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giovedì 29 settembre 2011

San-LordBug

Ieri sera, ore 20.40 circa. Casa Bugs.
Io: "Amore, hai mai avuto un ascesso?"
LordBug: "No".

TUUUU TUUUU TUUUUU TUUUUU TUUUUU
"Pronto?"
"Ciao nonna, sono Ladybug!"
"Ah, sì, ciao... Vuoi la mamma?"
"Sì, grazie"
TUUUURLINDAAAAAAH! C'è tua figlia al telefonoooooh!
"Arriva eh! E dimmi, LordBug come sta?"
"Bene, grazie"
"Ah bene, bene........ E tu stai bene?"
".... Sì, abbastanza grazie"
"Ecco, ti passo la mamma"
"Ciao mamma. Dimmi, com'è il dolore da ascesso? Perchè non riesco nemmeno a pensare di mangiare e ho un dente che pulsa"
"Eh, sì, mi sa che è un ascesso"
"BUUHUHAAAAAH! E adess.. SIGH.. COME faccio. SIGH SOB. Venerdì andrò al colloquio con una guancia da criceto! E chi me lo dà un antibiotico a quest'ora senza una ricetta??? BUUUHHHHAAAAAAHHHH".
"Ma non fare così! Ce l'ho io l'antibiotico. Vieni qua che te lo do, inizi a prenderlo stasera e domani andrà già meglio".
"SIGH_SOB. Ok, arriviamo".

LordBug si è vestito per uscire alla velocità del lampo. Io ho messo un paio di pantaloni sotto la maglia del pigiama, e singhiozzando siamo usciti di casa. Nel senso che solo io singhiozzavo, ma tutti e due siamo usciti.
In pratica col pretesto dell'ascesso mi sono liberata di questo grumo di sconforto che mi accompagnava da un po'. Ho pianto per il dolore al dente, sì. Per lo stress degli infiniti colloqui. Per la fine di questo contratto. Per la stanchezza che sto accumulando, nonostante siamo solo a fine settembre. Per le persone che mi dispiace salutare, e per l'incertezza del futuro.
Siamo arrivati da mamma che ancora piangevo.
Ma riuscendo anche a dare indicazioni ad un nuovo inquilino sulla situazione dei box.

Entriamo in casa, mamma mi dà le medicine e la Regina Madre si sconvolge per le mie lacrime, dunque mi rassicura:
"Vabbè ma dai, tranquilla! Il dente si cura... E il lavoro... Vabbè ma dai. LordBug mica si arrabbia!"
Cioè, sto conciata come uno straccio, tra una settimana sarò ufficialmente disoccupata, E CI MANCA PURE CHE LORDBUG SI ARRABBI!

Insomma, abbiamo capito quali sono le priorità di RM: che LordBug stia in salute, e che stia sereno. E poi è buono, quindi non si arrabbia anche se a me non rinnovano il contratto. E nemmeno mi picchia! San-LordBug. Scommetto che ha già fatto domanda per farlo beatificare in vita.

La serata si è conclusa con me e mia madre che chiacchieravamo in camera, e LordBug placcato dalla Regina Madre e sequestrato in cucina, a discutere di dove dovremo mandare i nostri figli a scuola. In sostanza una qualsiasi, purchè sia privata. Che quelle pubbliche sono troppo "promiscue". Non sia mai che un piccolo Babybug si trovasse in classe qualche compagno asiatico, o peggio, NERO o MULATTO. GIAMMAI!

E io, che sarei solo felice se mio figlio imparasse il cinese da un compagno di classe, che madre degenere rischio di essere...

martedì 27 settembre 2011

Il buongiorno si vede dalla cacc...

Ore 8.15 in casa Bugs.
LordBug è appena uscito e Ladybug sta facendo colazione in cucina, domandandosi come ogni mattina se sarà proprio oggi che il suo telefono squillerà e un piacente giovanotto (anche non piacente eh, non è quello il requisito essenziale) le offrirà un lavoro a tempo indeterminato e retribuito.
Mentre Ladybug è assorta nelle sue fantasticherie, ecco che si approssima Sebastian, il gatto rosa. Scende in soggiorno, fa un giro di perlustrazione sul balcone, osserva la lettiera. Appena pulita. Rientra in casa. Caga sul divano.
Sì. Avete letto bene.
Caga-sul-divano.
Per la precisione su un cuscino regalato dalla Ladybug mother un paio di settimane fa.
I casi sono due:
1. Sebastian-Bug ha chiari gusti in fatto di arredamento, e la nuance del cuscino a suo avviso non risulta intonata col resto del soggiorno;
2. Sebastian-Bug ha soli tre mesi ed è già un gatto disadattato con turbe comportamentali. D'altronde se così non fosse difficilmente potrebbe fare Bug di cognome.

A parte gli scherzi, fino adesso aveva colonizzato solo i tappetini del bagno. Il divano non posso sopportarlo. L'unica ipotesi plausibile a questo punto è che non gradisca la sabbietta. Devo cambiare marca. Ma questo Ladybug, che oggi come potete vedere è un po' dissociata, l'ha pensato solo più tardi, a mente fredda.
Al momento ha afferrato copridivano e copricuscini e ha scaraventato tutto in lavatrice. ha steso un copridivano pulito, sperando che non segua la sorte del suo predecessore. Ha fatto a Sebastian un cazziatone di proporzioni bibliche, si è truccata ed è andata in ufficio.
Per strada ha chiamato la sua mamma in cerca di conforto, e ha trovato questo:
"Menomale che Lordbug era già uscito!"
"Eh certo, menomale, così ho potuto spalar merda da sola! Che culo.".

