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mercoledì 6 gennaio 2010

Oddio lo sapevo. Sapevo che sarebbe successo. Per questo sono mesi che medito di aprire un blog e rimando in continuazione. Il blocco del blogger.
Una volta era detto "blocco dello scrittore", ma ormai chi scrive più? Qui si digita. Il "blocco del digitatore" però non suona granchè... Blocco del blogger invece ha una sua piacevole sonorità.
Così dopo una piacevole chiacchierata telefonica con un carissimo amico alla fine mi sono decisa a farmi suggerire da google un sito e a scrivere qualcosa che somigli ad un post di apertura.
No, l'argomento della conversazione non erano nè internet nè i blog, bensì quelle storie di famiglia che è un peccato lasciar cadere nel dimenticatoio; quelle che si perdono nelle menate quotidiane ma che invece sono delle chicche, dei gioielli di rapporto interpersonale, delle perle di interazione sociale.
Io per esempio ho scoperto stasera che un ramo della mia famiglia ha per bis-bis nonno un conte tedesco che, persa una scommessa a carte, dovette sposare la più brutta sguattera della casa, rendendola così nobildonna e madre di due figli. Sottolineo "madre di due figli" per dire che onorò in pieno la scommessa trombandosela pure almeno un paio di volte, il che non è poco.

Immagino che ognuno di noi abbia storie di famiglia perse nella memoria di qualche nonno troppo stronzo/antipatico/svogliato/rancoroso verso il passato (beh, non l'avrò mica solo io una nonna così), oppure banalmente con l'alzheimer, che ha portato o porterà con sè nell'aldilà strane storie di un'altra epoca.
Pensate al patrimonio che va perso, a quella fonte inesauribile di commozione e di risate che può essere una saga familiare, e capirete cosa mi spinge stasera alla scrittura di questo blog.

Oltre al fatto che mi tocca convivere con uno di questi "pezzi di storia": una nonna di 87 anni in tutta la sua forma, in tutto il suo rancore e cattiveria. Immaginate il negativo di nonna papera, che al posto di profumate torte sforna pastine in brodo scotte e solcate da isole galleggianti di burro; che al posto del pollice verde ha quello giallo dell'inaridimento, e che non apre "per principio" una scatoletta al gatto "perchè poi si abitua".
Eh sì, una creatura che "si abitua" a mangiare è veramente disdicevole.

Grazie al cielo la mia famiglia non è tutta qui, ma ci tenevo almeno ad accennare alla punta di diamante del nostro focolare domestico: quella che a detta di tutti gli estranei è indiscutibilmente una adorabile vecchina incompresa e che invece si svela, tra le mura domestiche, al riparo da occhi indiscreti, come un incrocio tra Scrooge prima della visita dei fantasmi del Natale e la strega di Biancaneve.

Grazie Signore per averla messa sulla mia strada: ora so come NON voglio invecchiare.

1 commento:

  1. Io ho una famiglia tutta strana e ho avuto una bisnonna fino ad un anno fa da cui mi son fatta raccontare molte cose...aspetto di veder come si evolve la descrizione! ^_^

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