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domenica 7 marzo 2010

Ladybug e i funerali

Ci sono due tipi di funerali: quelli a cui non si vorrebbe mai partecipare perchè sono di qualcuno cui siamo molto legati e ci è molto caro, dolorosi e pesanti. E poi ci sono quelli "grigi", perchè ovviamente un funerale non è mai allegro, ma se il caro estinto non era un nostro stretto conoscente, oppure anche lo era, ma di età e condizioni tali da essere un bene che sia dipartito, evidentemente la situazione si affronta con spirito diverso.

Ecco, ieri ho partecipato ad un funerale del secondo tipo, protagonista la mia nonna paterna di anni 95, non più lucuda da 5 e immobile a letto da 1. Capite bene che la sua dipartita è stata pressochè una formalità.
Dicevo dunque che quando si partecipa ad un funerale a mente lucida, si notano anche particolari piuttosto divertenti, che invece giustamente quando si è sconvolti sfuggono.
Bene, prima dell'inizio della cerimonia, fuori dalla chiesa con fratello e cugino a chiacchierare, vediamo appropinquarsi una vecchina tutta storta e barcollante, che portava in mano una bottiglia di vino aperta e vuota per metà: si avvicina al libro, firma, e poi si rivolge a noi e fa: "Il morto è dentro?".
Sguardi di sconcerto tra noi, che dopo aver annuito all'unisono, appena lei entra in chiesa, scoppiamo in una risata molto poco consona alla situazione.

Altra nota di colore il chierichetto quarantenne, che non ne poteva più di star lì, sbadigliava coprendosi malamente la bocca con le mani giunte in preghiera, e guardava l'orologio in continuazione nella vana speranza che i minuti passassero più veloci.

Qualche angosciosa riflessione sulla vecchiaia, qualche abbraccio ai parenti, e poi tutti a casa.

Amen.
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