Poi si è seduta alla scrivania.
Ha controllato la posta.
Ha letto la mail di una certa Miriam Lopez che le offre un lavoro part time da 4000$ in una agenzia di viaggi svedese. Lopez. Svedese. A-ha.
Ed è stata colta da una folgorazione:
OH CAZZO. NON HO MESSO IL DETERSIVO NELLA LAVATRICE!

La lavatrice sta lavando a 60° il copridivano e il copricuscino sporchi di cacca SENZA DETERSIVO. Vojo morì.

Bene, dicono che pestare una cacca porta soldi. Io non ci credo, mi sembra uno di quei detti utilizzati per consolare e basta, tipo "sposa bagnata sposa fortunata", ma ammettiamo che funzioni. Non è che magari centrifugarla porta un lavoro? Insomma, alla fine mica chiedo soldi gratis!

lunedì 26 settembre 2011

Di colloqui e gioie dell'orto

Venerdì pomeriggio avevo quel famoso colloquio per il quale mi avevano chiesto anche le analisi del sangue il certificato di laurea con elenco esami sostenuti, che mi son ben guardata dall'andare a procurarmi, e menomale, altrimenti avrei solo perso tempo.
Arrivo presso la sede della società, chiedo del Dottor TizioCaio e la receptionist mi indica un ragazzo appena rientrato da pranzo, in attesa dell'ascensore, somigliante in maniera veramente preoccupante al critico gastronomico di Ratatouille, che ho riportato qui accanto in foto, per chi non lo ricordasse. La faccia un po' diversa, ma non per questo migliore, e la postura identica. Anzi, un po' pendente verso destra.
Somigliante al punto che in ascensore mi veniva da ridere, domandandomi se anche lui dormisse in una bara, come il personaggio.

Il colloquio è durato pochi minuti, con costui e un altro suo collega, e si è svolto più o meno così:
"Benvenuta! Allora, ci parli un po' di lei!"
"Blablabla, blibloblu..."
"Ah bene, e quindi non è avvocato?"
"No"
"E non le interessa diventarlo, lavorando in uno studio legale?"
"No"
"Allora mi sa che abbiamo finito"
"Perchè, voi non siete un'azienda?"
"No, noi siamo uno studio legale collegato, quindi lei si troverebbe a fare la praticante"
"Ah"
"Quindi mi sa che abbiamo finito"
"Sì, penso anche io".

In pratica i geni non hanno speficato nell'annuncio cosa stavano cercando e manco si erano premurati di dirmelo al telefono. Io sono andata pensando si trattasse di un impiego in azienda, e invece no.
Magari l'amico TizioCaio avrebbe fatto meglio a lavorare come critico gastronomico, anzi, come ratto, anzichè in un ufficio del personale.

Ma io dico.
E menomale che non sono andata in segreteria a farmi fare il famoso certificato.
Se doveste leggere la notizia che un fulmine si è abbattuto a Milano dalle parti della Stazione Centrale, e ha incenerito un palazzo, sappiate che sono stata io. O meglio, che lassù qualcuno mi ascolta.

In compenso mi sono trovata con il pomeriggio libero, e mi sono ben guardata dal tornare in ufficio. Sono andata al vivaio e mi sono comprata un tot di piantine di erica per i davanzali.

Morale: son sempre senza lavoro, ma i miei davanzali sono i più fighi del palazzo!

Ho appena risparmiato tre milioni. Di dollari.

Stavo cercando l'ispirazione per il post di oggi, quando mi sono imbattuta nelle scarpe più costose del mondo. Tre milioni di dollari. Queste qui accanto.
Non sono le originali del film, ma sono tali e quali a quelle. Con la sola e irrisoria differenza che quelle del film erano in paillettes sberluccicose, mentre queste sono ricoperte di 4600 rubini. Ed ecco spiegato il prezzo.

Non so se vi ricordate il mio metodo per decidere se effettuare o meno un acquisto... In caso lo trovate qui e comunque consiste nel fare una stima di quanto mi piace in euro una certa cosa e poi confrontarla col prezzo effettivo: se siamo lì o se mi piace molto più del suo prezzo, l'acquisto è fatto. Altrimenti ciao e grazie.
Ecco, applichiamolo a questo caso specifico. Quanto sarei disposta io a spendere per queste scarpe, tralasciando i rubini? Zero assoluto. Nada. Nulla. Sono proprio brutte. Nemmeno per 10 euro le prenderei. Il fiocchetto poi è veramente urèndo. Quindi diciamo che anche se avessi 3 milioni di dollari da spendere, sicuramente non opterei per questa modalità.
Oltretutto secondo il romanzo le scarpe non dovevano nemmeno essere rosse, bensì d'argento. Solo che a Hollywood, chissà perchè, l'argento non piacque. Secondo me avevano migliaia di paillettes rosse e nemmeno mezza argentata.

E dire che le scarpe rosse in generale non mi dispiacciono.

Piuttosto se avessi 3 milioni da spendere opterei per un dipinto di Dalì. Lo so, non mi basterebbero, ma tanto non averli per non averli... Almeno non mi compro qualcosa che mi piace.

giovedì 22 settembre 2011

Il (Signor) Natale quando arriva arriva!

E da noi, anzi, dalla Regina Madre, è arrivato ieri.
No, non mi sono bevuta il cervello più del solito. Il Natale è il falegname di fiducia della Regina Madre: colui che negli anni ha prodotto per lei delle vere perle, tipo il seggiolino per fare il bagno sopraelevata, che se no non riesce più ad estrarsi dalla vasca e ci vogliono la gru e i sommozzatori per tirarla fuori (ma il rito del bagno merita un post a sè). Seggiolino fatto con il legno delle barche, così con l'umidità e l'acqua non si rovina!
Negli anni, perchè il SignorNatale ha sempre avuto liste di attesa lunghissime, di un anno o giù di lì. Ed ormai in età da pensione diciamo che lavora quando ha voglia. E da qui il detto in famiglia "il (Signor)Natale (come da buona tradizione lombarda, anche il nome proprio mi richiede l'articolo) quando arriva arriva!", sì, perchè tu lo chiami e gli spieghi cosa ti serve, lui ti dice ok, e poi passano i mesi. Tu ti dimentichi pressochè del tutto anche solo di aver pensato di voler fare quel lavoro, e all'improvviso, senza alcun segnale eccetto forse una qualche anomalia nel flusso migratorio delle oche canadesi, un bel giorno lui ti suona il campanello con tutto l'armamentario per smontarti la casa.

