immagine/gigolò.

Le galline invece devono essere alte, magremagremagre, poppute (e qui, stante la magrezza, l'unica è il chirurgo plastico). Un bel viso invece non è richiesto. D'altronde poi il tutto si svolge al buio. Indispensabile, anche qui, un passato su playboy unito ad elevati ideali di corteggiamento. Una biondazza ex coniglietta della famosa rivista sottolineava che a lei piace il corteggiamento "old style", con fiori, cioccolatini & co. Andrebbe quindi accasata con l' "arrogante-vanitoso", che richiedeva espressamente una ragazza all'antica. Un'altra concorrente si definiva "raffinata", mentre indossava un abitino fantasia raffigurante fiori grandi come cocomeri e trampoli color salvia. Roba che Enzo Miccio sarebbe scappato urlando. A quanto pare il senso critico non è richiesto nella selezione.

Cosa succede: questi elementi da sbarco vengono tenuti accuratamente isolati e vengono fatti incontrare solo ed esclusivamente in coppia e nel buio più totale, mentre noi li osserviamo grazie a telecamere ad infrarossi. L'idea è quella di simulare una sorta di cena a lume di candela, ma senza la candela. Unica regola: i due non possono descriversi. Ovviamente i protagonisti non hanno la minima idea di come si possa affrontare una cena al buio, e hanno evidenti difficoltà anche nell'identificare il cibo, trovarsi la bocca, ecc. Due particolarmente acuti hanno deciso di provare ad imboccarsi a vicenda rischiando di perdere definitivamente la vista, causa forchettata nell'occhio. La cena comunque dura molto poco, dopo due bocconi i concorrenti optano per attività più vicine a quelle che normalmente sono in grado di svolgere al buio: ovvero lei lo sdraia per terra, lo monta cavalcioni sulla schiena e gli propina un massaggio con un olio che provvidenzialmente si trova in loco. Anche se non ho ben capito come faccia la lei di turno ad individuare olio ed asciugamano. Forse è sottoposta ad un addestramento specifico. Comunque, i due si rotolano sul pavimento per un po' scambiando frasi di circostanza tipo "ma è stranissimo non vederti!" e scambiando palpatine più o meno casuali, col favore delle tenebre. Insomma, delle conversazioni indispensabili per capire se si ha a che fare con un potenziale Manzo/Gallina della vita. Dopodichè, ancora ignari delle fattezze dell'altro, passano alla stanza successiva dove un nuovo manzo/gallina li attende, con una nuova cena, un nuovo flacone di olio per massaggi, e una nuova brillante conversazione.
Non ho idea di come funzioni il momento della scelta del "manzo per la vita", nè di come e quando li facciano finalmente vedere. Ma tutto sommato sto anche bene così.

mercoledì 1 giugno 2011

Bree and Me

Stamattina, stavo uscendo di casa, mi chiama il mio amico Bree. No, non si chiama così all'anagrafe, ma l'abbiamo ribattezzato così io e Regina delle Nevi dopo essere state ospiti a casa sua una settimana, un paio d'anni fa. Una settimana a base di sottobicchieri e tovaglioli in tinta con i piatti, ma con un punto di blu che si sposa anche con la tovaglia. No, non è gay. Tra l'altro quella è stata una settimana tremenda: Roma ci ha accolto con il diluvio universale, e io sono stata tutta la settimana a letto con la febbre alta. La febbre a casa di Bree, col suo termometro elettronico che dopo 5 minuti annunciava agli astanti e anche ai vicini di casa: "LA-TUA-TEMPERATURA-E'-DI-TRENTOTTO-VIRGOLA-CINQUE-GRADI". Una volta stavamo chiacchierando e non l'abbiamo sentito, non c'è stato verso di risalire alla temperatura senza riprovarla.
Ho anche rischiato di essere spedita a smaltire i microbi sul pianerottolo, per aver appoggiato un bicchiere d'acqua sul tavolino ikea senza sottobicchiere.
Ciònonostante Bree resta uno dei miei più cari amici. E' lui che ha ribattezzato nonna "La Regina Madre", ed è sempre lui che l'ha fatta sciogliere come un ghiacciolo facendole il baciamano la prima volta che l'ha vista. Atto che ha comportato negli anni seguenti una sorta di lavaggio del cervello ai miei danni, visto che a suo avviso avrei dovuto sposarlo seduta stante. Anche perchè è di ottima famiglia (figlio di Ammiraglio, nientemeno). Comunque, i personaggi con cui avrebbe voluto piazzarmi la Regina Madre ve li racconto a parte: torniamo a Bree.
Ciò che preserva la nostra amicizia, unitamente alla distanza Milano-Roma, è l'evitare saggiamente discorsi a sfondo politico, essendo lui decisamente di destra ed io... No vabè, lo sapete già. Anzi, di solito lui introduce i discorsi e io cerco di farli cadere, a salvaguardia del mio fegato.
Comunque, stamattina mi ha chiamato perchè aveva bisogno di sfogarsi... Indovinate l'argomento? Sulla politica. Perchè non sopporta quelli che gli infestano la bacheca di FB con spot anti-berlusconi. No, non guardate me, io sono molto sobria, e su FB gioco a Restaurant City e basta.
Chiama me, capite, che l'altro ieri ero in piazza tutta vestita di arancione. Devo ammettere però, che nonostante la diversità di vedute, su alcune cose siamo anche d'accordo. Sporadicamente e per brevi attimi. Ad esempio, voterà al referendum. Ok, menomale. Tre sì e un no. Mh. Ok. Almeno vota. "E perchè sei a favore del nucleare?", "No, sono contro al nucleare... Sono a favore del mantenimento del legittimo impedimento". "..." TU TU TU TUUUUUUUU.
Si prodiga a tenere il portatore nano di cerone fuori dalla galera. A parte che tra un po' raggiungerà i limiti di età e quindi ne resterà fuori comunque... No, in realtà non ho riattaccato, ma la tentazione è stata forte. Anche perchè poi ovviamente si è lanciato in un discorso sulla magistratura politicizzata e sul fatto che anche la sinistra ha le sue magagne. Io vorrei capire perchè in questo dannatissimo paese l'unico argomento a proprio favore è che gli altri sono peggio. Sempre. E qui non faccio distinzioni di destra e sinistra eh, anche perchè la nostra sinistra è altrettanto indifendibile. E la magistratura, beh, l'hanno politicizzata loro a furia di dirlo. Se smettessero di delinquere, i PM indagherebbero di sicuro su qualcun altro.
Adesso per calmarmi mi tocca andare a prendere una camomilla. O forse è meglio un succo di ARANCIA!
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