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mercoledì 27 aprile 2011

Niente sconti, non siamo santi

Dal modo di gestire un piccolo credito a mio avviso si capisce molto di una persona...

Ditemi un po' quanti di voi almeno una volta nella vita davanti ad una spesa minima sostenuta per qualcuno, al momento del rimborso hanno detto "ma no, lascia stare!". Che fosse un caffè, un francobollo, una tazza di zucchero o una sigaretta.


Poi ci sono quelli che invece non te ne abbuonano mezza: "Mi devi 3 euro e 86 centesimi". Se gliene dai 4 ti danno il resto di 14 centesimi. Di solito li hanno, ma in mancanza vanno letteralmente in crisi, perchè non possono pensare di avere a loro volta un debito. Piuttosto cercano di rifilarti una cambiale e un buono sconto di cibo per gatti della Coop. Se invece per tua disgrazia ne hai solo 3,50 verrai bollato a vita come cattivo pagatore. Ti guarderanno con sufficienza e diranno "mi devi 36 centesimi, ma sarà per la prossima volta" (sottinteso "sei un poveraccio"). A questa categoria appartiene la Regina Madre, che non più tardi di venerdì santo mi ha presentato un conto di 5 euro per un orlo di un paio di pantaloni, sottolineando che non ci ha nemmeno caricato la sua manodopera e il filo di cotone che ha dovuto comprare apposta. La prossima volta vado direttamente dai cinesi, che almeno sono gentili.


L'apoteosi però la raggiunge una coppia di amici che quando ci invita a cena alla fine presenta il conto. No, non fanno Vissani di cognome. E' molto semplice, e dal loro punto di vista anche molto logico: non cucinano; nel pomeriggio decidono se la cena sarà a base di sushi, pizza o hamburger, raccolgono le ordinazioni per telefono, vanno a prelevare gli acquisti, apparecchiano, mangiamo e poi si divide la spesa. Dal punto di vista economo/logico non fanno una piega. Ma allora perchè non possiamo direttamente uscire a cena? Così mi leggo il menu, mangio cibo caldo e non riscaldato, sono servita e riverita e non mi viene nemmeno l'istinto di aiutare a sparecchiare. Se mi inviti a cena puoi anche comprare le lasagne alla gastronomia all'angolo, ma poi mica mi presenti lo scontrino. Oppure la prossima volta che ti invito io ti presento lo scontrino del Pam.


In realtà io so perfettamente che hanno ragione loro, magari se lo facessi anche io a questo punto sarei a rosolarmi al sole su una spiaggia tropicale... 3 euro e 48 di qua, 2,51 di là... Solo che non sono capace. Soprattutto se i rapporti sono stretti. Chessò, se mia madre mi chiedesse di andare a comprarle il latte, con tutto che non viviamo più insieme da un po', mai più mi verrebbe di presentarle lo scontrino.


Ma loro vivono davvero meglio?

2 commenti:

  1. la mia specialità: commentare post antichi!

    Anche io li ho in odio quelli de "mi devi 20 cents", coi miei amici facciamo sempre una volta tu una volta io ed a distanza di ventanni se qualcuno è in credito sarà in credito di 5 euro. Anche se in qualche caso sono le differenze di abitudini, mi rendo conto che una compagnia di persone che lavorano è diversa da una di studenti, dove magari conti veramente l'euro perchè i soldi sono pochissimi.

    Inqualificabili invece gli inviti a cena con ordine fuori. Se mi inviti a cena, cazzo, fammi una pasta al burro, ma cucina. Se non hai tempo o voglia, non invitarmi. Al limite esiste il "venite che ci facciamo una pizza", ma a casa mia un invito a cena prevede una persona che sappia produrla, una cena.

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  2. Che archeologa con i fiocchi! :D
    Menomale che ho messo la moderazione ai commenti antichi, altrimenti manco me ne accorgerei!

    Comunque sì, inutile dire che sono d'accordo... Piuttosto fammi dei tramezzini, ma prepara qualcosa!

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