A me una cosa del genere manderebbe ai matti, invece la Regina Madre si commuove ogni volta che lo vede, come davanti ad una sorta di apparizione mistica.
Ecco, ieri, dopo un anno abbondante dalla convocazione, la visione mistica si è presentata alla porta, per far diventare allungabile un tavolo della cucina Ikea che non lo era. Il tempismo è stato tale che ovviamente questo mestiere oggi non serve più, ma fermare la combo Regina Madre-Natale è pressochè impossibile, e quindi il lavoro è stato terminato.

L'abbiamo saputo in corso d'opera, perchè mamma ha chiamato RM dall'ufficio ieri pomeriggio e la telefonata si è svolta più o meno così:

"Pronto?"
*SBAM SBAM SBAM*
"Mamma?"
"Ah Turlinda (era questo il nome d'arte di mia madre? Non mi ricordo più)! *Mano sul cuore e occhi al cielo* Non puoi immaginare chi c'è qui!" *SOSPIRO*
*SBAM SBAM SBAM!*
Dato il rumore mia madre iniziava già ad avere seri dubbi sulle possibilità concrete di ritrovare la casa al rientro serale.
"Chi c'è?"
"Il SignorNatale! Oddio sono commossa, come lavora lui non lavora più nessuno... Oh menomale che è venuto, finalmente, etc.etc. "
Il tutto con voce rotta dal pianto e il solito *SBAM SBAM SBAM* di sottofondo.
Ho riso fino alle lacrime.

La vicenda comunque è finita male, anzi in realtà bene, perchè ovviamente quando mia madre ha fatto notare che il lavoro è ormai inutile la Regina Madre si è offesa, e da ieri sera non le parla.

mercoledì 21 settembre 2011

Fantozzi, è lei?!

*TOC TOC*
"Avanti"

Si affaccia alla porta la responsabile del personale:

"Ehi ciao! (rapida panoramica con lo sguardo dell'interno del mio ufficio) Scusa eh, devo valutare degli spazi... Controllare il posto... Comunque fatto eh! Grazie grazie, ciao!".
*Richiude la porta*

Ora, se non mi scadesse il contratto tra due settimane penserei che si sia fritta il cervello. E invece sento già gli avvoltoi che si avvicinano, pronti a scannarsi per prendere possesso della mia ampia e luminosa stanza.
Che tristezza. Che mestizia.
Ma io dico, almeno entra con una scusa e guardati intorno con aria indifferente. Passa a chiedermi se mi va un caffè, non so. Fammi le poste e entra a sbirciare mentre sono in bagno.

E' una cosa da niente eh, lo so. Ma mi ha messo addosso proprio una tristizia infinita. Come minimo domani arrivo e mi trovo l'ufficio sgomberato e la scrivania in corridoio. O nel sottoscala, Fantozzi style.

Ma tanto l'Andrea dice che mi confermano qui. Aha. E comunque chiosa dicendo che se non mi dovessero confermare troverò da un'altra parte. Grazie al c....

In compenso venerdì ho un altro colloquio, mi hanno chiamato ieri e mi hanno chiesto di portare:
- curriculum (e fin qui, ok. Anche se mi chiedo, ma se mi hai chiamato il mio curriculum ce l'avrai... No?)
- fototessera (mh, vabbè)
- fotocopia del codice fiscale (ma non ve la potete fare voi? -.-)
- CERTIFICATO DI LAUREA CON ELENCO ESAMI SOSTENUTI. Che come minimo mi devo prendere mezza giornata e andare in segreteria a farmelo fare. Due esami del sangue, feci e urine no? Non li volete?
"Eh ma così almeno possiamo valutare che impostazione ha dato al suo corso di studi!"
Ma se sono laureata da cinque anni, l'impostazione non possiamo valutarla guardando cos'ho fatto dalla laurea in poi, BRUTTO CRETINO?! -.-

Sì, non l'ho presa bene. Quindi ho deciso che certificato ed elenco non glieli porto. Eventualmente, se ci sarà, me li procurerò per un secondo colloquio. Ma questo mi sa che venerdì lo meno.

Di evacuazioni di palazzi e mutande pulite

Ieri non sono venuta in ufficio. Sono stata stesa da un virus di quelli che non fanno salire la temperatura, ma in compenso non ti lasciano allontanare più di 3 o 4 metri dal bagno. E quindi grazie a questo simpatico microbestio mi sono persa la scena epica dell'esercitazione antincendio a sorpresa. Me l'hanno raccontata così:

*Riunione in corso*
"NIIIIIIIIIIIIINOOOOOOOOOOOOOOO NIIIIIIIIIIIIIIINOOOOOOOOOOOOOOOOOOO NIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO".

*CLANG* CLANG* (Porte tagliafumo che si serrano automaticamente)

"EVACUARE IL PALAZZO - EVACUARE IL PALAZZO"

Provano a chiamare la reception, per capire se è un'esercitazione. Nessuno risponde.

La segretaria si precipita da Badrona (così è detta la nostra capa) per estrarla dall'ufficio: apre la porta e viene travolta dall'urlo di Godzilla

"SONO AL TELEFONOH"
"sì, ma bisogna evac..."
"MA E' UNA TELEFONATA IMPORTANTISSIMA DALLA FRANCIA!"
"Sì, ma non può riman..."
"NON MI INTERESSAH!"
"Beh io andrei..."
"SE SCOPRO CHE E' UN'ESERCITAZIONE MI ARRABBIO!".

