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lunedì 28 marzo 2011

Ladybug and the goat

Dovete sapere che da ormai due anni mi tocca in sorte l'infelice compito di dare lezioni di inglese ad una ragazza delle superiori. All'inizio mi faceva comodo, visto che ancora non lavoravo pur essendo in feroce ricerca, poi, trattandosi della figlia di un'amica di mammà, un po' per amicizia, un po' per tenerezza, un po' per affetto, ho continuato a seguirla.


Ovviamente, avendo io ormai orari da ufficio, le nostre lezioni si svolgono di domenica pomeriggio... Momento in cui, anche comprensibilmente, la mia alunna ha, se è possibile, meno voglia del solito di scendere a patti con una lingua straniera.

Oltretutto anche gli argomenti non è che siano dei più appassionanti: la fanciulla frequenta un istituto tecnico dietista (se non ricordo male questa dovrebbe essere l'ultima denominazione, ma la cambiano una volta all'anno, quindi non garantisco) e anche i brani da tradurre sono in linea con quelli che presumo essere gli argomenti di studio. Ieri ad esempio abbiamo tradotto un appassionante articolo relativo alle diete e alla loro funzione nella cura delle malattie. Denso di colpi di scena del tipo "ai diabetici è proibito lo zucchero", oppure "chi soffre di gotta deve evitare la carne". Ma la gotta esiste ancora?!


Davanti a questo, ditemi come si fa ad appassionare degli adolescenti allo studio di una lingua. Non sarebbe meglio puntare su cantanti, canzoni, siti internet, film e telefilm in inglese? Trovare insomma il modo di far arrivare loro la bellezza di questa lingua, che sta ad esempio nel riuscire ad esprimere concetti anche molto complessi e lunghi in pochissime parole, nel fatto che permette di parlare veramente con chiunque in ogni parte del mondo, e che comunque, volenti o nolenti, siamo costantemente immersi in "Meeting, Managers, Happy hour e Weekend"... Se poi siamo utilizzatori costanti di computer e internet, l'elenco diventa tale e talmente importante da non poter prescindere da una minima conoscenza di questa lingua anche solo per "avviare il browser", "controllare l'e-mail" e "autorizzare il download degli aggiornamenti".


Eppure nulla di tutto ciò viene valorizzato, almeno nella classe di questa ragazza (lungi da me prendere la sua insegnante come campione statistico valido dei metodi di insegnamento in Italia), con l'inevitabile disinteresse che può suscitare l'argomento "Diet and disease" in una piovosa domenica pomeriggio di marzo.


Devo però ammettere una cosa: nel corso della mia lunga e sofferta carriera scolastica mi è capitato spesso di prendere ripetizioni, ma non avevo mai considerato nemmeno lontanamente che la mia insegnante potesse averne meno voglia di me.

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