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venerdì 1 aprile 2011

Ladybug e i cuccioli d'uomo

Ho sempre avuto un rapporto difficile con i bambini, anche quando ero bambina io stessa.

All'asilo i miei coetanei mi sembravano dei piccoli mentecatti che cantavano canzoncine stupide, alle quali mi adeguavo per spirito di integrazione, ma cercavo sempre di starmene per conto mio il più possibile. Puntualmente i miei sforzi venivano vanificati da:

1. una certa Laura, mia compagna di classe che mi si appioppò come una cozza cercando di emularmi in tutto e per tutto;

2. le mamme/altre maestre/varie ed eventuali che mi recuperavano e riportavano in classe al grido di "OH MA TI SEI PERSAH! Quando io invece, con la scusa di andare in bagno, mi prendevo qualche minuto di pausa dalle fatiche della socializzazione.


Capirete che, visti i presupposti, il mio istinto materno ammesso che esista, sia da sempre sopito da qualche parte.


Non ho nemmeno mai compreso a fondo le amiche che, fin dall'adolescenza, asserivano di voler avere una montagna di figli. Forse perchè della riproduzione ho sempre avuto una visione troppo poco poetica, piena di pannolini sporchi, notti in bianco e dubbi di vario genere. O forse era la loro visione ad essere troppo romantica e scollegata dalla realtà. Non lo so, visto che di pupi qui ancora non se ne vedono... Diciamo che dai racconti e da quello che leggo, forse, la visione che si avvicina di più è la mia.

Sono comunque lontana da dire che la mia sia quella corretta eh, sta scrivendo una che all'epoca delle coetanee romantiche e cinguettanti, davanti allo stesso quesito, era preoccupata di mettere al mondo individui disturbati che poi avrebbero sterminato la famiglia.


Beh, passata l'adolescenza, intorno ai 25 anni il famigerato orologio biologico ha iniziato a dare segni molto composti di sè: "Chissà, un domani, magari... Forse, perchè no, chissà". Con quel sereno distacco di una che può tranquillamente rimandare la questione a data da destinarsi.


Ora, raggiunta l'età adulta da un po' e avendo sempre frequentato amicizie più grandi, i contatti con i pargoli si moltiplicano esponenzialmente al riprodursi degli amici. E ovviamente non mancano le domande del tipo "E vooooi quaaandoooo???", sia dei genitori che dei rispettivi pupi, che una volta ottenuto il dono della parola evidentemente hanno ogni intenzione di usarlo. Le risposte sono le più varie... La casa è piccola, il lavoro è precario, stiamo insieme da troppo poco, dobbiamo ancora fare un sacco di cose, etc. etc. Ma in realtà siamo entrambi terrorizzati alla sola idea. Lo so, lo sento.

Anche perchè oggi non è più come una volta, quando non c'era modo di informarsi in maniera così accurata ed immediata su ogni cosa, e quindi ci si rimetteva alle colossali balle che generazioni di mamme raccontano alle amichenonancoratali sulle meraviglie della maternità, nascondendo le occhiaie da panda dietro occhiali da sole iperfèscion e impasticcandosi di nascosto.

Forse questo è un altro dei motivi di calo delle nascite nel nostro paese: è vero, le donne lavorano di più, i soldi sono meno, la vita costa tantissimo, etc. etc. Ma non sarà anche la troppa informazione ad influire in qualche modo?


Comunque per un po' posso ancora rimandare la questione, e continuare ad essere cinica ed ipercritica nei confronti di tutti quei genitori incapaci con figli isterico/nevrotici che popolano questo mondo. Ancora un po'. Prima di entrare anche io nel club.

1 commento:

  1. ehehe mi sono divertito... ma si se hai tempo rimanda ancora un po' e fai tutto quello che altrimenti nn potresti fare:)
    buona domenica
    pacy

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