Ebbene, era un'esercitazione.

Ok, ora che ve l'ho raccontato posso andare a cambiarmi lo slip.
(Avete presente la nuova pubblicità di non-so-che-salvaslip-ultrasottile-deodorato-caffèproducente-rinfrescante-e-rilassante? Ci sono ste due tizie, presumibilmente colleghe, e una delle due ad un certo punto se ne esce con sta frase. L'altra la guarda stupita e questa le racconta di come sia meravigliosa la sensazione di mutanda pulita ad ogni cambio di salvaslip. Ovviamente l'altra invece che mandarla a stendere, prende esempio e il giorno dopo la comunicazione sul cambio mutanda spetta a lei. Devono averle selezionate tutte sceme in azienda).

venerdì 16 settembre 2011

STIA CALMA!

Ieri sera uscendo dall'ufficio sono rimasta bloccata in ascensore. Giuro che non mi era mai successo prima, e onestamente stavo anche bene così. Mi sono aggrappata al campanello di emergenza e mi ha risposto il receptionist:
"C'è qualcuno?"
"Ehm... Sì. Io!"
"Oddìo! E a che piano è?"
"Nei pressi dell'ottavo..."
"Ok, aspetti che chiamo i tecnici! STIA CALMA EH!"
"Sìsì, grazie. Sono calmissima".

Ok, ammetto che calmissimissima non ero: faceva un caldo assurdo, e poi il fatto di essere appesa in un ascensore sospeso all'ottavo piano non è che sia proprio rassicurante. Non soffro di claustrofobia, ma il pensiero del "Oddio potrei precipitare" ammetto che mi ha sfiorato.
Poi mi sono messa al telefono con mamma e la sua collega, in attesa che arrivasse il tecnico a salvarmi. Ho aspettato all'incirca mezz'ora, durante la quale è passato lo stagista, che sentendo la mia voce nella tromba dell'ascensore ha acutamente capito che ero lì bloccata. 
PANICO.
"Oddio, ma devo chiamare qualcuno???"
"No, tranquillo, ho già avvisato e il tecnico è in arrivo"
"Oddio, e quindi che devo fare?!"
"Eh niente, vai a casa... Magari usa le scale..."
"E ti lascio qui così???"
"Beh, è inutile che stiamo qua in due, vai tranquillo a casa!"
"Ok, ma fammi sapere quando ti liberano!"
"Ok, a dopo".

Di tanto in tanto ricompariva la voce del receptionist:
"Signora come va? Ha bisogno di qualcosa???"
"Tutto ok! Non si preoccupi!" E se anche avessi bisogno di qualcosa, come me la manderesti, brutto pirla?
"Guardi che il tecnico è in arrivo eh! Stia tranquilla!"

Nel frattempo al telefono con mamma e la sua collega stavamo constatando che fosse una cosa molto positiva il fatto che fossi sola in ascensore. Avrebbero potuto capitarmi nell'ordine:
1. L'autista delle dive. Io lo chiamo così, ma in realtà è ovviamente l'autista dell'Amministratore Delegato, nonchè mio vicino di stanza. Uno di quei soggetti che incarnano perfettamente l'uomo medio da barzelletta: ignorante, volgare, tutto tette e culi, e che quando ride da solo alle sue battute non fa "Hahahahah", ma "HAR HAR". Avete presente Enrico La Talpa? Ecco. 

2. Un soggetto claustrofobico qualsiasi. 
3. La mia capa, immaginatevi lo spasso a star mezz'ora in ascensore insieme.

4. Un collega puzzolente random. Magari pure sconosciuto, immaginiamoci l'imbarazzo.

Vi dico solo che quando lo stagista è arrivato al pianterreno dal receptionist, questo gli ha detto "Ma non dev'essere la prima volta che le succede, perchè è troppo tranquilla!".
Certo! Rimango chiusa in ascensore tutti i giorni io!

Però una cosa è certa, a questo punto: ho un aplomb veramente invidiabile.

giovedì 15 settembre 2011

L'uomo del monte ha detto sì!

L'appartamento in cui vivono mia madre e la Regina Madre si trova, come devo aver già accennato in qualche recondito articolo di blog, in centro a Milano.
La Regina Madre ci si è trasferita dopo le nozze, che a spanne penso si siano collocate all'inizio degli anni '50, andando a vivere col nonno e la suocera. Sì, avete ragione, anche lei ha avuto i suoi problemi.
Oltretutto la Regina Madre ha sempre lavorato in casa, era premier di sartoria, e dunque aveva la suocera sulle croste tutto il giorno. Per darvi un'idea del soggetto vi dico solo che mia madre (per la quale ovviamente si trattava della nonna paterna) l'aveva soprannominata (e tuttora la chiama così, se capita il discorso) la Nonna del Corsaro nero.
Le cronache ce la tramandano come una segaligna vecchia, lunga lunga e secca secca, con naso adunco, sempre vestita di nero, simpatica come il virus ebola, che si nutriva solo ed esclusivamente di una fettina di carne al giorno a pranzo, e del brodo prodotto in cottura dalla medesima, a cena.

La Regina Madre ricorda sempre quel periodo sacramentando, e dice che sono stati i 13 anni, 6 mesi e 14 giorni peggiori della sua vita. Poi credo sia riuscita a convincere il nonno a spedire la mammina all'ospizio. Comunque conoscendo i soggetti in ballo, probabilmente quello che sti 13 anni e spicci li ha vissuti peggio dev'essere stato proprio il povero nonno.

Ma come al solito non era di questo che volevo parlare. Volevo raccontarvi di alcuni vicini, residenti cioè nello stesso palazzo ma in un'altra scala, che chiameremo per comodità "famiglia Del Monte", e vi spiego subito perchè: fate conto che entrambi saranno suppergiù sulla sessantina, sono entrambi infermieri, e lui, soprattutto d'estate, è sempre vestito come l'Uomo del Monte. Ve lo ricordate "l'uomo del monte ha detto sì"? Quello sempre vestito con completo e cappello panama bianco, che andava a ispezionare le piantagioni di ananas per fare i succhi di frutta? Ecco, lui, però alto la metà e con in più i baffi arricciati alla Poirot.
Diciamo una sorta di trafficante colombiano sotto mentite spoglie, come immagine.
Li conosciamo perchè quando la Regina Madre deve fare delle iniezioni, di solito si rivolge alla signora Del Monte.

Fatto sta che negli anni questi due, ma soprattutto lui, hanno accumulato una fortuna in appartamenti. Tutti in centro a Milano. E tutti con la stessa modalità: prendendosi cura della vecchietta di turno-possidente-di-appartamento, stile badanti, e ritrovandosi all'infelice momento del trapasso di costei, intestatari o eredi testamentari dell'appartamento in questione. Fate conto che attualmente avranno almeno 3 o 4 appartamenti, oltre a quello in cui abitano, a quanto pare tutti così acquisiti. E stiamo parlando di una zona in cui tranquillamente un appartamento vale 7/8000 euro al metroquadro. Tanto per capirci.

Naturalmente il pettegolezzo corre sul filo, ma loro negano anche l'evidenza. Di recente in un documento condominiale compariva il loro nome in riferimento ai millesimi di proprietà relativamente ad un appartamento della solita vecchina più di là che di qua, e la Regina Madre decise di chiedere lumi andando sul discorso. Rispose la signora Del Monte che compariva il loro nome perchè la vecchina in questione faceva arrivare la posta da loro. A-ha. Certo.

mercoledì 14 settembre 2011

I corsi per il tempo libero

Dal momento che il mio contratto scade tra 21 giorni, e che non ne ho un altro pronto e firmato nonostante gli innumerevoli colloqui svolti, è opportuno che inizi a pensare a come impiegare il tempo libero che potrebbe aspettarmi ad ottobre, per evitare di farmi cogliere impreparata.

Per fortuna (!) esiste a Milano un'associazione che offre corsi di tutti i tipi, anche se non ho ancora capito a chi esattamente siano destinati. Vediamone insieme alcuni, suddivisi per tipologie:

1. Computer. I corsi sono 3: "Alla scoperta di Internet", "Ancora computer dopo i primi passi" e "Primi passi con il computer". Ma immagino che gli ultimi due vadano frequentati invertiti. Anzi, tutti e tre vanno invertiti: si parte dai primi passi, che immagino sia un corso intensivo su come attaccare la presa e trovare il tasto di accensione, si procede con "dopo i primi passi", ovvero esaminiamo il deskotp. No, un attimo, cos'è il desktop?! E infine si parte alla scoperta di internet, ovvero "a cosa serve quella e azzurra". Il tutto per la modica cifra di 230 euro per corso. Ogni corso dura 15 ore, tutte rigorosamente collocate tra le 9 e le 12.30 di giornate infrasettimanali.

2. Ginnastica. Qui c'è una vastissima gamma di possibilità: da yoga, tai chi e pilates alla danza terapia passando per flamenco, danza fitness e danza del ventre.  A proposito di danza del ventre, la didascalia dice "per scoprire se stesse e la propria femminilità vincendo tensioni e rigidità corporee grazie alla fluidità dei movimenti. Abbigliamento comodo e calzettoni". Ora ditemi come si fa a scoprire la propria femminilità indossando dei calzettoni. Non posso fare a meno di immaginarmi casalinghe e pensionate col girovita di una sequoia che cercano di sedurre il marito improvvisando una danza del ventre col pigiamone invernale di polistirolo espanso e calzettoni di lana. Brrrrr.

3. Lingue: inglese, francese, spagnolo e milanese. Sì, 19,5 ore di lezione a 175 euro per imparare il milanese. "Il materiale d'uso è a carico dei partecipanti". Immagino significhi che mi devo portare il nonno da casa.

4. Benessere. Cito i migliori: "Autostima e dimensione sociale: strategie concrete per potenziare il rispetto di se stessi senza perdere quello degli altri" ovvero "come mandare a stendere il prossimo senza scatenare una rissa", e "Gestione dello stress e pensare positivo", cioè "Ti senti brutta, vecchia, fallita e inutile? Tranquilla, c'è sempre chi sta peggio! Sono 175 euro, grazie!".

5. Cultura. Ci sono cose interessantissime, come: "Storia dell'opera dalle origini alla fine del Settecento", oppure "Storia delle religioni: i monoteismi". Questi sono corsi serali infrasettimanali, così anche i fortunelli con un lavoro possono conciliare il sonno ampliare i loro orizzonti culturali.

6. Comunicazione. Tipo "parlare in pubblico" o "Linguaggio del corpo: impariamo a leggere ciò che gli altri, senza parlare, ci comunicano inconsapevolmente". Ovvero: le nuove frontiere del pettegolezzo non verbale.

Io sono fortemente indecisa tra "Terrazzi e balconi: suggerimenti per avere un orto in miniatura o un piccolo stagno anche sul proprio terrazzo" (mi vedo già Ginger con pinne, occhialini e cuffietta)  e "Taglio e cucito", così la cuffietta la realizzo io.

Ok, mando altri 3 o 4 curricula, ho capito. -.-

martedì 13 settembre 2011

Trasloco involontario 3 - Il ritorno

Ecco, sappiate che adesso ho una complice che mi dà una mano con i traslochi involontari: si chiama Ginger ed è questa signorina qui accanto.

L'altra sera io e LordBug eravamo placidi e sereni sul divano (o meglio, lui era placido e sereno, io ero in ansia perchè i cuccioletti stavano esplorando casa e balcone e io temevo che finissero di sotto) quando d'un tratto da fuori si sente il classico rumore dell'oggetto di plastica che precipita in lontananza e rimbalza pure un paio di volte.
*Sbang Splat* suppergiù.
Mi precipito fuori sul balcone come morsa dalla tarantola già figurandomi il corpicino di Ginger spiattellato al piano di sotto insieme al vassoio di plastica dell'Ikea che ha fatto tutto sto casino, e me la trovo tranquillamente seduta sul balcone che mi guarda con quello sguardo tipico del gatto che significa "non capisco cosa sia successo, io ero qui tranquilla e ferma e d'un tratto il vassoio si è lanciato di sotto. E in ogni caso non c'è alcun motivo di agitarsi così!".

Inutile dire che del vicino non c'è traccia alcuna, e che a breve LordBug darà nuovamente prova delle sue doti ginniche scavalcando la ringhiera per effettuare il recupero. Ma non c'è fretta, potremmo anche aspettare che cada qualcos'altro, tanto per ottimizzare i viaggi!

Se blogger collaborasse caricherei anche la foto del piccolo Sebastian, il gatto rosa fratello della teppistella qui sopra. Dopo ci riprovo, promesso.


Ed ecco il piccolo mostro rosa, qui in effetti il colore non si vede bene, ma è rosa cipria. Stamattina faceva l'acrobata sulla ringhiera. Argh!


Prima regola: NON si parla del Fight Club

Seconda regola: Non dovete mai parlare del Fight Club. Questo è stato il promemoria che ho fatto ripetere ieri sera a LordBug metre era sotto la doccia.
No, non ho aperto un Fight Club. Il soggetto era questo blog. Sì, perchè tutta sta manfrina di spostarlo, anonimizzarlo, etc. con sommo rompimento di palle vostro, ma anche mio, semplificando estremamente, è stata dovuta al fatto che il mio consorte -tutto fiero di come scrivo- l'ha pubblicizzato anche a chi non avrebbe dovuto. E qui mi fermo.

Però devo dire che le regole del Fight Club si possono applicare meravigliosamente ad una serie di altre cose, almeno per quanto mi riguarda. O meglio, si dovrebbero applicare, ma tutti se ne sbattono. Il primo elemento di applicazione sarebbe la mia panzetta. Mai parlare della mia pancia. Perchè io poi non solo mi incazzo, ma mi vengono anche una serie di complessi e mi crolla l'autostima, e poi ci metto qualche giorno per convincermi che alla fine sto bene e mi piaccio così. Non parliamo poi delle volte che quest'estate mi sono sentita chiedere se fossi incinta.
Ma voi la pancia gonfia non l'avete mai?
La prossima volta pensavo di rispondere qualcosa tipo "No, ma effettivamente non ca... Ehm, vado in bagno da 2 settimane". Magari passa la voglia di fare domande sulle mie trippe.

Il problema comunque è uno: la Regina Madre non ha mai visto Fight Club, e anche se lo vedesse di sicuro non le piacerebbe, non lo capirebbe e continuerebbe imperterrita a fare come ha fatto domenica, parlando con LordBug, ma con me come sempre a portata di orecchio:
"Certo che tua moglie dovrebbe perdere un po' di pancia".

A) NON sono sua moglie. Al massimo la sua compagna. E comunque ho anche un nome proprio.
B) La mia pancia NON è un problema tuo. E basta con sta storia. La panzetta l'ho sempre avuta, ci lotto da quando ho iniziato a pesare molto più di 48 kg. Cioè circa 15 anni fa. Facciamocene una ragione.

Che poi dovete sapere che la Regina Madre ha delle teorie dietistiche tutte sue:
RM: "Certo che un gelatino lo mangerei... Quelli lì piccolini (parlava degli Haagen-dazs, scusate eh!) sono finiti?"
Mamma: "Sì, magari dopo andiamo a prendere quello artigianale"
Regina delle Nevi: "Io no, che sono a dieta!"
RM: "Ma perchè? Mica fa ingrassare il gelato!"
RdN: "Come no?! Quello alla frutta ancora ancora, ma le creme hanno un sacco di calorie!"
RM: "Figuriamoci! E' la prima volta che la sento questa cosa! E poi, per quello che ne mangio io....", e giù con tutta la storia del suo intestino e della sua dentizione.

Poi quando sale sulla bilancia di norma convoca tutta la famiglia per lamentarsi del fatto che "di sicuro questa bilancia è rotta"
perchè
"questa settimana non ho mangiato niente! Non è possibile che io abbia preso addirittura 2 kg!". Aha.

E comunque vorrei sottolineare che in 3 settimane di vacanze pugliesi (cioè, tre settimane intere di iper-esposizione a carboidrati e grassi di varia natura, non so se mi spiego) sono ingrassata solo 3 etti. Un etto a settimana. Un applauso dovrebbero farmi, altrochè!

lunedì 12 settembre 2011

Avviso ai naviganti

Dopo qualche traversia, come i più acuti di voi avranno notato, avevo deciso di rendere il blog privato.
Ora, siccome sono una pazza compulsiva e voi che mi leggete dovreste saperlo meglio di me, lo ripubblico. Ma cambiando l'indirizzo, che se no è veramente troppo banale.

Quindi se non vedete gli aggiornamenti suggerisco di cancellare e rifare il Follow... Ma se avrete voglia di cancellarlo e basta lo capirò e mi limiterò a farvi una macumba per l'insonnia, i brufoli e i peli superflui. Ma senza rancore.

Insomma, se non si fosse capito questo è il mio originale modo per scusarmi della rottura di balle che vi sto propinando, tra "accetta l'invito", e poi "no, non serve più l'invito-però devi romperti le balle in vario modo per continuare a seguirmi".
Vi prometto che poi me ne starò buona per un po', e che presto vi racconterò le abitudini alimentari della Regina Madre, per farmi perdonare. Eventualmente potrei anche pensare ad un give away della sua dentiera.
Scherzo.
Non potrei mai. 

venerdì 9 settembre 2011

1001 modi per dissuadere un genitore dal portare i bambini al tuo matrimonio*

Stavolta non sono io, giuro. E' mia madre che ha affrontato il discorso del "ci sono troppi bambini". Ma d'altronde è il problema che si pone a chiunque si sposi avendo amici più grandi/accasati da qualche anno, e quindi già riprodotti.
Fate conto, per darvi un'idea, che stiamo parlando di circa 50 invitati adulti per 15 bambini, a spanne. Effettivamente sono molti, ma d'altronde mica posso chiedere che i pupi vengano lasciati a casa. O sì?

Con mia madre siamo giunte alla seguente ipotesi:
"Non c'è nessunissimo problema se volete portare tutti i vostri ventordici figli di età compresa tra i 6 mesi e i 4 anni! Abbiamo anzi pensato ad un servizio baby sitter! Però tieni presente che:
- il matrimonio si terrà in gennaio, il castello è grande, lontano da Milano, e NON riscaldato, ma si sa che i microbi prosperano al caldo!
- certo che ci sono ampi spazi in cui i bambini possono giocare!!! Oddio, da quel che ricordo mi pare anche qualche spigolo vivo e un paio di ripidissime scale a chiocciola, ma vuoi mettere che belle foto si possono fare?!
- sìsì, i bambini avranno una stanza dedicata ai loro giochi! Con un enorme camino acceso, sul quale bolle costantemente un immenso pentolone;
- te l'ho detto che la baby sitter si chiama Grimilde? Pensa che nome originale!
- la signora che terrà i bambini mi ha chiamato proprio ieri per dirmi che ha la varicella, però dice di non preoccuparmi che ce la fa lo stesso a gestire i piccoli mostri i vostri ADORABILI figli!".

Se avete ulteriori proposte sentitevi liberi di darmi suggerimenti.


*Per la creazione di questo post nessun bambino è stato ferito o maltrattato. Ogni traccia di sangue è assolutamente sintetica e lavabile in lavatrice.

mercoledì 7 settembre 2011

Lady-ErodeBug

"Il suo profilo sarebbe P-E-R-F-E-T-T-O per questa selezione! Solo che, sa, la società ha detto espressamente che preferirebbe assumere un uomo..."
"Come scusi? Espressamente?!"
"Sìsì, sa, di solito lo fanno capire tra le righe... Invece loro l'hanno proprio detto. Comunque io provo a proporla, qualche donna alla fine l'hanno vista...".

Ok, sono stata proposta e mi vedono oggi pomeriggio. Il problema è che sono inequivocabilmente una donna e non credo di poter generare dubbi di alcun genere in proposito.

Pensavo di esordire con "ho già avviato le pratiche per cambiare sesso, e il mio futuro nome sarà Erode".

Che dite, può funzionare?

martedì 6 settembre 2011

Tanto va la gatta al lardo...

 Allora, questo bell'ometto qui accanto è, nientepopodimenochè, Enrico VIII Tudor. Noto alla storia in primo luogo per aver avuto 6 mogli e in secondo luogo per aver provocato lo scisma inglese dalla chiesa cattolica, dichiarandosi Capo supremo della Chiesa d'Inghilterra.
Che poi in realtà le due cose non sono scindibili: ha avuto 6 mogli perchè ha bypassato il Papa nell'annullarsi il primo matrimonio, e ovviamente così facendo il Papa l'ha scomunicato etc.etc.
La cosa affascinante è che lui non è mica stato mosso da questioni teologiche o da una disapprovazione per i fasti papali, di cui onestamente gli fregava meno di zero. Tutt'altro. Tutto è stato originato da una combo micidiale: la mancanza di figli maschi dalla prima moglie (Caterina D'Aragona) e questo bel donnino qui


Altrimenti noto come Anna Bolena. Anna è la prova storica del noto adagio "tira di più un pelo di... Che un carro di buoi". Anche perchè, diciamocelo, a guardarla bene non è che fosse sta meraviglia della natura. Per carità, Enrico era pure peggio... Ma almeno era il re!
Insomma, sta ragazza è riuscita a far sì che il Re, pur di liberarsi della prima moglie e sposare lei, cambiasse letteralmente la storia inglese. E come ha fatto??? In un modo semplicissimo: promettendogli figli maschi a frotte una volta che l'avesse sposata, ma non smollandogliela MAI prima.

Grandi allusioni, grandi ammiccamenti. Punto. Adesso capite com'è che ha sbaragliato la concorrenza di tutte quelle (ed erano tante) che gliela smollavano senza problemi, essendo lui il Re. Insomma, la prova vera e indiscussa del potere assoluto del "Te la do, non te la do".

Mi rivolgo soprattutto alle donne che passano la vita a fare le amanti nella speranza che lui molli la moglie e le sposi: se volete avere una speranza, NON concedetevi. MAI.
"Hai lasciato tua moglie?"
"Nooo... Saaaaiii... E' molto depressa in questo periodooooo... Adesso non è il momeeeento, ma vedraaaiiii".
"Ok, ciao" *rumore della zip che si richiude*

Lo so, così si perde il divertimento: ma sta tutto nella motivazione. Però occhio, perchè alla fine la Bolena è finita decapitata. Non per nulla è stata solo la seconda di sei mogli. Quindi sappiatevi regolare.

Vi racconto tutto ciò perchè sto guardando una serie tv che mi sta molto appassionando:



L'Enrico televisivo è, ovviamente, un bel tocco di figliolo... E pure la Bolena ovviamente non scherza. Qualche inesattezza storica c'è, ma è comunque una serie molto bella, utile anche per portare qualche lacuna nella mia eterna ignoranza storica.

Comunque per farla breve sappiate che, nonostante tutta sta manfrina del figlio maschio, manco lei c'è riuscita. In compenso la Regina Elisabetta I, ultima dei Tudor, è figlia loro. Su sei mogli mi pare che giusto una, la terza, sia riuscita a sfornare sto benedetto maschio, che però ha regnato pochi anni, poco più che bambino, ed è morto nemmeno ventenne.

Morale della favola: "tira di più eccetera eccetera", "il figlio maschio forse non era poi così importante" e "tanto va la gatta al lardo, che ci lascia lo zampino". E il lardo, stando alle immagini di Enrico VIII, era letterale.

venerdì 2 settembre 2011

Sono una snob da colloquio

Ed è giusto che faccia outing. Ma a ben pensarci forse sono una snob e basta, non solo da colloquio. O forse ammetto pensieri che fanno un po' tutti, ma che poi non ammettono. E quindi sono ancora più snob di me.

Vabbè, dopo questa premessa assolutamente priva di senso vado a raccontarvi il mio colloquio di ieri mattina: tutto nasce rispondendo via mail ad un annuncio di una società di selezione sconosciuta, mercoledì. Nel giro di 10 minuti mi risponde questa tizia:
"Le ho fissato un colloquio per l'1/09 alle 11, in via tal dei tali n. 18. Portare un curriculum e il riferimento dell'annuncio. Cordiali saluti. Sofronia Stramazzetti".
No, non temete, il nome l'ho inventato, ma il resto è testuale. Ora, ok che sono una sfigata in cerca di lavoro, ma se mi fissi un appuntamento dall'oggi al domani, via email, almeno abbi il buon cuore di inserire una frase tipo "se ci sono problemi mi chiami al numero xyz" o qualcosa del genere. Macchè. La Sofronia mi si è subito distinta per cortesia e gentilezza.

Arrivo ieri mattina in via Tal dei tali 18, che peraltro è una via in centro a Milano, mica in periferia, e trovo un palazzo fatiscente. Ma no, magari non è qui, mi sarò sbagliata.
Invece no. (Paio Lucarelli)
Sotto il citofono c'è una targa con il nome della società di selezione con scritto "dalle 9 alle 13 non citofonare, il portone è aperto". Ok. Spingo il portone e mi trovo in un buio e triste corridoio-portinaia-munito. Portinaia anch'essa buia e triste, che mi indica la porta della società di selezione in questione dicendo "Non suoni il campanello, che non funziona. Entri pure".
Oooook. Entro. E mi trovo in un altro corridoio buio e triste. Di reception manco l'ombra. Ci sono giusto due tizi in una stanza che se la raccontano. Mi affaccio e chiedo notizie della Sofronia, dichiarando di avere un appuntamento.
"Si accomodi nella stanza infondo".
Mi accomodo e mi guardo intorno: pavimento di linoleum, pareti scrostate, seggioline da sala di attesa di una asl di periferia. Sbarre alle finestre. In sala d'attesa con me ci sono 3 uomini, uno in giacca e cravatta che in effetti scopro essere lì per il mio stesso annuncio, e due per una faccenda di elettrotecnica o cose simili. Onestamente mi sarei aspettata anche 2 badanti ucraine e una donna delle pulizie senegalese.

Arriva la Sofronia, che non mi chiama nemmeno per nome ma mi fa un cenno con la mano e mi accomoda all'altro lato della sua scrivania. Poi sparisce. E io continuo a guardarmi intorno.
La stanza della Sofronia è grande, anche perchè è condivisa con un tizio non meglio identificato che sta in una scrivania gemella. Le scrivanie sono brutte, bianche e sporche. La sedia ha lasciato strisciate di plastica nera sulla parete bianca alle spalle, che ora è nera e scrostata. Sbarre alle finestre. Inizio a chiedermi che cacchio ci faccio lì.
Torna la Sofronia e mi si rivolge come fossimo vecchie amiche "Allora Ladybug, raccontami cosa fai ora e cosa facevi prima".
Sono perplessa. Non mi piace affatto che in una situazione del genere mi si dia del tu (ve l'ho detto, sono snob). Le racconto in cinque minuti la mia storia professionale. Lei non fa domande, non mi chiede nulla della formazione precedente, non mi racconta una mazza, nè della società per la quale lavora, nè di quella per la quale sta effettuando la selezione. Mentre sto parlando si fa anche un bel minuto di cazzi suoi al telefono.

Alla fine alza un sopracciglio e mi fa "ma l'annuncio l'hai letto?".

"E lei il mio curriculum l'ha letto?" Mi alzo e me ne vado.
Questo è ciò che avrei dovuto fare.

Invece sono rimasta talmente basita da non riuscire nemmeno a rispondere. Praticamente mi tratta come se avessi risposto ad un annuncio per baristi diplomati invece che per una posizione di legale d'azienda. Sono allibita.
Prendo l'annuncio e spunto l'elenco dei requisiti: celo, celo, celo, celo. -.-'

Mi guarda e fa "Beh, comunque chiaramente non sono io che decido, parlerò con la società e poi eventualmente tra oggi e domani ti farò sapere".

Mi sono alzata e me ne sono andata.

Durata del colloquio: 6 minuti circa. Di cui uno con la Sofronia al telefono a farsi i fatti suoi.
Durata dell'incazzatura conseguente: 24 ore, e ancora non mi è passata del tutto.

Comunque è andato bene eh, non l'ho nemmeno picchiata!
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